Stranamente non mi era mai capitato di vedere alcun adattamento di Grandi Speranze, né di leggere il libro di Dickens, non conoscevo la storia; quest'ultima versione cinematografica diretta da Mike Newell me lo ha fatto conoscere, però non mi ha convinto molto, a parte poche cose tra cui spicca la Miss Havisham di Helena Bonham
Carter col suo fantastico costume.
Inizialmente Helena aveva delle perplessità sull’accettare
la parte perché riteneva il personaggio troppo vecchio per lei, ma per
fortuna alla fine ha cambiato idea: questo è un bel ruolo gotico, tagliato per lei.
Il personaggio è intrigante: una donna abbandonata il giorno del suo
matrimonio, che da vittima si trasforma in carnefice; Miss Havisham si condanna a vivere il resto della vita chiusa in casa (e nella propria oscurità, sia letteralmente che metaforicamente, infatti tiene sempre le tende tirate: si apriranno solo nella scena finale, prima di morire), con addosso il proprio abito da
sposa e la tavola ancora imbandita come il giorno
del matrimonio. In un certo senso questa donna autolesionista è simile ad Ofelia, ma
a differenza di lei non scegli edi farla finita subito, e infligge una punizione persino peggiore sia a se stessa che agli altri.
Senza dubbio si tratta di un personaggio potente e drammatico, e tra l’altro Miss Havisham pare sia ispirata ad una
donna veramente esistita, tale Eliza Emily Donnithorne, nobildonna vissuta nell'800, che fu abbandonata dal fidanzato la mattina del matrimonio, e passò il resto della sua vita con la casa oscurata e la torta nuziale a marcire sul tavolo, con la porta sempre aperta sperando che il fidanzato ritornasse.
L'abito da sposa indossato da Helena, è il più iconico all'interno del film ed è opera di Beatrix Aruna Pasztor.
Dietro la nascita del costume c’è stato
lo studio di tutti gli adattamenti cinematografici
precedenti coi relativi abiti, tuttavia la costumista desiderava anche apportare un tocco moderno (cosa visibile anche
negli altri costumi). La Pasztor ama mescolare antico e moderno e prendere ispirazione dalle sfilate: il suo stilista di riferimento per l’abito di Miss Havisham è stato Alexander McQueen, seguito da Hussein Chalayan e Viktor & Rolf.
Tuttavia il riferimento maggiore è palesemente McQueen, col suo oyster dress ("vestito ostrica") della collezione primavera/estate del 2013:
La costumista ha dichiarato di apprezzare il senso del drammatico presente nei pezzi di Alexander McQueen, nonché il suo fantasioso uso dei materiali.
Beatrix stava lavorando sulla spiaggia a Los Angeles, quando ha trovato dei pezzi di alghe ed ha subito pensato di incorporarle in qualche modo nel design del costume (la gonna), inoltre le hanno ricordato i materiali usati da McQueen. Un’impresa era poi rendere Miss Havisham una donna giovane, così com'era stata pensata da lei e da Helena, ma allo stesso tempo il suo abito doveva dare l’idea del passare del tempo: così alla gonna è stato aggiunto un corsetto. Questo approccio, mantenuto anche nel make-up e nell’acconciatura è in netto contrasto con quelli adottati nei film precedenti, che mostrano una Miss Havisham vecchia, quasi stregonesca.
La stessa Helena Bonham Carter ha collaborato all'ideazione dell'abito: l'attrice infatti ci tiene a portare il proprio stile distintivo (ne ho già parlato qui) anche sul grande schermo, nei costumi che indossa.
Il risultato le è piaciuto così tanto che Helena ha fatto richiesta di poter tenere il costume, perché le piacerebbe indossarlo sul red carpet!
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