Gli Stars sono stati l'ultima pulsazione luminosa prima che
la cometa di Syd si spegnesse definitivamente, ma in realtà lui all'epoca era già da
un bel pezzo nella fase d'irrecuperabilità.
Non sono daccordo con coloro che sostengono che gli altri
componenti del gruppo avessero messo su la band coinvolgendolo solo per
sfruttarne la popolarità, perché anche se l'intenzione è innegabile, d'altra parte nelle
interviste del periodo lui dichiarava a più riprese la voglia di trovare dei
musicisti con cui tornare a suonare.
Syd non era soddisfatto dei suoi due album
solisti come di quello coi Pink Floyd, e sentiva la necessità di far
parte di un gruppo con tutto quel che ne consegue, anche se all'inizio della sua carriera da solo si diceva
contento di poter avere il 100% del controllo sulla sua musica.
Com'è noto gli Stars durarono pochissimo, e fu lui stesso ad
andarsene piantandoli in asso dopo una manciata di concerti passati alla
storia nella peggior maniera (il velenosissimo articolo del giornalista del
Melody Maker fu la goccia che fece traboccare il vaso e scatenò la furia di Syd).
Non dubito che quasi tutto ciò che venne scritto in quel
trafiletto corrispondesse a verità, tuttavia c'è da dire che il giornalista non ebbe
alcun tipo di tatto nei confronti dell'evidente e strafamoso disagio di Syd: al contrario,
ci marciò apposta.
Gli Stars si sciolsero per l'incapacità di Syd di stare su un palco e perché lui stesso si era accorto che non c'era la medesima chimica che
aveva con la sua vecchia band.
Di loro non ci rimane nulla, nemmeno una foto della formazione (abbiamo solo una fotina rubata di Syd live coi capelli lunghi).
A trascinarlo nella band era stata la sua ex
ragazza Jenny, e sospetto che “se il gruppo non fosse andato dalla
montagna Syd, la montagna non si sarebbe smossa di un centimetro” perché credo che nonostante le intenzioni, all'epoca lui versasse in una debolezza tale da
essere incapace di prendere l'iniziativa.
Il lato peggiore è che tutta questa storia non deve aver
avuto certo un buon effetto su di lui: sicuramente l'artista lo considerò come un ennesimo fallimento.
Il problema non poteva risolversi cambiando band, dato che
poi sul palcoscenico si ripeteva lo stesso copione tra canzoni monocorde,
accordi improbabili, catatonia e via dicendo...
Eppure, in tutto quel casino, Roger era crudelmente
consapevole di star scivolando in un baratro da cui non sarebbe uscito più.
Non lo avrebbe salvato rimanere nei Floyd: sia che la
band si fosse messa in pausa costringendolo a curarsi, sia che avessero
assecondato le sue follie sino al limite, avrebbero finito comunque per sfasciarsi
e perdere la loro occasione d'oro.
Tanto avevano capito la piega che Syd aveva preso – o forse
credevano veramente che avrebbe dovuto cavarsela da solo???
Certo, loro erano sulla rampa di lancio interstellare, e chiunque al loro posto avrebbe agito
così (o anche no), ma rimangono comunque una manica di bastardi.
Anche perché carriera a parte, come dice giustamente David Gilmour, in quarant'anni non si sono mai fatti vivi per vedere come stava,
neppure una telefonata.
Non c'era mica una legge che lo vietasse.
Non c'era mica una legge che lo vietasse.
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