Ogni volta che Tarja esce con un nuovo album (e con Colours In The Dark, che sarà pubblicato alla fine di agosto siamo già al terzo) il singolo di lancio è sempre un pezzo da paura!
Pensi di aver ascoltato tutti i tipi di note che una come Tarja può prendere, ed invece lei ti stupisce una volta ancora con la sua tecnica mostruosa e con la bellezza delle canzoni... questa Victim of Ritual è straordinaria secondo me, ed è impreziosita da note che riprendono il Boléro di Ravel, proprio come successe per I Walk Alone, il singolo del suo debutto solista che riprendeva Mozart.
Quindi ha voluto rimarcare il suo legame con la musica classica (nell'album precedente mancavano cose simili), anche perché, diciamocelo, lei si può permettere di inserire quella musica nelle sue canzoni senza che nessuno la critichi.
Ho tante speranze per questo nuovo album, perché, nonostante lei sia divina ed esegua alla perfezione ogni canzone, non sempre queste sono scritte bene o esaltano la sua eccellente voce: ad esempio nell'ultimo disco, a parte il singolo di lancio e il brano di apertura (il magnifico Anteroom of Death) le altre track lasciavano molto a desiderare come qualità ed erano abbastanza scontate. Tutto il lavoro era in bilico tra sprazzi classici e rock commerciale (sin troppo).
In definitiva, Tarja non è ancora riuscita a fare "l'album", quello dove l'equilibrio tra rock e classica è perfetto, in modo tale che lei possa esprimere al meglio il suo talento su canzoni ben scritte... lo so, non è facile, ma noi speriamo sempre: se accadrà allora sarà un "botto", un capolavoro, considerando che interprete è lei.
E lo dimostra recentemente con "Act I", un dvd live che fa venire la pelle d'oca (e capisci il significato delle parole "voce dal vivo" e gli altri dvd live che hai ti sembrano penosi).
Nel frattempo io non smetto di sostenerla e ammirarla, attraverso le varie fasi della sua carriera, sia come cantante lirica professionista sia per quello che sta facendo nella musica (e cioè avvicinare quei due generi) e non vedo l'ora di deliziare (mai termine fu più appropriato) le mie orecchie con Colours In The Dark!
Riguardo il video, molto originale, ecco la mia teoria.
Innanzitutto si richiama al titolo del cd ("Colori nell'oscurità") che, come Tarja ha spiegato si riferisce al fatto che il nero contiene tutti gli altri colori.
Nel videoclip vediamo tre artisti differenti: una musicista, un pittore, un ballerino. Inizialmente la musicista suona sempre le stesse note, il pittore dipinge solo col nero e il ballerino non danza. Poi arrivano i colori (giallo, rosso e blu), come a simboleggiare l'ispirazione artistica, ed ecco che lo spartito si riempie di note, che il pittore intinge il suo pennello nei colori e che il danzatore danza...
In seguito arriva Tarja, la quale ingaggia da sola una lotta contro dei figuri vestiti di nero (l'oscurità) che lanciano contro di lei della polvere nera, riuscendo a sopraffarla. Ma in suo aiuto arrivano i tre artisti, che grazie ai loro colori riescono a scacciare le tenebre.
Io la vedo così: ogni espressione artistica non solo scaccia il piattume, ma è capace di "far luce" nell'oscurità della nostra anima dandoci la possibilità di tirare fuori i suoi colori, ovvero le caratteristiche più profonde di noi stessi, che coi mezzi normali non riusciamo ad esprimere.
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