"Quanto era presente Syd a se stesso, al proprio dramma?"
"Dove si colloca il confine che delimita i suoi lampi di
genio dagli episodi in cui quell'etichetta è impropria?"
Questi sono i due quesiti che vengono in mente quando si
ascolta qualcosa come Vegetable Man, uno dei pezzi inediti di Syd
Barrett. O forse dovrei dire dei
Pink Floyd: già, solo che i restanti Pink Floyd ne hanno vietato la diffusione (su
youtube è impossibile ascoltarla, ma se voleste scaricarla lasciate un commento
e io vi dirò come fare).
È una bastardata, non c'era nessuna motivazione plausibile
per farlo, e non regge neanche il fatto che il pezzo non sia stato considerato
all'altezza del gruppo. Ad ascoltarlo sembra quasi grunge, è un altro dei
picchi creativi di Syd.
La canzone viene spesso citata a sostegno del
fatto che Syd fosse lucido riguardo a ciò che gli stava succedendo, ma io non
sono completamente d'accordo.
Jenner riferisce che il brano fu scritto da un Syd che
semplicemente si mise a descrivere gli abiti che aveva addosso.
In yellow shoes I get the blues,
So I walk the street with my plastic feet
with blue velvet trousers make me feel pink
Theres a kind of stink about blue
velvet trousers
In my paisley shirt, I look a
jerk,
and my turquoise waistcoat is
quite outta sight.
But oh, oh, my haircut looks so
bad....
Vegetable man! Where are you?
So I change my gear, and I bugger
my knees
and I cover them up with the
latest cuts
My pants and socks are all in a
box
It does take long to find darn
old socks
The watch, black watch, my watch
with a black face and a date in a
little hole
and all the luck, its what
I got,
Its what I wear, Its what you
see,
It must be me, Its what I am!
Vegetable man! Where are you?
Ah, ah ah ah, ah ah ah Hah, ah ah
ah, ah ah ah - oh!
I've been looking all over the
place for a place for me
But it ain't anywhere
It just ain't anywhere.
Vegetable man, Vegetable man,
Vegetable man. Vegetable man, Vegetable man, Vegetable man,
He's the kind of fella you just
gotta see if you can, Vegetable man.
L'atmosfera generale è scherzosa, ma non escludo
assolutamente che il testo si riferisca a lui, specie nella parte finale. L'intero
repertorio di Barrett è autobiografico: sono giunta a questa certezza,
anche nei testi più criptici.
Il personaggio descritto è un mix tra un personaggio
fantastico, grottesco, e lui stesso.
Vegetable Man è uno degli esempi migliori dell'ormai
leggendario stile barrettiano: parole che sgorgano liberamente, in maniera
diretta, canzoni dipinte come quadri... “vere”. Qualcuno ha definito Barrett il
Pollock della musica: è una definizione che calza a pennello.
Anche quando Roger scriveva testi ispirati a opere
letterarie o quant'altro, lo faceva senza alcuna pretesa intellettuale, ma
seguendo un approccio naturale.
Roger non avrebbe mai scritto, che ne so, riguardo alla
guerra in Vietnam, o imposto un punto di vista netto in una canzone: l'avrebbe
trovato ridicolo.
D'altra parte mi chiedo: veramente tutti gli episodi del suo
repertorio si possono considerare geniali? Credo di no, non tutti: il culto di
Barrett si è ingigantito così tanto da far dimenticare che lui era un essere
umano. In alcuni Roger brilla di genialità e in altri no... come lui,
era così: una persona difficile da definire.
Quanto al primo quesito, ne siamo sicuri, la risposta è
affermativa, e più che in questo caso, Syd ne dà la prova in altri pezzi tipo
Dark Globe, dove è evidente che era consapevole del proprio dramma. Le
sue canzoni sono la testimonianza della sua umanità, di un uomo
dall'intelligenza fine e sensibilissimo, così sensibile che alla fine quella
sensibilità si è rivelata un'arma a doppio taglio.
2 commenti:
Non capisco solo una cosa di questo pur ottimo articolo: a volte si parla con esattezza di Syd e a volte di Roger. Mi sembra evidente ci sia un poco di confusione...
Enzo...
Questo perché Syd era uno pseudonimo.
Un nome d'arte.
Il suo vero nome era Roger Keith Barrett.
Ed è esattamente così che avrebbe voluto che fosse ricordato.
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