Caro fratello (Oniisama e...)

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Riyoko Ikeda, ovviamente, non è solo Le Rose Di Versailles. Dopo quel capolavoro che tutti conosciamo, nel 1975 uscì Oniisama e... , da noi conosciuto come Caro Fratello.
Stavolta la storia è ambientata ai giorni nostri, e la protagonista, Nanako Misonoo, è la ragazza della porta accanto che si prepara a frequentare le superiori nel prestigioso istituto femminile Seiran, dove impera un'associazione tutta al femminile denominata Sorority, composta dalle ragazze più ricche e altolocate.
La vita di Nanako verrà sconvolta dall'incontro con tre donne tanto belle quanto complesse: Saint.Just, Lady Miya e Kaoru, l'una diversa dall'altra ma legate tra loro.
Nanako confida tutto quel che le succede in una fitta corrispondenza con un “fratello” che in realtà non è tale, in quanto si tratta di un supplente che incontrò alle medie e con cui sentì subito un legame particolare.
Questo deliziosa manga, che si sviluppa in soli due volumetti (o quattro a seconda dell'edizione, in ogni caso è una spesa sostenibilissima), è stato adattato in un anime di 39 episodi doppiato anche in italiano.
Anime e manga sono interscambiabili, sono molto simili a parte alcune sottigliezze e il finale (la differenza maggiore).
Le differenze princupali sono:
ñ     il finale
ñ     la causa della morte di Saint-Just
ñ     l'approfondimento del personaggio di Lady Miya
ñ     l'approfondimento del rapporto tra Nanako e Tomoko
Oniisama e... affronta il delicato momento di passaggio all'età adulta con incredibile sensibilità, intelligenza e realisticità: ci si affeziona ai protagonisti perché i loro dolori sono veri, sono i dolori della vita, non si tratta di personaggi stereotipati. Il tutto è visto da una prospettiva palesemente femminile, che mi porta a consigliare quest'opera a ragazze di tutte le età. Io non la definirei né shojo né shojo ai, più che altro è simile a un romanzo di formazione.
Tutti i personaggi femminili hanno i loro lati affascinanti, ma inevitabilmente su tutte spiccano le tre che ho nominato prima, che rappresentano tre tipi diversi di donna.
Saint Just è romantica, decadente, sembra uscita dalle poesie di Verlaine che legge: è una donna devastata da una fragilità che la rende autodistruttiva e aliena rispetto al mondo che le gira intorno; la sua alienazione è aumentata dall'abuso di medicinali. In realtà l'unico mondo in cui Rei Asaka (il suo vero nome) vive è dentro se stessa, ed è questo a soffocarla. La sua stanza è desolante, tappezzata ovunque di specchi che riflettono la sua immagine. Sin dall'inizio la sua sorte ci appare segnata, in costante bilico tra la vita e la morte.
Sua sorella Fukiko (detta Lady Miya), con cui ha un tormentato rapporto, apparentemente è molto diversa: regale e orgogliosa, controlla tutto dal suo inarrivabile piedistallo. Ma in realtà anche lei nasconde una vulnerabilità terribile nell'animo, però a differenza di Rei non la esprime, anzi la esaspera sottopelle senza condividerla con nessuno, perché è talmente orgogliosa che per lei farlo costituirebbe un'onta.
Fukiko è il mio personaggio preferito (un po' le somiglio), mi è dispiaciuto che nel manga abbia meno spazio che nell'anime (dove però le fanno compiere cattiverie assurde e infantili, non solo verso la sorella ma pure nei confronti di Nanako). Lady Miya si contrappone a Rei, perché quest'ultima non è capace di nascondere il proprio dolore, si "offre” agli altri, invece sua sorella cerca il distacco  per non soffrire ed è come se recitasse una parte, distante dalla vera se stessa.
Infine c'è il principe Kaoru, tutto sommato la più normale, se non si trovasse a fare i conti con il problema peggiore. Kaoru è per lo più positiva e diretta, matura e piena di energia, tuttavia anche per lei non mancano i momenti di sconforto. Si contrappone a Rei per la grande forza interiore e la voglia di vivere.
La conclusione della vicenda non è “rose e fiori”, e questo mi è piaciuto perché effettivamente la vita non è così: i dolori non scompaiono per magia, e a volte si trascinano dietro per tutta la vita, ma l'autrice vuole spronarci ad accettarli e andare avanti come fa Nanako.
Oniisama e... è una piccola perla preziosa, e ovviamente i disegni della sensei sono bellissimi. Le vicende nel manga sono forse un po' troppo condensate, mentre nell'anime – sul quale non ho nulla da ridire perché è un adattamento degno di questo nome – si dipanano con più calma.
Riyoko Ikeda ha voluto rendere vera protagonista di quest'opera la vulnerabilità femminile, che è sì la nostra debolezza, ma anche la nostra forza e il nostro fascino.
Voto all'anime e al manga: 10



La moda delle protagoniste
Nel manga, particolare attenzione è dedicata agli abiti delle protagoniste (lo stesso non si può dire dell'anime, purtroppo). A me sono piaciuti molto e si vede che la sensei ha gusto nel disegnare bei vestiti per i suoi personaggi, perciò mi sembrava carino scrivere una piccola guida ai loro look:
Lo stile "nobile" di Saint Just: Rei ama indossare camice romantiche con jabot e rouches a profusione, che di solito abbina a giacche che le conferiscono un'aria mascolina. Non disdegna fiocchi e cravatte, e si veste esclusivamente di bianco e nero
Lo stile "principesco" di Lady Miya: impossibile vederla con i pantaloni (eccetto quando deve fare equitazione): Fukiko ama esprimere la propria femminilità portando gonne lunghe che abbina sempre con camice eleganti. Alle quali spesso abbina un cerchietto per capelli nello stesso motivo o colore.
Lo stile "mascolino" di Kaoru: il principe Kaoru rispetto alle altre ha un look più casual e sportivo (infatti è una grande appassionata di sport). Veste spesso camicie dal sapore un po' country e non porta quasi mai gonne. Le piacciono anche maglioncini dolcevita e impermeabili.
Lo stile "lolita" di Nanako: veste per lo più abitini bon ton che arrivano al ginocchio, con colletti graziosi o particolari, impreziositi da decorazioni come nastri e merletti. Spesso questi vestiti hanno le maniche a palloncino e sono segnati in vita da una cintura

Tre gallery per Orlando

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perché una non era sufficiente! Oltre alla solita HQ, una gallery sui suoi ruoli più famosi e ovviamente la gallery più golosa (ce ne sarebbero a palate di foto sexy di lui, ho postato quelle che personalmente mi piacciono di più)

GALLERY HQ

GALLERY CINEMATOGRAFICA

SEXY GALLERY

Orlando Bloom

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Sono diventata fan di Orlando alle medie: come per il 99,9% delle sue fan, l’ho scoperto con Il Signore Degli Anelli, anche perché, prima di quel capolavoro, lui faceva soltanto teatro.
Mi dispiace molto sia per le critiche che gli sono state mosse nel corso della carriera, come ad esempio che sia bravo unicamente nei film in costume, sia per il fatto che negli ultimi anni non abbia avuto molte proposte lavorative… ora è un po' tornato alla sua passione originale, dato che attualmente ha trionfato a Broadway con una moderna versione di Romeo e Giulietta. In realtà, forse gli è mancato quel ruolo che gli doveva permette di fare il fatidico passo da idolo delle teenager ad attore apprezzato. Orlando Bloom è bellissimo, è vero, ma questo non è un buon motivo per screditarlo come attore. Quelle critiche sono infondate, non solo perché oggi i blockbuster hollywoodiani sono pieni fino alla nausea di esordienti che recitano coi piedi (e sono stata buona) cui per di più sono affidate parti da protagonisti, ma anche perché Orli è un professionista, basterebbe la suddetta gavetta teatrale a provare la sua preparazione.
A ciò poi si aggiungono le sue doti personali: il suo esser un uomo a modo … a volte un po’ scapestrato. Insomma, non è il solito belloccio senza cervello, come affermano i suoi detrattori. Da qualche anno è anche diventato l’affettuoso papà di un bambino bello come lui.
Quando avevo 12 anni, la mia migliore amica era fan di Elijah Wood e io di Orlando; mi ricordo che collezionavamo qualsiasi cosa li riguardasse (allora iniziavano ad uscire articoli su di loro e cominciavano ad avere qualche informazione  in più) : sapevo tutte le parti del corpo che si era rotto Orlando e lei tutti i film di Elijah (quando li passavano in tv, dovevamo chiedere il favore a una nostra amica di registrali, dato che noi non avevamo il videoregistratore, a quell’epoca c’erano ancora le benedette cassette) e ogni giorno puntualmente si litigava su chi fosse il migliore tra i due… 
Elijah Wood è un’altra questione: è uno molto intelligente, anche un po’ nerd, ed è il classico bambino prodigio del cinema. Ecco cosa Elijah diceva di Orlando in una vecchia intervista di quegli anni:

“La prima volta che ho visto Orlando, l’ho trovato un po’ troppo inglese come persona: serio, professionale, riservato… ci vuole un po’ per conoscerlo”

Orlando invece diceva di lui che era molto timido e simpatico e che gli invidiava i magnifici occhi (che facevano impazzire la mia migliore amica).
Ma per me Orlando era sempre il migliore e ancora oggi è uno dei numeri uno (attualmente non è il mio attore preferito – è Keanu Reeves – ma gli rimango comunque affezionata in maniera particolare).
Ne avrei tante da dire su di lui (mia madre pure, con i muri della mia stanza completamente rovinati perché erano tappezzati con i suoi poster!), per esempio sulla ormai storica comparsata a Sanremo in cui fu baciato a  tradimento dalla Cabello (non riuscivo a crederci… e poi poverino!) in anni da fan ci sono stati periodi in cui l’ho un po’ accantonato, ma il “primo amore” è difficile da scordare…
È stato bello poterlo rivedere nuovamente nel ruolo che gli ha dato lustro e successo, confesso che mi è venuta un po’ di nostalgia. Non vedo l’ora che esca il terzo episodio de Lo Hobbit per poter ammirare ancora Legolas… e pensare che Orlando, il provino l’aveva fatto per il ruolo di Faramir (poi affiato a David Wenham; tra l’altro Faramir era il personaggio preferito di Tolkien). 
Quando ero ragazzina, sognavo di poter andare a casa sua, cioè Canterbury. E guarda caso, sono nata il giorno del santo arcivescovo di Canterbury… insomma, mi sa che ero predestinata!

Le mie frasi preferite del grande Albert Einstein

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È più facile scindere un atomo che abolire un pregiudizio.

I grandi spiriti hanno sempre incontrato l'opposizione violenta delle menti mediocri.

Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo "universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sperimenta sé stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine.
Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.


L'importante è non smettere di fare domande.

Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione delle superstizioni più infantili.

La logica ti porta da a a b. L'immaginazione ti porta ovunque.

Le gravi catastrofi naturali reclamano un cambio di mentalità che obbliga ad abbandonare la logica del puro consumismo e a promuovere il rispetto della creazione.


Non penso mai al futuro: arriva fin troppo presto.

Tutto il nostro lodato progresso tecnologico - la nostra molta civiltà - è come la scure nella mano di un criminale patologico.

Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni.

Mi fa orrore quando una bella intelligenza è abbinata a una personalità ripugnante.

L'arte é l'espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice.

La saggezza non è un prodotto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla, che dura tutta la vita.


Tutti siamo consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui si trova la società umana, stretta in una sola comunità da un destino comune; tuttavia solo pochi agiscono tenendo presente ciò. La maggior parte della gente continua a vivere la propria vita giorno per giorno: per metà spaventati, per metà indifferenti, se ne stanno a guardare la spettrale tragicommedia che viene rappresentata sulla scena internazionale di fronte agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su questa scena, sulla quale gli attori sostengono, sotto la luce dei riflettori, le parti stabilite, viene deciso il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni.


La scienza può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere.

Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni.

Chi non è più capace di fermarsi a considerare con meraviglia e venerazione è come morto: i suoi occhi sono chiusi.


Quello che davvero mi interessa è se Dio, quando creò il mondo, aveva scelta.

L'umanità avrà la sorte che saprà meritarsi.


Non preoccuparti per le tue difficoltà in matematica poiché le mie sono ancora più grandi.