n.28: "Know Your Rights" - The Clash

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Questo è un annuncio di pubblica utilità
con le chitarre!
Conoscete i vostri diritti
tutti e tre

Numero 1
Avete il diritto di non essere uccisi
L'omicidio è un crimine
A meno che non venga commesso da un poliziotto
o da un aristocratico

Numero 2
Avete il diritto ai soldi per mangiare
che naturalmente comporta che accettiate 
un po' di umiliazione, investigazione
e, incrociate le dita, riabilitazione

Giovani delinquenti!
Conoscete i vostri diritti

Numero 3
Avete il diritto di parlare liberamente
finché non sarete così stupidi
da farlo sul serio

Conoscete i vostri diritti
Questi sono i vostri diritti
Tutti e tre
Ci sono fonti che sostengono
che questo non basta! Beh...

Via dalla strada
Via dalla strada
Di corsa
Non avete una casa dove andare?
Aria!

E leggerò infine i vostri diritti
Avete il diritto di stare zitti
Sappiate che tutto ciò che direte
verrà registrato
e potrà essere usato come prova contro di voi

Datemi retta
Scappate!


Questa canzone e Get Up Stand Up di Bob Marley sono equivalenti, seppur uscite a distanza di dieci anni. E il messaggio che lanciano è sempre attuale (ora specialmente)... Credo che la ragione per la quale Strummer elenchi solo tre diritti, violati tutti e tre, sia sottolineare che neppure questi basilari vengono rispettati. In pratica quello che la società, o chi per lei, dice di garantire, non è vero: bisogna sempre stare all'erta per difendere i propri diritti.
Molti considerano i Clash comunisti (così come Bob Marley, il quale tra l'altro, dopo averli ascoltati, disse di apprezzare quel gruppo di bianchi), ma in realtà i messaggi che lanciano nelle loro canzoni sono universali, non importa la corrente politica.
Da sempre sono il mio gruppo preferito. Quando mi si chiede quale sia l'album che amo di più, di solito rispondo London Calling (tra i miei dieci dischi preferiti in assoluto), ma ho capito che più che altro dipende dal periodo...
Ora sono nel periodo Combat Rock. Di quest'album mi piace che si stacca completamente sia da tutto ciò che la band aveva fatto prima (rimane ben poco del punk) sia dalla musica che andava per la maggiore in quel periodo (siamo nel 1982). Un disco che apre le porte a generi differenti, ma che contiene due hit come Should I Stay or Should I Go e Rock The Casbah, aperto da questa pietra miliare.


Tempo fa incontrai una persona che da giovane li aveva visti live; non si ricordava l'anno esatto, ma era nella seconda parte della loro carriera, probabilmente proprio nel periodo Combat Rock
Mi raccontò degli aneddoti sul concerto (mi chiese anche se fossi mai stata ad un loro concerto!... Ma non vedi quanto sono giovane, idiota?). Lui era un fan di Bruce Springsteen (!) ma quando gli chiesi com'erano dal vivo mi disse: "Fantastici. Era impressionante come tenevano il palco", mi parlò dell'energia pazzesca che trasmettevano...
I Clash sono al secondo posto, dopo i Beatles, nella mia classifica personale delle band del passato che mi piacerebbe vedere dal vivo se ne avessi la possibilità (al terzo posto credo ci siano i Sex Pistols, seguiti dai Queen).
Sono loro fan da anni ormai, nel tempo li ho fatti conoscere ad altre persone, e più ne passa più li apprezzo. Non ho scoperto i Clash perché qualcuno me li ha consigliati o mi ha prestato i cd, come mi è successo con altri gruppi, li ho "scelti" io: ricordo bene il giorno in cui ho comprato London Calling nel negozio di dischi.
Joe Strummer era una persona unica, e loro avevano tutto quello che si può chiedere ad una band.
Il grande critico Lester Bangs disse di loro: "Sono l'unico gruppo che conti qualcosa".
Forse aveva ragione.
C'è molto da dire e non posso scrivere tutto in questo post, ma essere una fan dei Clash, tra le altre cose per me significa continuare a credere che un mondo migliore sia possibile.

... E CON  QUESTO ABBIAMO CONCLUSO LA PLAYLIST DI FEBBRAIO

n.27: "Diva" - Origa

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Praticamente Diva è la traccia di apertura di Era of Queens.
Il curioso testo - anche se definirlo testo è esagerato - sembra riferirsi ad una donna magnifica, potente ed affascinante (i versi in inglese dovrebbero descriverla: regina dei cuori maschili e dell'amore, cavaliere dalla corazza di diamante e dunque forte ed indistruttibile, oscura come un cielo senza luna e senza stelle, senza di lei il mondo non avrebbe senso) e come vi avevo detto sono scritti in uno stile "simil stilnovo".
Più o meno sarebbe a dire: "una rara bellezza mai vista in terra, che con il suo apparire mise in ridicolo il sole". 
"Scornare" è un verbo ormai in disuso che significa proprio "far vergognare/umiliare" qualcuno. Non so quale sia l'origine effettiva, ma mi viene in mente che le corna negli animali maschi rappresentino un segno di forza, e dunque suppongo che in qualche modo "scornare qualcuno" significhi togliergli il proprio potere, la propria posizione ecc...
Grazie Origa che ci fai imparare!!!


The Queen of hearts,
A Diamond knight,
A starless sky no moon light,
The world just makes no sense...

Rara belta non mai piu vista in terra,
Che fea co'l suo apparir gia scorn'al Sole


n.26: "Whole World Is Watching" - Within Temptation (ft. Dave Pirner)

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Sharon, bella voce; Dave bella voce; indi: bel risultato. Uno dei pochi passaggi degni di nota nell'ultimo disco della band, Hydra. Avrei voluto risparmiarvi l'insulso videoclip:


Speriamo che le teste dell'Idra non si moltiplichino come nel mito, perché per me quest'album è davvero mostruoso (in senso negativo). 
Come fan dei WT dai tempi di Silent Force, mi arrogo il diritto di affermare che quest album, così come il precedente lavoro, non è assolutamente all'altezza di ciò che potrebbero (dovrebbero, a questo punto della carriera) rendere e di ciò che è stato fatto in passato. E ciò non dipende dalle nuove sonorità più orecchiabili - sebbene la delusione a riguardo sia normale - perché una canzone fatta bene rimane pur sempre una bella canzone, che sia pop o di qualsiasi altro genere. 
Mentre i loro colleghi progrediscono, e persino Tarja, che viene ospitata nel disco in un duetto a dir poco sprecato, esce con un cd fantastico, i Temptation vanno indietro, come i granchi.
Di metal non c'è più nulla, e nemmeno di rock quasi: il sound si va sempre più stabilizzando su un pop-rock addomesticato che non ha tratti personali. Dov'è finito il fascino dei primi tre album? Venduto in favore del successo ottenuto?
Ma perché poi fare una scelta simile?
Trovo che questo disco sia un po' meglio del suo predecessore, ma la pretesa di spaziare tra i vari generi non regge proprio: una cosa è sperimentare e creare commistioni valide, una cosa è buttare tre pezzi lì, tanto per, tra l'altro evidentemente costruiti per acchiappare le orecchie al primo ascolto. Alla fine è noioso. 
Quanto possono durare canzoni così? Quanto possono penetrare a fondo in chi ascolta?
Dell'idra si salvano poche teste, purtroppo: una è il duetto di cui sopra, poi la open track "Let Us Burn" che ci riporta ai bei tempi andati e "Edge of the World"...
Il mostro spaventa ancora di più nella sua versione con le bonus track, dove tra inutili cover di momentanei tormentoni pop e pezzi dance (!!!) viene il sospetto che ci vogliano preparare al peggio.
Eppure, loro non dovrebbero permettersi di sprecare una vocalità come quella di Sharon...
Mi spiace abbiano preso questa deriva smaccatamente commerciale, perché loro erano una band valida; inoltre in questo disco si nota in maniera imbarazzante la voce effettata di lei, con un effetto eco di cui non c'era affatto bisogno (quasi quasi meglio le tracce in versione grezza).
A questo punto nutro poche speranze che tornino al sound genuino degli esordi, ma se credono che andare avanti in questo senso paghi, secondo me si sbagliano.
Voto: 6/10 (perché mi sento buona, e sperando che con qualche altro ascolto la mia opinione vada migliorando)

n.25: "Leave in Silence" - Depeche Mode

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Nel 1982 Martin doveva dimostrare di essere all'altezza delle aspettative come nuovo autore dei Depeche Mode e questa è la prima grande canzone che abbia scritto (e una delle migliori in assoluto nel loro repertorio).
Certo, ascoltandola oggi è un po' datata, ma registrandola ancora sarebbe di nuovo un successo, ne sono certa.
È molto "depeche-pensiero" ... in un certo senso esprime lo stesso concetto di Enjoy The Silence.
Sul videoclip glissiamo (è quasi orribile)!




Me lo sono detto così tante volte prima
Ma questa volta penso di dirlo con certezza
Abbiamo raggiunto un punto fermo
Niente ci salverà dalla grande caduta

Abbiamo raggiunto la nostra conclusione naturale
Siamo sopravvissuti all'illusione
Odio trovarmi in queste situazioni
Che richiedono relazioni diplomatiche

Se solo sapessi la risposta
O se pensassi che avessimo una possibilità
O se potessi fermare [tutto] ciò
Impedirei che questa cosa si diffondesse come un cancro

Cosa posso dire? (Non voglio più giocare)
Cosa posso dire? Mi incammino verso la porta
Non riesco a sopportare questa violenza emotiva
Me ne vado in silenzio

Ci abbiamo corso intorno per tutto l'anno
Facendo questo e quello senza concludere niente
Questa sarà l'ultima volta
(Penso di averlo [già] detto l'ultima volta)

Se solo avessi una pozione
Qualche intruglio magico
Che possa fermare [tutto] ciò, lo fermerei
Metterei le ruote in movimento

Cosa posso dire? (Non voglio più giocare)
Cosa posso dire? Mi incammino verso la porta
Non riesco a sopportare questa violenza emotiva
Me ne vado in silenzio


n.24: "A Simple Motion" - t.A.T.u.

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Che piacciano o meno, che siano nate a tavolino o no, loro sono state un caso più unico che raro nel music business.
Yulia e Lena non sono mai state davvero lesbiche: fu una trovata del loro manager, Ivan Shapovalov, da cui si allontanarono dopo il primo disco, e nei documentari all'epoca lo ammettevano senza problemi; eppure sono state importanti per quello che rappresentavano, hanno infranto un muro.  
Sono un caso unico almeno per altri due motivi: sono un duo femminile e vengono dalla Russia.
Grazie a quella trovata, per una breve stagione, un gruppo di giovanissime russe, nazione che mai era venuta fuori musicalmente, conquistò il mondo...
Non si è mai capito bene che razza di individuo fosse Shapovalov in realtà, se era un genio incompreso o il bastardo che voleva continuare a manipolarle... lui rimane comunque il loro ideatore, ma Yulia e Lena hanno voluto continuare da sole, e sanno fare bene il loro lavoro.
Del resto cantano e suonano il piano fin da bambine e già si conoscevano da anni. Sono legate da un'amicizia profonda, anzi sono quasi sorelle, come hanno dichiarato più volte. Vennero scelte per formare un gruppo perché le loro voci erano molto simili, sebbene quella di Yulia sia un tantino più roca e intensa, mentre quella di Lena assolutamente angelica. Il resto, come si dice, è storia.
Quando il fenomeno Tatu iniziò a sgonfiarsi, l'esperienza all'Eurovision Festival fu un fallimento e Yulia era in attesa della sua prima figlia, su di loro piovve ogni tipo di cattiveria: si parlò perfino del loro come un progetto pedopornografico, quando invece non aveva proprio nulla a che fare.
L'unica cosa della quale possono essere accusate è l'aver giocato troppo sull'amibiguità sessuale, ma a distanza di anni, come dicevo all'inzio, questa cosa ha avuto più effetti positivi che danni .
Le Tatu hanno pubblicato tre album, dei quali solo i primi due approdati sul mercato internazionale (anche se ogni volta i pezzi venivano registrati in due versioni, inglese e russo), poiché del terzo "Waste Management" se ne sono perse misteriosamente le tracce, almeno qui da noi... poi lo scioglimento, per dedicarsi entrambe a carriere soliste, e infine, in tempi recentissimi, la reunion.
Sebbene la bellissima Lena Katina sia colei che tra le due ha riscosso più consensi con i suoi lavori solisti e le collaborazioni (Yulia Volkova invece purtroppo ha avuto di nuovo problemi alle corde vocali, e sembra che l'uscita del nuovo disco dipenderà proprio da questo fatto) è innegabile che siano più forti insieme che da sole, e che ormai i loro fan sparsi per tutti il globo siano affezionati al gruppo.
Il 2012 è stato l'anno dei festeggiamenti: il decennale dal loro famoso disco di debutto "200 km/h In The Wrong Lane", che vendette milioni di copie in tutto il mondo ottenendo vari dischi d'oro e lanciò le Tatu come star codificando il loro stile musicale, la pop-dance.
Per l'occasione l'album è stato ripubblicato, con l'aggiunta di questa bella canzone, che pare non sia un inedito vero e proprio poiché fu scritta a quell'epoca e mai pubblicata.
Ultimamente Lena e Yulia hanno girato una pubblicità per una famosa marca di barrette al cioccolato vestite da scolarette esattamente come agli esordi! Poi, a sorpresa, eccole esibirsi all'apertura delle Olimpiadi di Sochi! Ovviamente è stato un successo, la notizia è rimbalzata e per loro è stato un ottimo apripista per la pubblicazione del nuovo lavoro. Come mai una nazione come la Russia che non è ancora davvero tollerante con gli omosessuali, ha fatto una scelta simile? 
Perché si vede che alla fine le t.A.T.u., per loro, sono sempre un simbolo di patrio orgoglio, e quantomeno davanti agli altri vogliono dare una parvenza da paese aperto (sebbene non lo siano affatto).
Io non mi vergogno di ascoltarle: le seguo sin dal loro primo album e mi piace la loro musica, le loro voci, le canzoni orecchiabili. Mi piace l'idea di libertà che rappresentano, in loro non c'è niente di morboso. E poi sono due tipe in gamba, due ragazze aperte e semplici, lontane mille miglia dallo star system: a ben vedere sono molto meno costruite della maggior parte degli artisti, sono due cantanti oneste.
Il nuovo singolo dovrebbe arrivare a breve.



The simplest stroke is the swell of the ocean
The slightest caress, a well of emotion
Flowing through you and flowing through me
Waiting in silence, swirling inside you
Steady and slow, rhythm is patience
All that we know, answers to questions
Growing in you, growing in me
Fulfilling a need, over and over

A simple motion…

A simple motion over and over…

The smallest of glances, a deep understanding
A brush of your hand, love everlasting
Covering you, covering me
Eternally made, over and over
The quietest whispers drown out explosions
Voices are heard but words never spoken
Coming from you and coming from me
Filling a void over and over

A simple motion…

A simple motion over and over
A simple motion over and over
A simple motion over and over
A simple motion over and over
A simple motion 
Over and over
Over and over

n.23: "A Groovy Kind of Love" - Phil Collins

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When I'm feeling blue, all I have to do
Is take a look at you, then I'm not so blue
When you're close to me, I can feel your heart beat
I can hear you breathing near my ear
Wouldn't you agree, baby you and me got a groovy kind of love

Anytime you want to you can turn me onto
Anything you want to, anytime at all
When I kiss your lips, ooh I start to shiver
Can't control the quivering inside
Wouldn't you agree, baby you and me got a groovy kind of love, oh

When I'm feeling blue, all I have to do
Is take a look at you, then I'm not so blue
When I'm in your arms, nothing seems to matter
My whole world could shatter, I don't care
Wouldn't you agree, baby you and me got a groovy kind of love
We got a groovy kind of love
We got a groovy kind of love, oh
We got a groovy kind of love


n.22: "I won't if you won't" - Frankenstein di Mary Shelley OST

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Compositore: Patrick Doyle
Ci tenevo ad includere in questa playlist qualche brano dalle colonne sonore dei film.
Questo romantico pezzo fa parte della colonna sonora per il film "Mary Shelley's Frankestein" del 1994, diretto da Kenneth Branagh, uno dei miei preferiti; del film mi piace tutto: la storia gotica, il regista, Helena Bonham Carter, i bellissimi costumi, e ovviamente ho letto anche il libro. 
Peccato che non abbia raccolto il successo che meritava...
Ho faticato per trovare l'intera soundtrack, composta dallo scozzese Patrick Doyle, il quale è famoso per aver musicato egregiamente parecchie pellicole (tra le quali persino un episodio di Harry Potter) ed è il fido compositore di Kenneth, che segue sin dai tempi del teatro.
È una soundtrack sinfonica molto drammatica e potente, come il film, nella quale questo passaggio rappresenta uno dei pochi momenti leggeri: è il tema d'amore della tragica storia di Victor ed Elizabeth, ed è ripreso in altre due tracce, "Please Wait" e "The Wedding Night".
Ci intravedo qualcosa di "Cavalleria Rusticana" di Mascagni, come ho detto è un pezzo davvero romantico.

n.21: "High School Never Ends" - Bowling For Soup

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Non so chi mi abbia messo questa canzone sul mp3, ma me la sono ritrovata... 
Loro sono conosciuti principalmente per "1985" (che è una cover!), e questa ne è un po' la prosecuzione (ad un certo punto ci sono anche i nomi dei personaggi famosi).
La storia delle persone "impopolari" (per non usare altri termini) al liceo è cosa abbastanza comune, non credo di essere stata io l'unica, anche se per fortuna nessuno mi ha mai fatto scherzi così tremendi... Comunque penso che il pezzo parli del fatto che alla fine non si cambia, anche dopo che la scuola finisce: si può cambiar vita, ma si continua ad essere le stesse persone e a schifare un certo tipo di gente...



Quattro anni, penserai
Questo è tutto quello che dovrai sopportare
Tutti gli str****,
Tutte le pollastrelle con la puzza sotto al naso
Così superficiali,
Così immaturi

E quando ti diplomi
Ti guardi attorno e dici
HEY, UN ATTIMO!
Tutto questo è come ciò da cui arrivo
Pensavo fosse finito
Fantastico!

Tutto lo stramaledetto mondo è ossessionato
Da chi è meglio vestito
Da chi sta facendo sesso
Da chi ha i soldi
Da chi si becca le più fighe
Chi è più o meno carino
E chi è solo un casino

E tu ancora non hai il look giusto
E non hai gli amici giusti
Niente cambia, se non le facce, i nomi e le mode
Il liceo non finisce mai!

Guardate i ragazzini popolari
Non indovinerete mai cos'ha fatto Jessica
Come ha fatto Mary Kate a perdere tutto quel peso
E Katie ha avuto un bebè quindi suppongo Tom sia etero

E l'unica cosa che importa
è scalare la scala sociale
S'interessano ancora dei tuoi capelli e quale auto guidi
Non importa tu abbia 16 o 35 anni

Reese Witherspoon
E' la reginetta del ballo
Bill Gates
Capitano della squadra di scacchi
Jack Black
Il Clown
Brad Pitt
Il quarterback
L'ho gia visto prima
Rivoglio i miei soldi indietro!

Tutto lo stramaledetto mondo è ossessionato
Con chi è meglio vestito e chi sta facendo sesso
Chi è nel club
E chi si droga
Chi vomita, prima di digerire

E ancora non hai il look giusto
E ancora non hai gli amici giusti
E ancora ascolti la stessa merda che ascoltavi allora
Il liceo non finisce mai!

il liceo non finisce mai

Tutto lo stramaledetto mondo è ossessionato
Da chi è meglio vestito
Da chi sta facendo sesso
Da chi ha i soldi
Da chi si becca le più fighe
Chi è più o meno carino
E chi è solo un casino

Ed io ancora non ho il look giusto
Ed io ho ancora gli stessi tre amici
E sono lo stesso di allora
Il liceo non finisce mai

Ci risiamo da capo!

n.20: "Do You Know" - Jessica Simpson feat. Dolly Parton

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Vi sareste mai aspettati di trovarvela nella playlist? Beh, su di lei non mi pronuncio... ma grazie a questa canzone, abbastanza piacevole, ho scoperto Dolly Parton, che ha una voce fantastica.


n.19: "Venus" - Lady Gaga

Author: Grace / Etichette: ,

Questa storia di "Artflop" io non la capisco... certo, forse l'ultimo disco sta vendendo meno degli altri, ma da qui a dire che non sia un successo ce ne vuole! Inoltre Lady Gaga dimostra per l'ennesima volta di essere avanti rispetto alle sue colleghe del pop: nel suo campo è la migliore, non c'è scusa che tenga.
Artpop è pieno di potenziali hit e pezzi originali, insomma è all'altezza dei predecessori.
Ho la sensazione - e lo dico non essendo sua fan - che ci siano fin troppe persone che aspettino con ansietà che la carriera di Gaga prenda una piega discendente (per non parlare di quelli che la odiano proprio): in fin dei conti non è vero che Lady Gaga piaccia a tutti, lei è sempre molto estrema in quello che fa e credo che molti la vedrebbero volentieri mangiare la polvere...
La mia canzone preferita del disco è senza dubbio "Venus", ma amo anche "Manicure", molto Gaga-style e potenziale tormentone, la sofisticata titletrack "Artpop", "Aura" con un intro bellissimo, la ballad urlata "Dope", "Gypsy", le canzoni modaiole come "Donatella" e "Fashion!", "Swine" forse la mia seconda preferita... in pratica quasi tutte!
Sarebbe bello se il nuovo singolo, di cui si è vociferato così a lungo, fosse "Venus"... io continuo a sperarci, ma pare che invece si tratterà di "G.U.Y.", la quale non mi fa impazzire particolarmente... saremmo già al terzo singolo, anche se "Do What U Want", col suo "mezzo" videoclip, non è che sia andato tanto bene.




I can’t help the way I’m feeling
Goddess of love please take me to your leader
I can’t help I keep on dancin’
Goddess of Love! Goddess of Love!


Take me to your planet (to the planet)
Take me to your leader (to the planet)
Your leader, Your leader (to the planet)
Take me to your planet (to the planet)
Take me to your planet (to the planet)
Take me to your Venus (to the planet)
Your Venus, Your Venus (to the planet)



When you touch me I die
Just a little inside
I wonder if this could be love
This could be love
Cuz you’re out of this world
Galaxy, space and time
I wonder if this could be love


... VENUS!



n.18: "Stay (Far away, so close)" - U2

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Suppergiù negli anni'90 gli U2 cominciarono a credersi onnipotenti: fu da allora che iniziarono a smettere di essere la più grande band del pianeta.
Fatti sul brano:
  • Dall'album Zooropa del 1993
  • Fa parte della colonna sonora dell'omonimo film di Wim Wenders
  • allacciandosi al film, parla di angeli custodi
  • è una delle canzoni più belle degli U2
  • è una delle canzoni più sottovalutate degli U2



Luce verde, Seven Eleven 
Ti fermi ed entri per prendere un pacchetto di sigarette
Non fumi, non ne hai nemmeno voglia
Ehi ora, controlla il tuo resto
Vestita come un incidente d'auto
Le tue ruote stanno girando, ma tu sei capovolta
Dici che quando lui ti colpisce, a te non importa
Perché quando ti ferisce, ti senti viva
Ehi bimba, è questo che c'è?

Luci rosse, mattino grigio
Inciampi uscendo da un buco nella terra
Un vampiro od una vittima
Dipende da chi c'è in giro
Eri solita restare in casa a guardare le pubblicità
Avresti potuto doppiare i talk show

E se tu guardi, tu guardi attraverso me
E quando parli, tu parli a me
E quando ti tocco, tu non senti nulla

Se io potessi rimanere
Allora la notte ti lascerebbe in pace 
Resta, ed il giorno manterrebbe il suo impegno
Resta, e la notte sarebbe sufficiente

Lontano, così vicino
Sollevato dalla elettrostaticità e dalla radio
Con la televisione via satellite
Puoi andare dovunque
Miami, New Orleans
Londra, Belfast e Berlino

E se tu ascolti io non posso chiamare
E se tu salti, potresti davvero cadere
E se tu gridi, io ti sento appena

Se io potessi rimanere...
Allora la notte ti lascerebbe in pace
Resta ed il giorno manterrebbe il suo impegno
Resta con i demoni che hai affogato
Resta con lo spirito che ho trovato
Resta e la notte sarebbe sufficiente

Tre in punto del mattino
E' tranquillo e non c'è nessuno in giro
Solo il botto e lo sferragliare
Mentre un angelo precipita a terra

Solo il botto
E lo sferragliare
Mentre un angelo
Cade sulla terra

n.17: "Stars" - Roxette

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It Must Have Been Love, Listen To Your Heart, You Don't Understand Me, Joyride, e naturalmente la mitica The Look  sono solo alcune tra le hits dei Roxette che sicuramente conoscete.
Loro, un duo di svedesi con la vocazione per le canzoni orecchiabili (non per niente vengono dalla stessa nazione degli ABBA!) hanno avuto successo soprattutto tra gli '80 - '90 (prima con pezzi orientati sul tipico sound eighties, poi virando più su rock e pop con venature new age tipo Ray of Light di Madonna).
Poi purtroppo la cantante Marie Fredriksson ebbe il cancro al cervello, e la loro storia sembrava destinata ad avere una brutta fine... Invece riuscì a riprendersi e i Roxette sono tornati insieme e continuano tuttora a fare musica.
La voce di Marie mi sembra non più in grado di raggiungere i picchi di una volta, ma il suo timbro rimane apprezzabile e loro sono sempre capaci a scrivere belle canzoni.
Questa Stars ne è una prova, è l'esempio di uno stile musicale più tendente all'elettronica...
Vale ancora la pena di comprare un disco dei Roxette.
Ve li consiglio se ascoltate pop-rock e pop.


Prossimamente un post su di loro...

n.16: "Coffee & TV" - Blur

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Coffee & TV ha un significato particolare per me: era il mio inno quando andavo al liceo, e anche quello delle mie compagne di banco. La ascoltavamo spesso e la cantavamo, tra una lezione e l'altra. Mi ricordo che le altre canzoni dei Blur che ascoltavamo erano Girls & Boys e Country House.
Quelli seduti dietro di noi, invece, avevamo il testo di Wonderwall degli Oasis appeso alla parete... non dico altro! A me non piacevano gli Oasis, decisamente sono sempre stata per i Blur: sono una grande band, ed amo Damon Albarn e tutti i suoi progetti musicali. 
Hanno influenzato moltissimo la scena musicale inglese moderna.
Il videoclip col cartone di latte è uno dei miei preferiti in assoluto (al cartone di latte è stato perfino dedicato un sito: milkyfan!), le mie scene preferite sono quelle in cui il latte vede la band suonare dalla finestra, e poi quella in cui “ascende al cielo” insieme alla sua innamorata! 



Ti senti come una catena di negozi 
Praticamente a terra 
Uno dei tanti zeri 
Preso a calci fino alla noia 

Le tue orecchie sono piene ma tu sei vuoto 
Porgi il tuo cuore 
A persone a cui non è mai davvero 
fregato di chi sia tu 

Perciò dammi velocemente caffè e TV 
Ho visto troppo, voglio diventare cieco 
E virtualmente defunto per morte cerebrale 

L'abilità sociale è già abbastanza per me 
Portami via da questo grosso mondo cattivo 
E accetta di sposarmi 
così possiamo ricominciare da capo 

Vai in campagna 
Non è molto lontana 
Ci sono persone laggiù che ti fanno male 
Per quello che sei 

Le tue orecchie sono piene del loro linguaggio 
C'è saggezza là, ne sei sicuro 
Finchè non cominciano a mangiarsi le parole 
E non riesci a trovare la porta 

Perciò dammi velocemente caffè e TV 
Ho visto troppo, voglio diventare cieco 
E virtualmente defunto per morte cerebrale 

Possiamo ricominciare da capo


La canzone, scritta e cantata dal chitarrista Graham Coxon, ha un che di sommesso e ripetitivo, ma allo stesso tempo è molto "catchy".
Seppur avendo ascoltato il testo superficialmente, ho sempre pensato a Coffee & TV come a una specie di inno nerd: parla di un perdente che passa tutto il proprio tempo davanti alla tv e non è capace ad avere contatti sociali, anzi, sembra non sforzarsi neppure... però allo stesso modo ho avuto sempre l'impressione che quella di Coxon non fosse una vera critica, almeno non completamente: in fondo questa persona è anche un mito, perché rifiuta una vita sociale fatta solo di superficialità e di persone ipocrite, preferendo starsene per conto suo. 
Girano molte interpretazioni sul significato del testo, ecco le più accreditate: 

  • si riferisce al passato da alcolizzato di Coxon
  • è una canzone d'amore (soprattutto per via del verso "marry me")
  • è una critica alla società
  • vuole spronare chi ha difficoltà ad avere una vita sociale
  • si riferisce al fatto che Coxon è sempre stato timido ed introverso, per cui parla delle sue difficoltà nell'avere rapporti sociali
Fermo restando che raramente una canzone ha un unico significato, anzi i bravi autori ne sottintendono di proposito diversi, a quanto pare il pezzo fu scritto effettivamente da Coxon quando stava cercando di uscire da suoi problemi di alcolismo, e quindi parlerebbe della difficoltà di rimanere sobrio, nonché del suo desiderio di ricevere aiuto e affetto da qualcuno. Di certo non è una canzone d'amore. A parte questo, a mio parere è veramente una polemica sulla cosiddetta vita sociale (penso che il verso chiave sia "sociability is hard enough for me"), nelle parole si avverte un certo tipo di disgusto.


n.15: "When I Think of You" - Janet Jackson

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In passato qualcuno ha avuto l'ardire di definire Janet la "regina del pop": beh, ovviamente era un'esagerazione...
Però negli anni'80 lei ce la metteva tutta per essere all'altezza del fratello Jacko, e questo è uno dei videoclip più belli in assoluto, secondo me. 
Di certo il set non doveva essere piccolo.


n.14: "Tangled Up In Me" - Skye Sweetnam

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Ve la ricordate? Skye Sweetnam era una di quelle cantanti "simil-Avril Lavigne" (e infatti siamo nello stesso periodo: 2003-4) finto rock e perbenino, con una bella faccina.
Azzeccò due hit (questa e Billy S) e pubblicò due album, poi più nulla.
Ultimamente pare abbia formato una band "metal" (notare virgolette) chiamata Sumo Cyco, ma neppure questa le è andata bene...
Però, neanche Avril se la passa tanto bene. 


n.13: "Eirigh Suas A Stoirin" - Clannad

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Questa canzone tradizionale irlandese è leggermente diversa nella versione che ne hanno fatto i Clannad. 
È incantevole, sinora è una delle mie canzoni popolari irlandesi preferite in assoluto. 
Purtroppo non sono riuscita a trovare la traduzione italiana del testo in gaelico; mi sembra assurdo che non esista un sito nella nostra lingua che raccolga questo genere di brani (se ne conoscete uno, vi prego di lasciarmi il link nei commenti), se non altro per un fatto culturale, oltre che per la loro bellezza!
Il malinconico testo parla di un uomo che va dai genitori dell'amata per chiederne la mano, ma viene rifiutato.
Una versione della stessa canzone, più cruda e anche questa bellissima, è stata inserita da Moya nel suo secondo album solista Misty Eyed Adventures.


n.12: "Nymphetamine Fix" - Cradle of Filth feat. Liv Kristine

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Quando ho fatto il post sulle mie cantanti preferite avrei dovuto aggiungere anche Liv Kristine. Lei è una delle signore dell'heavy metal, una donna bellissima e con apprezzabilissime doti canore.
Come se non bastasse, è anche una persona splendida e dolce.
Purtroppo non sono ancora riuscita ad andare al concerto dei Leaves' Eyes, che adoro...
La cosa che mi piace di lei come cantante è che è riuscita ad ottenere il massimo dalla propria voce, la più sottile ed acuta che io abbia mai ascoltato: deve aver lavorato molto, è precisa dal vivo, e non è mai stridula, anzi, è sempre molto delicata. Credetemi, non è facile con quel tipo di voce, la stimo molto.
Mi è sembrato strano sentirla citare Madonna come uno dei suoi primi ascolti, ma effettivamente hanno qualcosa in comune.
Liv ha anche pubblicato dischi solisti, ma non me ne è piaciuto nessuno, a parte il primo: pop insulso.
Nessuno si sarebbe sognato di accostare una voce come la sua al rock pesante, eppure è proprio questo il bello, il contrasto, e questo duetto non fa eccezione.


n.11: "Sister Golden Hair" - America

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La classica canzone melodica che potresti riascoltare all'infinito.

Loro erano un gruppo degli anni '70, identificabile nel filone "rock western".



n.10: "Hard Out Here" - Lily Allen

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Da tempo le ultime novità in fatto di musica commerciale mi sono indifferenti: non seguo più le nuove uscite, vado alla ricerca da sola di quello che ascolto. Però almeno un brano nuovo volevo inserirlo nella playlist.
Questo di Lily Allen mi piace parecchio perché è ironico, sboccato e realistico (purtroppo).
Lei non l'ascolto però è una intelligente: basta vedere come fa il verso a certa gente nel videoclip.

È veramente dura là fuori per una puttana... specie perché ti chiamano così quegli uomini secondo i quali non corrispondi a come “una donna dovrebbe essere”.


n.9: "Human" - Human League

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Gli Human League non erano solo quelli di "Don't You Want Me"...
In questa canzone lui chiede scusa a lei per averla tradita, ma alla fine - sorpresa -anche lei confessa di averlo cornificato... Comunque, a parte tutto, complimenti per il pezzo.
Il video invece si ricorda per due cose: gli scrosci d'acqua a non finire e gli orrendi orecchini della donna.


n.8: "Darkness" - Peter Gabriel

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Gabriel è praticamente perfetto come autore di testi.
Questa canzone l'ho scoperta grazie alla recente cover di Tarja Turunen, che l'ha inserita nel suo ultimo album Colors In The Dark (di cui ho già parlato).




Sono spaventato dal nuotare nel mare
Ombre scure si muovono sotto di me
ogni paura che inghiotto mi rende piccolo
accadono cose senza senso
Allarmi suonavano
Ricordi si risvegliano


Non è cosi che dev’essere

Ho paura di quello che non conosco
Odio essere minato
Ho paura di essere un uomo diabolico
ho paura di essere divino
Non mi provocare, la mia miccia è corta
Sotto questa pelle sono rinchiusi questi frammenti

Quando permetto che ciò accada
Non c'è controllo su di me
Ho le mie paure
Ma loro non mi posseggono

Camminando nel sottobosco
verso la casa tra gli alberi
più mi addentro, più diventa scuro
Scruto attraverso la finestra
Busso alla porta
e il mostro
da cui ero cosi impaurito
se ne sta rannicchiato sul pavimento
E' rannicchiato sul pavimento, proprio come un bambino

Piango fino a ridere

Ho paura di essere materno
con le mie palle chiuse nel recinto
Ho paura ad amare le donne
Ho paura ad amare gli uomini
Flashback ritornano ogni notte
Non dirmi che tutto va bene

Quando permetto che ciò accada
Non c'è controllo su di me

Ho le mie paure
Perciò non è colpa mia


Camminando nel sottobosco
verso la casa tra gli alberi
più mi addentro, più diventa scuro
Scruto attraverso la finestra
Busso alla porta
e il mostro
da cui ero cosi impaurito
se ne sta rannicchiato sul pavimento
E' rannicchiato sul pavimento, proprio come un bambino

Piango fino a ridere



INTERPRETAZIONE TESTO
Il tema di questo brano è ovviamente la paura, la sua irrazionalità e la difficoltà nel gestirla. L'artista si serve di alcune immagini, alternate con la descrizione del suo stato d'animo; il testo va di pari passo con la musica.
La prima strofa spiega le dinamiche nell'aver a che fare con le paure (le "ombre scure che si muovono nel mare"): esse sono sempre in agguato; lui ne è cosciente e teme che possano prendere il controllo, infatti "ogni paura che inghiotte lo fa diventare piccolo", ovvero più impotente.
Il verbo inghiottire è una favolosa trovata: fa subito pensare a qualcosa che si mangia e di rimando allo stomaco (cioè la parte del corpo che la paura prende), inoltre dà l'idea di un'azione passiva: non può far altro che inghiottirle, perché non può combatterle; infine, ricordiamo che lui stava nuotando nel mare, e quindi può inghiottire l'acqua di mare.
Procediamo con quello che accade: quando la paura ha la meglio accadono cose senza senso, accadono all'improvviso, così come vengono chiamati in causa ricordi che riaffiorano senza una ragione precisa, a peggiorare la situazione.
"Non è così che dev'essere" è la terribile constatazione del proprio limite, a cui subito segue la rabbia, espressa sia nel mutamento della musica che del tono del cantante: sinora era come se fosse rimasto "calmo" ad osservare le cose dall'esterno. In realtà l'intera canzone è tutto un alternarsi di stati calma-panico.
Dalle parole, sembra che la persona che sta parlando trovi quasi ripugnante non avere controllo, e ciò ci fa supporre che si tratti di una persona che si sforza sempre di mantenersi fredda e di apparire come tale, mentre in realtà, internamente, le risulta difficile avere a che fare con le emozioni.
Il culmine della strofa è la minaccia: non conviene giocare con lui quando è in quello stato alterato, perché "la sua miccia è corta".
Eccoci quindi ai versi principali: la frase "Quando permetto che ciò accada" fa riflettere perché esprime un profondo rifiuto e il fatto di non riuscire ad accettare che non sia colpa sua (è inutile sforzarsi di controllarsi... è la natura umana; allo stesso tempo non bisognerebbe neppure arrendersi e lasciarsi andare a reazioni sconsiderate).
La questione è spinosa ed ognuno può pensarla diversamente al riguardo, ma rimane il fatto che la paura è un sentimento radicato molto a fondo nell'animo umano, presente fin dalle origini della razza e che ci accomuna agli animali. Eppure è diversa per ognuno, perché attinge linfa dal nostro passato e dalle nostre debolezze, la parte più oscura dalla quale non possiamo mai a liberarci.
Basterebbe pensare a quante volte durante una giornata la paura influenzi le nostre decisioni, il nostro rapporto con gli altri, i nostri pensieri... in altre la parole, la nostra vita. Probabilmente lo scopo del pezzo è farci capire proprio questo; anche se non possiamo controllare le nostre paure (nella maggiorparte dei casi), esserne consapevoli è un  primo passo ed è importante. 
Gabriel canta: "Ho le mie paure, ma loro non mi posseggono" come se fossero diventate un qualcosa con una vita propria, che vive al di fuori di lui. Ciò accade appunto perché la loro natura è insondabile, sembra quasi aliena. Però il verso può essere inteso anche in un altro modo, positivo: "possiedo le mie paure, ma loro non possiedono me".
Con maestria l'autore crea per l'ascoltatore una scena che riflette perfettamente ciò che intende esprimere: una persona si addentra in un bosco oscuro (simbolo per eccellenza dello smarrimento, basta pensare a Dante), che più va avanti più diviene inquietante. Alla fine del suo viaggio (ricerca dentro se stesso) giunge ad una casa (se stesso), dalle finestre della quale vede un bambino (la sua parte infantile) che piange spaventato sul pavimento. Dunque, come ho detto prima, l'io infantile è quello in cui si annida la paura. Il fatto che il protagonista bussi alla porta, ovvero l'entrata principale, e che il bambino non venga ad aprire perché continua a piangere terrorizzato, ci fa sembrare che a dare i colpi sia la parte razionale - l'adulto - che ha che fare con la parte irrazionale/infantile: due mondi che col passare del tempo si sono distanziati sempre di più ed ora non riescono più a dialogare...
L'uomo piange sino a ridere (invece di solito si dice "ridere sino alle lacrime") di se stesso, poiché si è accorto che la paura che tanto lo aveva messo in difficoltà, in realtà ha delle cause ridicole!
La strofa che segue è ovviamente una ripetizione delle cose già dette prima, seguita ancora da parole di rilascio, e finalmente alla constatazione "non è colpa mia" (che comunque rimane pure una scusa puerile).

n.7: "Madness" - Muse

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Questo pezzo è semplicemente perfetto. Mi è stato proposto più volte di andare ad un concerto dei Muse: mi sono sempre rifiutata. Nonostante siano indubbiamente bravi, e siano tra i più grandi gruppi di questi anni, a non piacermi è la loro musica: un pastrocchio di generi senz'ordine, e la voce di Bellamy mi fa venire il mal di testa se l'ascolto a lungo.
Che volete...


n.6: "Just Awake" - Fear, and Loathing in Las Vegas

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Lo vado dicendo da un po', io, che le canzoni che vengono scelte come opening ad ending degli anime (e le colonne sonore) spesso e volentieri sono superiori della solita musica...
Sinora, tra tutte le sigle della nuova serie di HunterxHunter questa è di gran lunga la mia preferita (era la prima ending), mi piace molto il miscuglio di generi; questo gruppo giapponese, di recente formazione, fa post-hardcore elektro.
Ne esiste anche una versione in inglese, mentre quella originale è sia in giapponese che in inglese.
In entrambi i casi le parole sono poco distinguibili, a causa dello screaming.
Riporto la traduzione del testo, che è bellissimo:

Non importa quanto agitati o scossi noi siamo,
non riusciamo a sentire il suono dei nostri cuori che battono nel petto.
E' così che i pezzi del nostro cuore sgusciano via, uno dopo l'altro...

Siamo rimasti senza emozioni, e per questo nemmeno ci sforziamo di sospirare
a causa della malinconia che ci procurano questi giorni che si ripetono

Da una vita riempita di vanità,
i colori sono sbiaditi.
Le cose che desideri sono qui,
e volano via da questo mondo incolore.

I nostri cuori sono instabili, e rattoppati ed incollati.
L'impulso che provavamo all'inizio è stato lavato via: dobbiamo risvegliarlo, e scattare.
Le nostre parole maldestre formano proprio le frasi desiderate;
il suono del nostro cuore che batte.

Non dimenticare

Oh, Signore! E' sparito!
Che cosa dovrei fare?!
I pezzi da cui ero composto si sono sfasciati.
A che luogo appartieni?
Dove dovrei puntare?
Una volta che hai perso di vista l'obiettivo, tutto ciò che ti rimane è cadere a pezzi.

Ricominciamo tutto da capo...

Ricostruiamo e ricombiniamo tutti i pezzi che avevamo perso,
così che diventino uno solo, come accade nei puzzle.
Raccogliamoli uno per volta.

Quando mi sono fermato, una catena arrugginita mi si è aggrovigliata attorno,
legando il mio corpo al terreno.
Non appena inizio ad affondare sottoterra, chiamo il tuo nome...
Che cosa posso fare per vedere di nuovo la luce del giorno?

Implodi, e strappala!
Rompi adesso la catena!
Affonda giù, o nuota verso l'alto.
Combatti per trovare la tua strada,
cerca la tua strada per uscirne!
Se non riesci, sei abbandonato a nuotare nell'oscurità.
Le catene mi stringono di più, strangolandomi e stringendomi il collo.

Tu hai sempre vegliato su di me,
e, anche se facevo finta di essere un duro, mi hai detto:
«Ora sono qui.»

Fa' in modo che i tuoi ricordi eterni
e che l'impulso iniziale a cui ti aggrappavi sempre
si risveglino, ed inizia a bruciare.
Il nostro battito del cuore di quei giorni
sta risuonando nell'universo contenuto in me ed in te.

La sofferenza non esiste!
Sono i tuoi pensieri
e ciò in cui credi, a portare il successo nella tua vita.

Non paragonarti alle altre persone!
E' uno spreco, per la persona che sei. E allora, perché non essere onesto con ciò che provi?

Non dimenticare

Tutte le promesse che ci siamo fatti
si sono rotte in pezzi e trasformate in sabbia.
Scappiamo da questo mondo senza colori, così che possa trovare me stesso
ed il domani in cui vivremo.





Intanto la nuova serie dell'anime ha da un po' superato la centinaia di episodi (ed è sempre meglio!), arrivando al clou della saga delle formichimere... ma le buone notizie non finiscono qui: è uscito anche un secondo film, "Hunter x Hunter The Last Mission", e non vedo l'ora di gustarmelo sottotitolato in italiano!

n.5: "Right action" - Franz Ferdinand

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Ho avuto un ripensamento sui Franz: con questo pezzo assieme a Evil Eye e Love Illumination hanno messo a segno un bel terzetto!
Indimenticabile quando dice: Sometimes I wish you were here, weather permitting...





n.4: "Disarm" - Smashing Pumpkins

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Questa è tra le mie 100 canzoni preferite in assoluto. Quando penso a Disarm mi viene subito in mente la drammaticità, espressa sia dalla musica che dal testo, l'espressione di un'emozione molto forte che ha a che fare con il rancore e il rimpianto, ma che in qualche modo si chiude con un accenno di tenerezza, quello del sorriso. Qui c'è la spiegazione che ne ha dato Billy Corgan. 
Lui è il tipo di autore che amo, sensibile e viscerale.




Disarm you with a smile
And cut you like you want me to
Cut that little child
Inside of me and such a part of you
Ooh, the years burn

I used to be a little boy
So old in my shoes
And what I choose is my choice
What's a boy supposed to do?
The killer in me is the killer in you
 My love
I send this smile over to you

Disarm you with a smile
And leave you like they left me here
To wither in denial
The bitterness of one who’s left alone
Ooh, the years burn
Ooh, the years burn, burn, burn

I used to be a little boy
So old in my shoes
And what I choose is my voice
What's a boy supposed to do?
The killer in me is the killer in you 
My love

I send this smile over to you
 The killer in me is the killer in you
Send this smile over to you
The killer in me is the killer in you
Send this smile over to you
The killer in me is the killer in you
Send this smile over to you


INTERPRETAZIONE DEL TESTO
Ti disarmo con un sorriso, il primo verso, è sicuramente la frase-chiave: sono le parole di qualcuno che ormai non ha più la voglia - o la forza - per reagire nel modo che ha fatto sino ad allora ed è stato perfettamente inutile. Al posto della durezza delle parole, al posto della violenza, arrivati a questo punto, è come se si volesse stupire l'interlocutore con un sorriso che non si aspetta.
Infatti successivamente parla del bambino interiore, la parte più fragile di un essere umano, quella infantile, la più profonda a venire ferita. In un certo senso, l'autore è perfettamente cosciente della ferita che sta inferendo (e che ha lui è stata inferta molte volte), ma in queste parole, secondo me, sono riscontrabili anche un certo senso di colpa e rammarico: lui non vorrebbe farlo, se potesse lo eviterebbe.
Gli "anni bruciati" (the year burns) sono il precedente che sta dando vita a questa reazione, come è ovvio. Ci agganciamo così al refrain, che parla del passato (Ero solito essere un ragazzino/Così vecchio nelle mie scarpe/E ciò che scelgo è la mia scelta/Cosa deve fare un ragazzo?/L'assassino in me è l'assassino in te/Amore mio).
The killer in me is the killer in you, my love è uno dei versi più belli che io abbia mai ascoltato; se estrapolato dal contesto del brano, può assumere questo significato: ognuno di noi è un "assassino" in quanto capace di ferire gli altri, e tutti dovremmo esserne consapevoli, proprio come Corgan, che sa che il male che vede nell'altro è anche in se stesso, e non si mette al di sopra, bensì sullo stesso piano. È un riconoscimento dell'umana debolezza, ma non è arrendevolezza, infatti il ritornello si chiude con una nota positiva: my love, amore mio, come a dire "ti voglio bene, nonostante tutto quello che mi hai fatto" oppure "dopotutto, anche se siamo fatti così, c'è anche dell'altro, perché siamo anche capaci di amare". Quindi non si tratta di qualcuno che è stato completamente rovinato dall'odio, dato che è ancora capace di fare questo gesto di dolcezza.
Mi ricorda un altro verso di una bellissima canzone dei Placebo, "Battle For The Sun", in cui Brian Molko canta: dream brother, my killer, my lover.
Anche I send this smile over you è un bellissimo verso... forse, più che un verso è una figura: "send" proprio come quando si spediscono le lettere, un messaggio per qualcun altro, e "over" come qualcosa che arriva su di te, ma non ti tocca (dall'altra parte rimane l'insensibilità del suo interlocutore).
La seconda strofa ribadisce i sentimenti provati da chi canta, che è stato "lasciato solo ad appassire nella negazione" e così si è consumato negli anni... Quando dice che era un ragazzino già vecchio per la sua età, racconta del suo sentirsi impotente (what's a boy supposed to do?). Però neppure adesso la situazione è cambiata: non può far nulla a parte mandare quel sorriso...
In questo testo c'è qualcosa di definitivo: come ho detto all'inizio, è come se il sorriso fosse il gesto conclusivo di una storia di dolore che si è protratta troppo a lungo. In qualche modo però, il sorriso è sempre una cosa positiva, una piccola dichiarazione d'amore.

The killer in me is the killer in you, my love...