La band ormai si è sciolta (peccato), e Floor è diventata la nuova cantante ufficiale dei Nightwish... mah: vedremo come andrà a finire!
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n.20: "Energize Me" - After Forever
Author: Grace / Etichette: symphonic metal, una canzone al giorno
Come sempre il mio papi è più aggiornato di me sul metal ed è lui che mi fa scoprire le cose migliori... !!! È stato lui a farmi conoscere i Leaves' Eyes (dei quali parlerò prossimamente, dato che è uscito il nuovo lavoro), che in poco tempo sono diventati uno tra i miei gruppi preferiti e sicuramente il mio preferito in assoluto tra quelli che suonano metal sinfonico...
Qui non ci allontaniamo tanto, perché in questa neonata band milita Carmen, la sorella di Liv, e questo fatto, in quanto a vocalità, è già una garanzia... a parte ciò, però, la musica dei Savn, così come la voce di Carmen, meritano di essere apprezzati per quello che sono, senza essere comparati per forza ad altri (Carmen in primis ha espresso la volontà di non essere più accostata a sua sorella maggiore).
Il loro omonimo album di debutto, composto da nove tracce, è un ottimo esempio di metal suonato con mestiere e onestà: un occhio al pop, ma non troppo, omogeneità, solidità e belle canzoni. Una prova assolutamente soddisfacente che contiene alcune perle, come il pezzo scelto come primo singolo, Hang On, che non esito a definire uno dei migliori usciti. Questi gruppi sono lontani anni luce dalle mere svolte commerciali che in questi ultimi tempi stanno caratterizzando i lavori delle band di punta di questo genere.
Hang on
Don't say the word good bye.
By myself I drift away
No destination
Off course I've strayed
In stormy waters I've rowed enough
The swallows rocks have been too rough.
I will let go
Time to close my eyes
The pain is still here
No matter how hard I try.
Hang on
Hang on
Don't say the word good bye
It's too soon
It's too soon for you to die
Hang on
Hang on
I wish for you to stay
Please don't leave
We can always find away
(There's always a way)
In my dreams I see myself drown
In slow motion I'm falling down
I'll abandon this sinking ship
Before it finally hits the ground
n.26: "Whole World Is Watching" - Within Temptation (ft. Dave Pirner)
Author: Grace / Etichette: symphonic metal, una canzone al giorno
Sharon, bella voce; Dave bella voce; indi: bel risultato. Uno dei pochi passaggi degni di nota nell'ultimo disco della band, Hydra. Avrei voluto risparmiarvi l'insulso videoclip:
Speriamo che le teste dell'Idra non si moltiplichino come nel mito, perché per me quest'album è davvero mostruoso (in senso negativo).
Come fan dei WT dai tempi di Silent Force, mi arrogo il diritto di affermare che quest album, così come il precedente lavoro, non è assolutamente all'altezza di ciò che potrebbero (dovrebbero, a questo punto della carriera) rendere e di ciò che è stato fatto in passato. E ciò non dipende dalle nuove sonorità più orecchiabili - sebbene la delusione a riguardo sia normale - perché una canzone fatta bene rimane pur sempre una bella canzone, che sia pop o di qualsiasi altro genere.
Mentre i loro colleghi progrediscono, e persino Tarja, che viene ospitata nel disco in un duetto a dir poco sprecato, esce con un cd fantastico, i Temptation vanno indietro, come i granchi.
Di metal non c'è più nulla, e nemmeno di rock quasi: il sound si va sempre più stabilizzando su un pop-rock addomesticato che non ha tratti personali. Dov'è finito il fascino dei primi tre album? Venduto in favore del successo ottenuto?
Ma perché poi fare una scelta simile?
Trovo che questo disco sia un po' meglio del suo predecessore, ma la pretesa di spaziare tra i vari generi non regge proprio: una cosa è sperimentare e creare commistioni valide, una cosa è buttare tre pezzi lì, tanto per, tra l'altro evidentemente costruiti per acchiappare le orecchie al primo ascolto. Alla fine è noioso.
Quanto possono durare canzoni così? Quanto possono penetrare a fondo in chi ascolta?
Dell'idra si salvano poche teste, purtroppo: una è il duetto di cui sopra, poi la open track "Let Us Burn" che ci riporta ai bei tempi andati e "Edge of the World"...
Il mostro spaventa ancora di più nella sua versione con le bonus track, dove tra inutili cover di momentanei tormentoni pop e pezzi dance (!!!) viene il sospetto che ci vogliano preparare al peggio.
Eppure, loro non dovrebbero permettersi di sprecare una vocalità come quella di Sharon...
Mi spiace abbiano preso questa deriva smaccatamente commerciale, perché loro erano una band valida; inoltre in questo disco si nota in maniera imbarazzante la voce effettata di lei, con un effetto eco di cui non c'era affatto bisogno (quasi quasi meglio le tracce in versione grezza).
A questo punto nutro poche speranze che tornino al sound genuino degli esordi, ma se credono che andare avanti in questo senso paghi, secondo me si sbagliano.
Voto: 6/10 (perché mi sento buona, e sperando che con qualche altro ascolto la mia opinione vada migliorando)
GRANDIOSO.
C'è solo questa parola per definire l'album. È l'equilibrio perfetto che speravo Tarja trovasse, probabilmente sinora il suo miglior lavoro solista, allo stesso tempo condensazione dei due precedenti. Anche la critica ha unanimemente acclamato Colours In The Dark, e a ragione.
Non so se sia per via di quel che le è successo a livello personale negli ultimi anni (un viaggio in India che l'ha cambiata, la nascita di sua figlia) ma l'ispirazione si sente, nelle canzoni e nella voce, che una volta ancora l'artista spinge su nuovi territori; in qualche modo, ascoltandola, ho l'impressione che in questo disco Tarja abbia un po' modificato il suo stile... alla sua voce si sono aggiunti "nuovi colori", è proprio il caso di dirlo!
L'unico difetto che posso trovare in Colours In The Dark è la sua brevità: dieci canzoni sono troppo poche per l'ascoltatore (anche se, a dir la verità, la durata di molti pezzi è lunga). Per il resto, penso che Tuomas & company dovrebbero iniziare a preoccuparsi, perché la loro ex frontwoman fa sul serio e musicalmente parlando minaccia persino di superarli...
Ecco le tracce:
Victim of Ritual
Di questa canzone, che è anche il singolo di lancio, ne ho già parlato... Non me la aspettavo come traccia di apertura, ma alla fine mi sono resa conto che sintetizza in maniera perfetta la varietà presente nel disco, ed allo stesso tempo è diversa da tutti gli altri pezzi. In Colours In The Dark, rispetto ai lavori precedenti, c'è una maggiore diversificazione tra i brani e anche una maggiore sperimentazione, se vogliamo.
Proprio come era successo per My Winter Storm, questa traccia ribadisce il legame di Tarja con la musica classica.
500 Letters
Riuscita, anche se non è una tra le più notevoli, perché si richiama ad una versione di Tarja, quella del rock orecchiabile, che già conosciamo bene.
Ma ascoltando il pezzo successivo ho capito perché è stata posizionata come seconda: è un ponte tra Victim of Ritual e Lucid Dreamer.
Lucid Dreamer
Sono quasi certa che questo sia il mio pezzo preferito tra tutti; rappresenta qualcosa che Tarja non aveva mai provato prima. Nel brano il passaggio dalla strofa al ritornello semplicemente è perfetto, un climax. In mezzo troviamo una lunga parte in cui si mischiano strani suoni con la voce di Tarja.
Il testo prende ispirazione dalla fascinazione dell'artista per i sogni lucidi (quelli, cioè, che si è in grado di controllare), e la parte strumentale è stata scritta da Tarja in presenza della figlia, quindi suppongo che la voce infantile che si sente sia quella di Noemi.
Never Enough
Questo è il primo pezzo che abbiamo conosciuto di Colours In The Dark, e ci riporta alla classica Tarja.
Assieme a Neverlight è il più heavy dell'album, ma io preferisco questo: la rabbia è tangibile e la fine è una vera e propria esplosione. Seppure abbia detto che ci riporti alla Tarja che conosciamo, si differenzia da altri simili per la coda, nella quale la cantante fa sfoggio delle sue abilità vocali.
Mystique Voyage
Un'altra perla, messa non a caso al centro della tracklist.
È la prima canzone dell'album ad essere stata scritta, originariamente doveva far parte del precedente. Come è successo per Lucid Dreamer, anche questo pezzo è diverso da quello che Tarja ha fatto sinora.
Un brano semplicemente evocativo: Tarja canta in quattro lingue differenti, ci prende per mano con la sua voce ci trasporta davvero in un mistico viaggio... questa è la canzone che Tuomas dei Nightwish avrebbe voluto scrivere.
Darkness
Dopo la perla, una nuova sorpresa: una cover di Peter Gabriel, artista amato da Tarja sin dall'adolescenza. Lei tiene particolarmente a questo pezzo, e da molto desiderava farne una cover.
Se ascoltate la versione originale vi accorgerete che Tarja ne ha rispettato il più possibile la struttura, che devo dire si adatta alla perfezione al suo stile musicale
Se ascoltate la versione originale vi accorgerete che Tarja ne ha rispettato il più possibile la struttura, che devo dire si adatta alla perfezione al suo stile musicale
Il testo parla delle paure che prendono il controllo su di noi, quando invece dovrebbe essere il contrario.
Atmosfere ancora una volta diverse e... la voce di Tarja effettata!
Molti dicono che la vera punta di diamante del disco sia questa, io all'inizio non l'avevo apprezzata così tanto, ma più l'ascolto e più entro nell'ottica.
Quando canta "Walking through the undergrowth, to the house in the woods" è magia pura...
Deliverance
Un altro pezzo fantastico, si fonde col precedente e secondo me è quello in cui Tarja spinge di più vocalmente. Ancora una volta nuovo e diverso dai precedenti... magnifico!
Neverlight
Neverlight è la canzone meno originale di Colours In The Dark, il che non significa affatto che sia brutta.
Until Silence
Un altro capolavoro d'atmosfera e di voce destinato a diventare una pietra miliare nel suo repertorio, probabilmente la migliore ballad che lei abbia mai scritto (e anche l'unica vera ballad di questo disco)!
L'intensità della sua voce qui è spettacolare, sorpassa quella di tutte le altre cantanti symphonic metal che ho ascoltato.
Secondo me questa traccia era perfetta per chiudere l'album, non perché quella che segue sia meno riuscita, ma proprio a livello di atmosfera che riesce a creare.
Nel testo della canzone, alquanto romantico, è contenuto il titolo del disco.
Medusa
Riecco l'anima sperimentale, con la partecipazione di Justin Furstenfeld. Ogni volta che ascolto questo pezzo penso gli manchi qualcosa per essere perfetto, seppure la nostra qui tocchi picchi notevoli.
Medusa ha il compito di concludere quest album che per Tarja è la quadratura del cerchio, e per me semplicemente uno dei migliori usciti quest anno.
Within Temptation feat. Tarja: Paradise (What About Us?)
Author: Grace / Etichette: musica, symphonic metal, Tarja
Tarja Turunen e Sharon Den Adel per me sono semplicemente le migliori voci femminili del panorama metal sinfonico, ed un duetto tra le due aveva tutte le premesse per diventare un pezzo esplosivo ed un cult, invece devo dire che questa canzone mi ha delusa. Dire che sia brutta ce ne passa, semplicemente è scritta nel nuovo stile dei Within Tempation, cioè un rock commerciale abbastanza scontato.
A questo punto perdo le speranze che il nuovo album della band, in uscita a gennaio 2014, potesse rappresentare un ritorno al loro stile originario, e credo che ricalcherà il penultimo The Unforgiving (O-R-R-I-B-I-L-E)!
Per la sottoscritta i migliori dischi dei Within Temptation rimarranno sempre i primi tre: non solo la scrittura era più originale e lo stile musicale era diverso (ora ha perso del tutto qualsiasi sfumatura gothic), ma le canzoni sapevano "raccontare una storia", erano in grado di coinvolgerti.
Questa è solo la mia opinione, ovvio, e ci sta pure che negli ultimi anni il gruppo abbia avuto un incremento notevole di pubblico, soprattutto in certe aree dell'Europa...
Ma parlo così perché i Whitin Temptation hanno Sharon Den Adel (Sharon Den Adel!!!) con la sua qualità vocale...
Ritornando a Paradise..., che dà il titolo ad un EP contenente anche tre demo delle nuove tracce contenute nel disco, mi sembra che tra le due il brano valorizzi più la voce di Sharon: quella di Tarja è troppo in sordina, ascoltandolo ho la sensazione che se Tarja avesse cantato "a pieni polmoni" avrebbe schiacciato Sharon, la quale ha una voce si alta, ma pure piuttosto sottile.
Quindi è interessante ascoltarlo per mettere a confronto le loro due vocalità, che sono totalmente diverse, ma rimango dell'idea che il pezzo non sia completamente riuscito, e di certo non rende onore a Tarja, che non tutti possono permettersi di invitare per un duetto!
Tarja nuovamente alla riscossa con "Victim of Ritual"
Author: Grace / Etichette: news musicali, symphonic metal, Tarja, video
Ogni volta che Tarja esce con un nuovo album (e con Colours In The Dark, che sarà pubblicato alla fine di agosto siamo già al terzo) il singolo di lancio è sempre un pezzo da paura!
Pensi di aver ascoltato tutti i tipi di note che una come Tarja può prendere, ed invece lei ti stupisce una volta ancora con la sua tecnica mostruosa e con la bellezza delle canzoni... questa Victim of Ritual è straordinaria secondo me, ed è impreziosita da note che riprendono il Boléro di Ravel, proprio come successe per I Walk Alone, il singolo del suo debutto solista che riprendeva Mozart.
Quindi ha voluto rimarcare il suo legame con la musica classica (nell'album precedente mancavano cose simili), anche perché, diciamocelo, lei si può permettere di inserire quella musica nelle sue canzoni senza che nessuno la critichi.
Ho tante speranze per questo nuovo album, perché, nonostante lei sia divina ed esegua alla perfezione ogni canzone, non sempre queste sono scritte bene o esaltano la sua eccellente voce: ad esempio nell'ultimo disco, a parte il singolo di lancio e il brano di apertura (il magnifico Anteroom of Death) le altre track lasciavano molto a desiderare come qualità ed erano abbastanza scontate. Tutto il lavoro era in bilico tra sprazzi classici e rock commerciale (sin troppo).
In definitiva, Tarja non è ancora riuscita a fare "l'album", quello dove l'equilibrio tra rock e classica è perfetto, in modo tale che lei possa esprimere al meglio il suo talento su canzoni ben scritte... lo so, non è facile, ma noi speriamo sempre: se accadrà allora sarà un "botto", un capolavoro, considerando che interprete è lei.
E lo dimostra recentemente con "Act I", un dvd live che fa venire la pelle d'oca (e capisci il significato delle parole "voce dal vivo" e gli altri dvd live che hai ti sembrano penosi).
Nel frattempo io non smetto di sostenerla e ammirarla, attraverso le varie fasi della sua carriera, sia come cantante lirica professionista sia per quello che sta facendo nella musica (e cioè avvicinare quei due generi) e non vedo l'ora di deliziare (mai termine fu più appropriato) le mie orecchie con Colours In The Dark!
Riguardo il video, molto originale, ecco la mia teoria.
Innanzitutto si richiama al titolo del cd ("Colori nell'oscurità") che, come Tarja ha spiegato si riferisce al fatto che il nero contiene tutti gli altri colori.
Nel videoclip vediamo tre artisti differenti: una musicista, un pittore, un ballerino. Inizialmente la musicista suona sempre le stesse note, il pittore dipinge solo col nero e il ballerino non danza. Poi arrivano i colori (giallo, rosso e blu), come a simboleggiare l'ispirazione artistica, ed ecco che lo spartito si riempie di note, che il pittore intinge il suo pennello nei colori e che il danzatore danza...
In seguito arriva Tarja, la quale ingaggia da sola una lotta contro dei figuri vestiti di nero (l'oscurità) che lanciano contro di lei della polvere nera, riuscendo a sopraffarla. Ma in suo aiuto arrivano i tre artisti, che grazie ai loro colori riescono a scacciare le tenebre.
Io la vedo così: ogni espressione artistica non solo scaccia il piattume, ma è capace di "far luce" nell'oscurità della nostra anima dandoci la possibilità di tirare fuori i suoi colori, ovvero le caratteristiche più profonde di noi stessi, che coi mezzi normali non riusciamo ad esprimere.
Cosa sta succedendo ai Nightwish?
Author: Grace / Etichette: musica, news musicali, Nightwish, symphonic metal, Tarja
Con un po' di ritardo eccomi qua a riportare una nuova doccia fredda per tutti quelli che seguono la band, me compresa: è del primo ottobre la notizia che anche la seconda cantante, Annette Olzon, ha lasciato il gruppo. E anche se si parla di allontanamento consensuale, in realtà il fatto è stato preceduto da dichiarazioni alquanto polemiche della Olzon, la quale ha lamentato di trovare inconcepibile il fatto di venire sostituita così, senza neanche essere stata interpellata (poveretta).
Ecco le mie osservazioni riguardo due cose veramente scioccanti:
1. Di solito quando il cantante sta male, la data viene annullata o rimandata, ma loro pur di non perdere i soldi del concerto sono saliti sul palco con due sostitute reperite all'ultimo minuto
2.... che hanno cantato con i fogli in mano, perché ovviamente non sapevano i testi (ci sono i video che lo provano)! Ma ci rendiamo conto???
Che Tuomas e soci siano davvero degli stronzi?
Comincio davvero a pensarlo, dato che la storia di Tarja si sta ripetendo (ed il copione è lo stesso: fateci caso!), anche se loro dicono che hanno allontanato Annette per motivi di salute. Ma la verità è che aspettavano l'occasione buona: infatti quando il giorno dopo la cantante ha postato sul suo blog personale la lamentela a cui accennavo sopra, l'hanno subito scaricata.
Ad essere sincera -e questo lo dico da ammiratrice della musica dei Nightwish - tutto questo non mi piace affatto... ragazzi miei, non possiamo esseri sicuri di cosa ci sia dietro, i gruppi in queste situazioni non sempre dicono la verità, al contrario!....
Sappiamo che ormai i Nightwish sono diventati, meritatamente e dopo tanti anni, una superband e temo proprio che stiano gestendo nel modo peggiore il successo ottenuto.
In principio c'era Tarja...
L'indimenticata Tarja, la divina Tarja... lei: quella che 100 fan su 100 amavano, con una voce ed una classe che si commentano da sole.
Poi, dopo anni di carriera, la questione della rottura con lettere e contro-lettere (loro accusavano il marito di averla "plagiata", lei replicava che non era vero... ma a questo punto non mi stupirei se avesse avuto ragione Tarja).
Rottura soffertissima soprattutto dai supporter dei Nightwish. A sorpresa però il nuovo album Dark Passion Play diviene il loro più grande successo commerciale
... e Annette fu
Gli è andata male sin dall'inzio: critiche di ogni tipo, dal suo modo di cantare (voce ne ha pochina, anche se bella) ma anche al suo look. Io non sono andata ai live, ma le testimonianze riportano performance penose. Poi il video con lei che pianta la band in asso nel bel mezzo di un concerto ("perché si era accorta che stava per finirgli la voce") che fa il giro del mondo e riaccende le polemiche proprio quando stavamo iniziando ad abituarci...
Ma dopotutto a me è sempre stata simpatica, anche se certamente non è paragonabile a Tarja (ma mi chiedo chi sia paragonabile a Tarja) ed aveva un discreto gruppo di sostenitori. Inoltre ha una vocalità molto dolce, che si adatta discretamente ai pezzi del gruppo.
Sostituta? Quale sostituta?
Quello che ci chiediamo tutti è cosa succederà ora...
Pare che loro vogliano trovare una sostituta donna e credo che andrà veramente a finire così. Ovviamente vogliono la voce femminile nelle canzoni, posso capirlo... a questo punto però non sarebbe meglio lasciare che cantasse solo Marco?
Se non altro perché i fan cominciano a spazientirsi, non si può trattare così il proprio pubblico, per di più silurando la frontwoman nel bel mezzo di un tour!!!
Sinora in ballo ci sono due cantanti, tutte e due meglio di Annette.
Si dice che l'olandese Floor Jansen, la quale non se la cava affatto male (al contrario, trovo che abbia una una voce bella e particolare) sia solo una soluzione provvisoria, ma nulla toglie che possa essere lei a prendere il posto di Annette.
L'altra possibilità è la cantante degli Amaranthe (ne ho già parlato qui), Elize Ryd, pure lei convincente e con una voce bellissima, tuttavia non so se sarebbe disposta a lasciare il suo gruppo, dove ce la vedo molto bene.
Per ora non si sa nient'altro, per i fan l'incubo della cantante si ripete...
CARRIERA DA SOLISTA - dopo aver lasciato il gruppo, Tarja Turunen, soprano lirico tanto amata dai fan quanto apprezzata nell'ambiente musicale, si è dedicata alla pubblicazione di due album solisti che hanno riscosso un buon successo
CONTESTATA - una nuova cantante dopo Tarja sarebbe stata comunque difficile da accettare, ma con Annette Olzon le cose sono andate peggio del previsto
NEW ENTRY O SOSTITUTA? - per ora è Floor Jansen a sostituire Annette... per ora?
La band è ancora discretamente conosciuta nel nostro paese rispetto a gruppi quali Within Temptation o Nightwish, ma non a ragione dal momento che si tratta davvero di un gruppo notevole, tra l'altro composto da membri di tutto rispetto del panorama metal.
La band nacque in una delle splendide foreste norvegesi nel 2003 dall'incontro tra Liv Kristine, cantante dei Theatre of tragedy e di Alexander Krull proveniente dagli Atrocity, i cui componenti andarono poi a confluire nel gruppo. Alexander e Liv sono anche marito e moglie.
Nel 2004 esce il loro primo album Lovelorn, un particolare connubio tra solidi muri di chitarre e la voce dolce e soave di Liv. Anche se spesso Liv Kristine non viene presa in considerazione quanto le altre cantanti metal, in realtà nel suo mestiere è una fuoriclasse e riesce a raggiungere picchi interpretativi ottimi, considerando la sua voce altissima e sottile, dal tono molto dolce capace di creare atmosfere quasi magiche, specie nelle ballad. Proprio il fatto che non abbia una voce potente come di solito succede in questo genere, la differenzia da tutte le altre.
L'album è completamente ispirato alla Norvegia, e nonostante tra quelli pubblicati rimanga il loro minor successo commerciale, è probabilmente il migliore del loro repertorio.
Tutti i testi sono scritti da Liv, alla cui voce ogni tanto si affianca il growl di Alexander.
Sarà il secondo disco, Vinland Saga, ancor più ispirato all'immaginario nordico e ai vichinghi, a portare i Leaves' Eyes all'attenzione mondiale, soprattutto attraverso singoli quali Elegy e Legend Land. In realtà anche se negli album del gruppo sono presenti pezzi orecchiabili o anche lenti (ma il metal la fa da padrone) la qualità della musica si mantiene comunque alta, grazie soprattutto alla bravura dei componenti, e le composizioni hanno un tocco originale. Il gruppo ha sempre dimostrato una grande umiltà e disponibilità verso i loro fan, si vede che non si sono mai seduti al tavolo pensando di scrivere un motivetto commerciale...
A Vinland Saga fa seguito Njord del 2009, trainato da My Destiny. Attraverso i vari lavori il sound si evolve, ecco perché ogni disco è differente dal precedente. Ormai i Leaves' Eyes inseriscono anche pezzi cantati nella loro lingua madre che non penalizzano affatto il resto, al contrario.
Questa tendenza è ancora più forte nel loro ultimo album, Meredead del 2011.
Anche se la scelta di lanciare come singolo una cover di Mike Oldfield, To France, non è stata bene accolta dai critici, il disco si salva anche grazie ai pezzi tradizionali norvegesi magnificamente ripresi in chiave moderna e metal.
Consiglio a chi avesse un po' di familiarità col metal e non li conoscesse di ascoltare la musica dei Leaves' Eyes ad occhi chiusi: vi sembrerà di essere trasportati nella selvaggia natura norvegese in un mondo di saghe e leggende...
Consiglio a chi avesse un po' di familiarità col metal e non li conoscesse di ascoltare la musica dei Leaves' Eyes ad occhi chiusi: vi sembrerà di essere trasportati nella selvaggia natura norvegese in un mondo di saghe e leggende...
Sito ufficiale: http://www.leaveseyes.de/
Discografia
LOVELORN (2004)
VINLAND SAGA (2005)
NJORD (2009)
MEREDEAD (2011)
Versailles
Author: Grace / Etichette: concerti, download, musica giapponese, symphonic metal, versailles philharmonic quintet
Stavolta voglio presentarvi i Versailles, un gruppo symphonic metal giapponese che volendo si inserisce anche nella corrente visual kei (la quale fa prettamente riferimento al modo "estroso" di vestire), ma a me preme innanzitutto sottolineare che al di là dei vestiti innegabilmente barocchissimi, si tratta di musicisti tecnicamente mostruosi, e potete credermi sulla parola dato che ho assistito al loro primo concerto nel Belpaese.
So bene che a molti il mondo musicale giapponese è estraneo, seppure negli ultimi anni le cose stiano cambiando soprattutto grazie al web, e sempre più gruppi iniziano a venire a suonare in Italia, e nonostante riconosca che i nipponici abbiano un orecchio musicale differente dal nostro, secondo me aprirsi al nuovo non può far che bene, soprattutto considerando che, come ho già detto in precedenza, molte delle sonorità più strane e innovative arrivano proprio dal Sol Levante...
Beh, in realtà i Versailles si presentano benissimo da soli... io li ho scoperti per caso in rete e sono rimasta colpita dalla loro musica: un metal ben fatto, con riff di chitarra notevoli e qualche lieve accenno alla musica classica (soprattutto per il violino) come suggerisce la loro immagine.
I componenti, Kamijo, Hizaki, Teru, Masahi, e Yuki, amano vestirsi con costumi del '700 con i quali suonano pure sul palco, dando vita ad uno show veramente teatrale (il loro concerto è stato il più teatrale cui abbia assistito sinora e i costumi valevano quanto effetti speciali).
Ma andiamo per ordine: i Versailles nascono nel 2006 dall'incontro tra il cantante Kamijo e il chitarrista Hizaki, già artisti famosi. Kamijo, che è l'autore dei poetici testi delle canzoni, possiede un'ottima vocalità (soprattutto per essere giapponese), mentre Hizaki - che, meglio chiarire, è un maschio - è un virtuoso della chitarra che potrebbe essere accostato ad alcuni famosi chitarristi occidentali. La formazione venne poi completata dal bassista Jasmine You, dal chitarrista Teru e dal batterista Yuki.
L'intento del gruppo, a detta del frontman, è quello di ricreare "l'assoluta bellezza delle forme e l'estremo dell'antiestetico. Questo concetto è rappresentato dai bellissimi costumi e dalla musica".
I Versailles pubblicano il loro album di debutto, Noble, nel 2008, ottenendo non solo successo in patria ma anche in America e in Europa, anche se in maniera minore. Il lavoro è un misto di atmosfere dark e virtuosismi, con pezzi maestosi da 9 minuti.
Nel frattempo sono costretti a cambiare il loro nome in "Versailles Philharmonic Quintet" a causa di un caso di omonimia, ma ormai per tutti sono i "Versailles".
Nel frattempo sono costretti a cambiare il loro nome in "Versailles Philharmonic Quintet" a causa di un caso di omonimia, ma ormai per tutti sono i "Versailles".
Il gruppo viene finalmente scritturato da una major e sembra che l'ascesa artistica proceda a gonfie vele, ma purtroppo, ad agosto del 2009, Jasmine You muore: la tragedia lascia scioccati tanto i fan quando la band.
Fortunatamente i Versailles decidono di continuare a fare musica e nel 2010 pubblicano Jubilee, il loro secondo disco che se possibile li mette ancora più in luce del precedente.
Al posto di You viene preso Masahi, come sesto membro dice Kamijo, perché il quinto rimarrà sempre Jasmine You.
Holy Grail, il terzo e ultimo lavoro della band, è del 2011.
Come ho detto un anno fa ho assistito alla performance dei Versailles in Italia... i primi 20 minuti del concerto vennero filmati da un'emittente televisiva e per pochi giorni stazionarono su youtube per poi essere rimossi...
Ma naturalmente io lo avevo già scaricati e ora ve li metto in download per tutti i fan dei Versailles!!!
- GALLERY DEI COSTUMI -
Naturalmente l'immagine è il loro punto forte, eccovi un assaggio dei loro splendidi costumi..
I miei preferiti sono quelli di Hizaki, l'ultimo in particolare. Al concerto indossavano i vestiti della foto sopra, probabilmente i più famosi.
(HQ)
(HQ)
(HQ)
(HQ)
(HQ)
-LINK-
Per sapere tutto, ma proprio tutto sul gruppo, dai gusti musicali dei componenti al gatto di Hizaki vi consiglio:
A dirla tutta mi ha dato piuttosto fastidio leggere in giro alcune recensioni o pareri negativi su questa band gothic-metal (ma di quello più leggero) polacca...
Uno dei motivi per cui il metal è uno dei generi che meno amo è la presenza - e questo nessuno può negarlo - di un certo maschilismo, diffusissimo comunque in tutto l'ambiente musicale e non solo, comunque in questo genere, i cui estimatori a volte sono talmente puristi da sembrare "adepti" di una qualche setta religiosa, appena vedono una donna dicono che il gruppo fa musica da rammolliti o peggio ancora, gli appiccicano addosso delle ridicole classificazioni tipo "female-fronted metal" quando io non ho mai sentito parlare di "male-fronted metal"...
Poi mi sembra che il numero di band con una donna alla voce sia aumentato solo negli ultimi anni, e dunque che senso ha esprimere commenti penosi o peggio ancora denigrare?
Questo è un discorso generale (infatti chiedo scusa se sto generalizzando), inoltre ci tengo a precisare che non sono nemmeno una fan degli Unsun (li ascolterò tipo da due mesi...) ma mi fornisce la scusa per esprimere il mio irritato punto di vista su una questione di cui vedo si parla pochissimo... e mi dispiace dirlo, ma sino a che le cose non cambiano non potrò esimermi dal criticare certi "maschi" (?) che hanno ancora molta strada da fare...
Gli Unsun sono stati fondati nel 2006 dalla cantante Aya Stefanowicz e da Mauser Stefanowicz (i due sono marito e moglie), chitarrista della death metal band Vader.Proprio per la precedente militanza di Mauser nei Vader molti estimatori del metal hanno trovato inaccetabile il fatto che sia passato ad un gruppo con una musicalità meno dura (e con alcune aperture pop)...Il loro nome originale era Unseen, ma poi hanno cambiato in Unsun perchè il termine esprimeva meglio la contrapposizione di oscurità e luce presente nella loro musica (chitarre metal vs la voce pop-rock di Aya) che loro stessi amano definire "modern gothic metal".Inizialmente avevano pubblicato un demo, "Whispers" (probabilmente la loro canzone più famosa) ma le case discografiche chiedevano un album completo, perciò solo quando questo venne completato e con la defezione definitiva di Mauser dalla sua vecchia band, riuscirono ad ottenere un contratto con la Century Media Records.Da allora hanno pubblicato due lavori: The End of Life del 2008, e "Clinic for Dolls" del 2010.Attualmente completano la line-up Patrick Malinowski al basso e Gonzo Blaszkowski dietro le pelli.
GLI ALBUM IN DUE PAROLE
"The End of Life" (2008)
Il debutto degli Unsun è un tentativo di inserirsi nella scia delle band symphonic metal più conosciute, alternando melodie alle chitarre di Mauser. Nonostante come prima prova sia piuttosto soddisfacente e i brani siano ben scritti, tanto da entrare facilmente in testa, la musica non è ancora al suo meglio e ci sono alcune note stonate, come la voce di Aya trattata digitalmente nonostante non ce ne sia affatto bisogno.
In pratica Aya ha un timbro melodico che viene fuori pulito sulle tonalità basse e medie -infatti la vedrei perfetta come cantante pop- ma si incarta su quelle alte (che comunque tiene benissimo).
Il fatto che vocalmente sia diversa da una Sharon den Adel o una Tarja Turunen non significa certo che sia da buttare, anzi... a mio parere il bello di queste band è che le cantanti hanno tutte una voce diversa dall'altra. Ma certe canzoni canzoni come "Face the Truth" invece di esaltarne le peculiarità ne evidenziano i limiti.
"Clinc for Dolls" (2010)
Con il loro secondo lavoro fanno di meglio, costruendo
un album più duro e compatto, stavolta anche la voce di Aya è a suo agio, senza preoccuparsi di dover raggiungere nessuno.
Belle canzoni, da "The Lost Way" alla title-track sino al singolo "Home", sembra che gli Unsun si avviino verso una cifra stilistica più personale (staremo a vedere nel prossimo disco), nel frattempo l'invariata orecchiabilità dei pezzi seppure hanno eliminato inutili orpelli (come certe parti al piano quasi imbarazzanti presenti nel precedente) dimostrano che meritano di essere promossi a pieni voti!
Traduzione e spiegazione di "Storytime" dei Nightwish
Author: Grace / Etichette: musica, Nightwish, spiegazione canzoni, symphonic metal, testi canzoni
Era la notte prima
quando in tutto il mondo
non ci furono più parole, nè sogni
Poi un giorno
uno scrittore davanti a un fuoco
Immaginò tutto di Gaia
e fece un viaggio nel cuore di un uomo-bambino...
Un pittore sulla riva
immaginò tutto il mondo
dentro un fiocco di neve sul palmo della sua mano
Tolto dalla cornice dalla poesia
Una tela di timore
Il pianeta terra ricadeva tra le stelle
Io sono la voce di una terra che non è mai esistita
L’innocenza, i sogni di ogni uomo
Sono la culla vuota di Peter Pan
Un aquilone che vola nel cielo blu
Ogni camino, ogni chiaro di luna
io sono la storia che tu leggerai come reale
ogni ricordo a cui terrai di più
Io sono il viaggio
io sono la destinazione,
io sono la casa
il racconto che legge te
Un modo per assaporare la notte
L’inafferabile
Segui la follia
Alice, lo sai una volta lo fece
L’immaginario, un emporio di sogni
Accarezza le favole
E loro ti faranno sognare davvero
Il gioco di un cantore di storie
Labbra che intossicano
Il cuore di tutta la vita
è uno scrigno illimitato di favole
Io sono la voce di una terra che non è mai esistita
L’innocenza, i sogni di ogni uomo
Sono la culla vuota di Peter Pan
Un aquilone che vola nel cielo blu
Ogni camino, ogni chiaro di luna
io sono la storia che tu leggerai come reale
ogni ricordo a cui terrai di più
Io sono la voce di una terra che non è mai esistita
L’innocenza, i sogni di ogni uomo
Sono la culla vuota di Peter Pan
Un aquilone che vola nel cielo blu
Ogni camino, ogni chiaro di luna
io sono la storia che tu leggerai come reale
ogni ricordo a cui terrai di più
Interpretazione del testo L'inizio della canzone è brusco it was the night before, così come il processo fantastico inizia senza preavviso e può essere scatenato da qualsiasi cosa, non vi e possibilità di controllo nè ciò che accade intorno può fermarlo, perchè mentre dentro di noi è in atto la "costruzione" ci isoliamo dal resto...
Lo scrittore, che come tutti gli esseri umani è finito è tuttavia capace di immaginare la terra (gaia significa terra in greco) nella sua completezza quindi diviene infinito grazie alla potenza della sua immaginazione; nel farlo fa ricorso alla parte infantile (l'uomo-bambino) di se stesso, la stessa a cui attingono tutti gli artisti.
L'immagine del poeta ricalca quella dello scrittore.
tolto dalla cornice della poesia/ una tela di timore vale a dire che senza la poesia tutto si ridurrebbe alla brutale realtà e probabilmente sarebbe inaffrontabile per gli esseri umani (dunque c'è "bisogno" di questa cornice)
Il refrain mi pare sia abbastanza chiaro.
Il camino e il chiaro di luna sono semplicemente elementi che riguardano l'immaginazione: sul simbolismo della luna e la sua capacità di ispirare si potrebbero scrivere pagine... il fumo del camino è il segno esterno a indicare la presenza di una casa: "chissa chi e cosa ci sarà all'interno?", ma potrebbe pure riferirsi alle storie che si narrano e ascoltano davanti al fuoco.
io sono la storia che tu leggerai come reale si riferisce a quello che in letteratura è il cosiddetto "patto finzionale", quello cioè che ogni lettore stringe all'inizio dell'opera accettando tutto ciò che leggerà come vero.
Le memories dell'ultimo verso sono aperte a molteplici spiegazioni; a me piace interpretarle pensando che l'ispirazione è la summa della fantasia combinata con elementi reali e ricordi i quali spesso sedimentano nella nostra mente senza accorgercene e poi ritornano fuori sotto altre spoglie, processo molto simile a ciò che avviene coi sogni.
Forse però Tuomas voleva intendere la frase semplicemente com'è scritta...
Il racconto che legge te è il verso che preferisco, è abbastanza chiaro che qui si sta parlando della capacità delle storie di coinvolgere, inghiottire, trasportare via magicamente chi legge quasi fossero le parole ad essere vive! (e accade anche con le canzoni dei Nightwish, vero? ;)
Per farlo, cioè per assaporare l'infinito, l'unico modo è abbandonare la razionalità e gli schemi preconcetti come ha fatto Alice
Il racconto che legge te è il verso che preferisco, è abbastanza chiaro che qui si sta parlando della capacità delle storie di coinvolgere, inghiottire, trasportare via magicamente chi legge quasi fossero le parole ad essere vive! (e accade anche con le canzoni dei Nightwish, vero? ;)
Per farlo, cioè per assaporare l'infinito, l'unico modo è abbandonare la razionalità e gli schemi preconcetti come ha fatto Alice
Dream emporium mi fa pensare a certe botteghe delle meraviglie presenti in molti racconti e film, negozi pieni di oggetti magici o cose misteriose che stimolano la fantasia degli occhi del bambino ...
Le labbra che intossicano sono la bocca del narratore, dalla quale escono parole che incantano gli ascoltatori...
I due versi conclusivi dell'ultima strofa sono un pò la somma di tutto il resto e anche del pensiero di Tuomas: la vita non è mossa altro che dai nostri sogni e desideri senza i quali sarebbe impossibile andare avanti.
Beh, questa è solo la mia versione... Dopotutto non si tratta che di un'ode alla fantasia, ovvero il fulcro del Nightwish-pensiero, no?
Nei primi fotogrammi in cui appare il chitarrista: ho pensato "ma ho le traveggole o...", poi quando ho visto Rocky Gray, batterista storico degli Evanescence, non ho avuto più dubbi che si trattasse di lui, Ben Moody!
Mea culpa, pergiunta sono anche una ex-Evanescence fan e avrei dovuto saperlo: Ben Moody ha formato un nuovo gruppo con i "rimasugli" degli Eva composto da lui, Rocky, John LeCompt più la cantante Carly Smithson (ex American Idol) al posto di Amy Lee.
Devo dire che questo videoclip è proprio ben fatto e rimane impresso
Lo ammetto: ho aspettato con impazienza il nuovo album dei Nightwish ed ora eccolo qui il nuovo singolo, Storytime!
Le mie orecchie bramano di esser riempite da Imaginaerum, se Tuomas Holopainen fosse nato in un'epoca passata sarebbe stato un perfetto menestrello, amo la sua ispirazione.
Sono molto curiosa pure di vedere il film che accompagnerà il disco, mi sembra un'idea originale almeno sulla carta anche perchè credo che le liriche di Tuomas siano appropriatissime ad una trasposizione visiva
Sul video non mi pronuncio, almeno non ancora... Voi cosa ne pensate?
Una nuova band, gli Amaranthe
Author: Grace / Etichette: musica, news musicali, symphonic metal, videoMio padre è un patito del metal ma solo di quello più estremo, perciò mi passa tutte le cose che lui considera "leggere"; solitamente si tratta di band symphonic metal con donne alla voce - adesso si sono inventati il termine female fronted metal come se il solo fatto di avere una cantante femmina significasse fare un genere a parte, che sciocchezza! - perchè sa che mi piacciono...
In effetti se non fosse per lui ascolterei ben poco di questo genere di cui rispetto agli altri ho sempre apprezzato di meno sia la musicalità che la mentalità... sarà per il background punk?
Comunque ogni tanto faccio qualche bella scoperta; l'ultima in ordine di tempo sono gli Amaranthe con questo pezzo, Hunger, che mi piace perchè è bello carico:
Gli Amaranthe sono una band power metal proveniente da Svezia e Danimarca. Hanno accompagnato in tour i Kamelot (altro gruppo che apprezzo) ed ora hanno pubblicato il loro album di debutto omonimo, che fa seguito a un demo del 2009.
La particolarità della loro musica, un metal melodico ed energico, è l'alternarsi alla voce della bravissima Elize - che con la sua vocalità non ha nulla da invidiare nè a Sharon Den Adel nè alla nostra Cristina Scabbia di cui, ci scommetto, è pronta a insidiare il posto come donna più sexy del metal! - del vocalist maschile Jake E e del growl Andy, che ci ricorda che stiamo ascoltando metal!
E già, perchè spesso i brani potrebbero benissimo essere assimilati a un comune power rock, per credere ascoltare la bella Amaranthine
Come esordio non mi sembra male, almeno rispetto a certi album di conclamati gruppi symphonic metal usciti di recente (l'ultimo dei Within Temptation fa davvero schifo), questi faranno strada...
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