Trinity Blood, i disegni di Thores Shibamoto

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Il mio giudizio sulla storia non è esaltante, ma in Trinity Blood disegni e character design meritano ampiamente, perciò ecco che ve li presento. 
Anche l'anime è davvero curato sotto il punto di vista grafico, e valgono una menzione anche le bellissime ambientazioni tra cui rientrano soprattutto Italia e Vaticano.
I disegni sono molto barocchi, una festa per gli occhi... l'autrice è Thores Shibamoto: qua potete leggere l'unica intervista rilasciata. Sugli altri lavori da lei illustrati, come Opera o Tengai No Pashluna (di cui vi fornisco un assaggino a fine post), purtroppo ci sono pochissime informazioni sul web: un peccato!
A questo punto mi auguro veramente che ne traggano degli adattamenti, mi sembrano intriganti.
Non per niente, i cosplayers dimostrano di amare particolarmente questa disegnatrice, probabilmente perché i suoi personaggi sono appassionanti dal punto di vista del design.


Quando ho visto per la prima volta l'arma di Abel ho avuto una sorta di dèjà-vu: mi sembra di averla già vista da qualche parte, perciò invito chi ne sapesse qualcosa in più a lasciarmi un commento in merito.
In pratica è una specie di falce che crea col suo sangue solidificato, simile ad una spina dorsale, dotata di una tagliente frusta.
Anche la rivisitazione dei vestiti dei membri del vaticano come Abel mi è piaciuta, con la placca di metallo al posto del solito collarino, e lo stesso vale per il costume rosso cardinale di Caterina Sforza, la duchessa di Milano. Il design di Lilith è l'unico che si discosta nettamente da quello degli altri personaggi: il suo aspetto è decisamente indiano (notare anche la pelle scura), viene rappresentata come una dea.







I costumi di Esther nei panni di regina di Albion sono palesemente ispirati ai vestiti indossati dalla sovrana Elisabetta I d'Inghilterra, cosa che non vi sarà sfuggita se vi è capitato di guardare i film con Cate Blanchett (e guarda caso Blanchett è proprio il cognome di Esther!). Della grande regina ci sono pervenuti tutta una serie di eloquenti ritratti che attraversano le varie fasi della sua vita (in particolare, andando avanti col tempo, si nota come le vesti da lei indossate diventino sempre più sfarzose). Per esempio quello qui sopra richiama il The Ditchley Portrait, se escludiamo i simboli di potere che tiene in mano, il globo e lo scettro (molto simili anche quelli), che invece troviamo in un altro quadro, quello che rappresenta una giovanissima Elizabeth il giorno della sua incoronazione. Si riconoscono con facilità i tipici elementi di moda cinquecentesca come la forma conica del corsetto o l'enorme collare rigido che fu "lanciato" proprio da lei; poi, le collane di perle presenti praticamente in tutti i ritratti della sovrana (le amava molto).
Invece il vestito di Esther nella prima immagine di questa gallery potrebbe ispirarsi al ritratto Hardwick
Nei suoi vestiti da novizia, che sono sia bianchi sia blu, Esther indossa il copricapo ispirato a quello indossato dalle suore che lavoravano negli ospedali.
Ultima curiosità: sul rosario di Esther è inciso lo stemma del casato dei Windsor, la famiglia reale inglese.



Mary Spencer: mentre i costumi degli altri personaggi sono per lo più inquadrabili in un'epoca tipicamente medievale, la sua ricca uniforme da ammiraglio è piuttosto settecentesca-ottocentesca. Da notare il cappello a bicorno, molto usato a quell'epoca in ambito militare.
Il costume di Seth è il mio preferito tra tutti quelli di Trinity Blood, sinceramente a me ricorda un po' quello di Shaolan in Card Captor Sakura (derivante dagli abiti tradizionali cinesi); anche le CLAMP non scherzano nell'ambito del design dei personaggi, e secondo me la Shibamoto deve averle prese in considerazione.









::: ALTRE OPERE :::





50 anime ispirati all'occidente

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(fonte: Wired)

Premetto che questa lista non può che essere parziale, soprattutto considerando che parecchi dei titoli presenti contengono riferimenti poco importanti, e che in fin dei conti è quasi impossibile non trovare un qualche riferimento alla cultura occidentale in un qualsiasi anime! Mi sembra una lista abbastanza improntata sui nomi più famosi... comunque non precisissima, lo ripeto. Ma almeno, mi è servita per scoprire anime che non conoscevo e di cui mai mi sarei immaginata l'esistenza (tipo quello su Napoleone della Ikeda!), alcuni di questi forse me li andrò a pescare...
Tra gli anime che io ho guardato, mi vengono in mente: "Carletto il Principe dei Mostri", dato che qui hanno incluso perfino Hellsing (e tra l'altro non si contano gli anime sui vampiri!), e in quel cartone c'era addirittura tutto il campionario dei mostri!; "Pandora Hearts" che si ispira vagamente ad Alice nel paese delle Meraviglie e "Trinity Blood" che contiene riferimenti a bizzeffe sulla storia italiana e sulla Chiesa, per non parlare delle ambientazioni (in arrivo un post a breve)


1
Lady Oscar / Le Rose di Versailles (1972/1982)
Il capolavoro di Riyoko Ikeda, che nel 2008 le è valsa addirittura la Legion d’onore del governo francese, diventa finalmente un anime dieci anni dopo l’uscita del manga. 


Un meritatissimo primo posto, non solo considerando il cult, ma proprio l'accuratezza con cui ripercorre quel periodo storico.
E - per inciso - ha ispirato anche uno dei miei gruppi giapponesi preferiti: i Versailles :P


2
I Cavalieri dello Zodiaco / Saint Seiya (1985)
Ispirato alla mitologia greca, l’epico Saint Seiya – tratto dal manga di Masami Kurumada – è una delle opere giapponesi più famose in occidente. I fan di tutto il mondo, nonostante i trucidi spin-off, continuano ad amarlo


3
Lupin III (1967)
Il Lupin III di Monkey Punch si ispira all’Arsène Lupin dei romanzi di Maurice Leblanc


4
Heidi / Heidi, la ragazza delle Alpi (1974)
Heidi, al quale lavorò anche un giovane Miyazaki, è tratto dall’omonimo romanzo di Johanna Spyri


5
Il mistero della Pietra Azzurra / Nadia dei mari delle meraviglie (1990)
Ispirato ai romanzi di Jules Verne, soprattutto Ventimila leghe sotto i mari, l’anime venne commissionato al neonato Studio Gainax apposta per sfruttare il successo di Laputa: il castello nel cielo, di Miyazaki


6
Candy Candy (1975)
La vita dell’orfanella inglese Candy, infermiera durante la Grande Guerra, e la sua storia d’amore tormentata con l’attore Terence, generarono un culto sensazionale in tutto il mondo, compresa l’Italia, che ne riscrisse il finale


7
C’era una volta Pollon / Pollon dell’Olimpo (1977)
Delirante e divertente, Pollon è un’esplosione pop anni 70 tra la mitologia greca e la cultura giapponese. 


8
La Divina Commedia (1993)
A proposito della passione di Go Nagai per La Divina Commedia: il maestro l’ha omaggiata con una rilettura che, pur concedendosi qualche licenza, ne restituisce tutto il peso drammatico.


9
Eroica – La gloria di Napoleone (1986)
Riyoko Ikeda torna al progetto di un manga sulla vita di Napoleone Bonaparte. L’aveva lasciato in sospeso dopo la conclusione de Le Rose di Versailles, del quale si propone come un seguito, tant’è che ne recupera alcuni personaggi


10
L’opera omnia di Osamu Tezuka (1946)
«Sono convinto che i fumetti non debbano solo far ridere». A questa intuizione di Tezuka, “il dio dei manga”, dobbiamo l’intera tradizione del fumetto giapponese. Gli iconici “occhioni” gli furono ispirati dal Topolino di Walt Disney.


11
Ken il guerriero / Hokuto no Ken (1983)
L’opera di Buroson e Hara ha tra le sue fonti d’ispirazione la trilogia di Mad Max e gli spaghetti western. Django di Sergio Corbucci, ad esempio, è esplicitamente citato in un episodio.


12
Gunslinger Girl (2002)
Ambientato in Italia, il manga ha per protagoniste le “marionette”, ragazzine trasformate in cyborg dallo Stato perché contrastino il Movimento delle Cinque Repubbliche. Numerosi i riferimenti alla politica italiana. Inquietante


13
Porco Rosso (1992)
«Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale». Giunto in Italia solo nel 2010, il capolavoro di Miyazaki racconta di Marco Pagot, aviatore ricercato dal regime e trasformatosi, a causa di un incidente, in un maiale


14
Cesare, il creatore che ha distrutto (2007)
Ambiziosa opera di Fuyumi Souryo, ancora in corso di pubblicazione in patria, racconta la vita di Cesare Borgia. La vita all’Università di Pisa è accuratamente riprodotta, e Firenze è protagonista di splendide tavole


15
Il castello errante di Howl (2004)
Incluso dall’Empire nella lista dei 500 migliori film di tutti i tempi, Il castello errante di Howl è l’interpretazione pacifista e immaginifica che il maestro Miyazaki dà al romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones


16
Devilman (1972)
Cupa e sconvolgente, l’opera di Go Nagari è una pietra angolare del manga, che ancora oggi ispira centinaia di autori. A ispirare lui, invece, furono le rappresentazioni della Divina Commedia di Gustave Doré


17
Berserk (1989)
Il capolavoro iperviolento di Kentaro Miura è ambientato nel medioevo di un’Europa fittizia, in piena Inquisizione. Tra le sue fonti d’ispirazione l’autore ha citato Hellriser di Clive Baker e il pittore Hieronymus Bosh


18
Cowboy Bebop (1998)
Considerato (a ragione) uno degli anime più belli di sempre, Cowboy Bebop si ispira alle tradizioni western e sci-fi, con omaggi continui alla musica e al cinema occidentale. Indimenticabile la colonna sonora jazz, opera di Yoko Kanno


19
All’Arrembaggio! / One Piece (1997)
Le avventure per i sette mari di Rufy e della sua ciurma attingono a piene mani dalla tradizione occidentale dei racconti sui pirati


20
Neon Genesis Evangelion (1995)
L’opera di Hideaki Anno, colonna portante della moderna animazione giapponese, contiene infiniti rimandi alla tradizione ebraica, spiegati con queste parole dagli stessi autori: «Ci sembrava figo»


21
Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo / Slayers (1995)
Serie di culto degli anni 90, che in Italia aveva un titolo ridicolo, Slayers racconta i turbolenti viaggi della maga Rina Inverse e dello spadaccino Gourry Gabriev, nati come parodia dei giochi di ruolo alla Dungeons & Dragons


Se è per questo, c'è un 'altra serie che ne fa una parodia ancor più filologica: Guru Guru Il Girotondo della Magia


22
Holly e Benji / Capitan Tsubasa: World Youth (1994)
Seguito di uno degli spokon (serie sportive) più famosi, Capitan Tsubasa: World Youth ci mostra, tra gli altri, Tsubasa Ozora (“Holly”) al San Paolo, in Brasile, mentre un nuovo personaggio, Shingo Aoi, gioca nell’Inter


23
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010)
Il film è ispirato alla saga inglese degli Sgraffignoli, di Mary Norton, che Miyazaki ha trasportato nella periferia di Tokyo dei giorni nostri


24
Georgie / Lady Georgie (1983)
Ambientato nell’Australia del XIX secolo, Lady Georgie era un manga dai contenuti piuttosto forti. L’anime, alleggerito già in patria, andò in onda in Italia dal 1984, ma subì pesanti censure solo negli anni 90


25
Trigun (1995)
Vash the Stampede, “il tifone umano”, è un pistolero misterioso e solitario, che semina la distruzione ovunque vada. Non per sua volontà, però: lui cerca sempre di non sparare. La serie è un grande omaggio al genere western


Le frasi più belle di Sanzo in "Saiyuki"

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Anche a distanza di anni rimango molto affezionata a Saiyuki: è uno degli anime e manga che mi sono "rimasti" di più... e tra l'altro, è stato pure il primo post che ho pubblicato su questo blog!
Credo che, esattamente come accade per alcuni film, canzoni, ecc..., quelli che ci piacciono davvero alla fine sono solo quelli che rimangono attaccati alla memoria anche col passare del tempo perché ci hanno lasciato una "bella sensazione"... mentre magari, nella stragrande maggioranza dei casi, la passione si esaurisce in poco tempo.
Tra gli altri anime che mi sono rimasti ben ancorati in mente per esempio ci sono Yu Yu Hakusho e, tra i più recenti, Death Note e Gantz, che era straordinario. Sono il tipo di serie che ti andresti a riguardare volentieri.
Di Saiyuki mi piace che è permeato da una propria filosofia di vedute che è sempre chiara nello svolgersi delle vicende, nei personaggi, nelle loro scelte, ecc... In poche opere ho visto una presa di posizione così netta, e anche se all'inizio pensavo fosse esclusivamente pessimista, ci ho ripensato. Saiyuki è bello perché fa riflettere, il viaggio ne è il tema centrale: un viaggio che non porta da nessuna parte in particolare, o che quantomeno ha una meta invisibile; un viaggio che va affrontato giorno per giorno, e ha senso solo se ciò viene fatto assieme agli altri (come nella canzone Open up Your Mind: "you can take another look from the other side"...), e soprattutto un viaggio incredibilmente duro a volte, e difficile da accettare, in cui perfino il dolore ha una sua intrinseca bellezza. Quel viaggio dei quattro protagonisti è una metafora della vita.
Come dicevo prima, ognuno di loro lo affronta a modo proprio, ma mi fa piacere che l'autrice abbia caratterizzato i protagonisti rendendo per loro le cose così difficili, perché penso sia bello il modo in cui, tutti e quattro si "trascinano avanti nella vita", e debbano sempre cercare di trovare la forza per andare avanti. Sono molto umani.

Naturalmente la filosofia di Saiyuki viene fuori anche dalle frasi pronunciate dai personaggi; sul web girano soprattutto quelle della prima serie, l'unica trasposta in italiano. Riporto lo stesso quelle di Sanzo, il mio preferito (e in assoluto uno dei miei personaggi preferiti degli anime), perché mi piacciono. E se non avete voglia di leggere, su youtube c'è un filmato che le raggruppa, e persino una pagina facebook appositamente dedicata...




“Non avere nulla. Se incontri un budda uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere legami, non essere schiavo di nessuno. Vivi semplicemente per la tua vita. È l’unico insegnamento che mi è stato trasmesso dal mio predecessore.”

Questa è di sicuro la frase più famosa e viene ripetuta varie volte nel corso della serie. Inizialmente la trovavo estrema, ma il significato in sintesi è che ognuno vive per se stesso, e questa verità rimane valida in qualsiasi circostanza: c'è poco da fare. Noi nasciamo come esistenze individuali, separati dagli altri e presenti solo a noi stessi, siamo piccoli mondi a sè stanti, gli déi di noi stessi...
Il distacco e il non avere legami, pratica zen, sono il modo migliore di onorare l'esistenza e di viverla: l'augurio è di compiere il proprio cammino in completa libertà, perché è l'unico che abbiamo a disposizione.
Poi c'è l'altra faccia della medaglia:

“Ciò che rende libera ogni creatura è avere un luogo a cui fare ritorno.”
Komyo Sanzo

Siamo separati dagli altri, ma non possiamo vivere senza di loro. 
Il maestro di Sanzo nel pronunciarla si riferisce agli amici perché "casa" è dove ci sono le persone che amiamo, ma può anche essere riferita all'attaccamento alle proprie origini (tra tutti i posti in cui potevamo nascere, siamo nati in quel luogo, perciò ci siamo inevitabilmente attaccati).


“Anche se non si riesce a credere in dio, si può credere in se stessi.”


“Non ho alcuna voglia di morire per qualcuno…Perché conosco il dolore di chi resta. Vivrò e morirò soltanto per me stesso. Questo è il mio orgoglio.”


"Se devi finire per scusarti, evita di metterti nelle condizioni di doverlo fare!”


“Ho sentito dire che per te il rosso è il colore della penitenza. Penitenza decisa da chi? Dio? Dio non salva nessuno, ricordalo. Tu sei l’unico in grado di salvare te stesso! Sei libero di morire. È una buona via di fuga. Nel caso tu morissi le cose rimarrebbero immutate. Se invece tu decidessi di vivere, qualcosa potrebbe cambiare.”


“La vita stessa, dal principio fino alla morte, è un disperato e inutile tentativo di resistenza.”


"Non è detto che un assassino sia per forza malvagio. Nel mondo in cui viviamo persone che meritano di morire ce ne sono fino alla nausea. Tuttavia, nel momento in cui qualcuno si macchia di un'uccisione, deve prepararsi all'idea di poter essere ucciso a sua volta. Poiché questo è ciò che stabilisce la legge del karma. Di conseguenza a prescindere dall'agire in modo giusto o sbagliato, chi sopravvive al mondo è solo chi è animato da una forte volontà di vivere”


 "Il cammino da seguire è soltanto uno? E chi mai l'ha stabilito?"



Hakushaku To Yousei: for fangirls only

Author: Grace / Etichette:


... ma guarda, mi ritrovo a fare quest post proprio dopo quello sulle fangirls!
Già, perché i protagonisti di quest'anime rappresentano in modo quasi didascalico i classici personaggi amati dalle fangirls: in questo caso l'intento è proprio evidente, quindi consiglio questa mini-serie a tutte coloro che sono delle inguaribili romantiche, perché vi troveranno pane per i loro denti (le puntate sono solo dodici, ma in ognuna di esse c'è sempre una scena da doki doki - batticuore!).
Hakushaku To Yousei, Il Conte e La Fata, è un anime breve tratto da una light novel (dalla quale comunque è stato tratto anche un manga, inedito qui in Italia).
La storia è ambientata nell'Inghilterra vittoriana, ed i protagonisti principali sono Lydia Carlton, un "dottore delle fate", ovvero un'esperta del mondo delle fate che riesce anche a vederle e a comunicare con loro, e il misterioso Edgar, una specie di gigolò impenitente che chiede il suo aiuto per reclamare il titolo di Conte Cavaliere Blu, ovvero colui che regna sul mondo fatato.
Quindi i loro destini si intrecceranno, e nel dipanarsi della vicenda ci sarà anche una crescita del loro rapporto, romantico ma complicato: all'inizio infatti sembra che Edgar voglia soltanto usare Lydia, ma col tempo finisce per innamorarsi di lei, seppure lei non sia convinta della sua buona fede, e tutto ciò che succederà metterà a dura prova il loro rapporto... Edgar e Lydia sono opposti: lei è trasparente ed onesta, lui abbastanza criptico, non mostra mai le sue vere emozioni. Insomma, Edgar è il classico "bel tenebroso".
Al suo fianco, un carnet di personaggi maschili tutti belli e affascinanti: il fedele servitore Raven che farebbe qualsiasi cosa per Edgar ed è un letale assassino posseduto da uno spirito (Raven tra tutti è il personaggio che mi convince di meno, perché ha una personalità quasi inesistente); Kelpie il Cavallo d'Acqua, un appartenente alla corte maligna del mondo fatato, irruente e innamorato di Lydia; l'educato e timido pittore Paul Foreman...
I possibili accoppiamenti in breve sono questi:

Lydia - Edgar la coppia più quotata e ricca di sviluppi e colpi di scena, ovviamente. Entrambi non hanno una personalità affatto semplice a mio parere, ed è questo che li ostacola. Il modo in cui si comportano e le loro incomprensioni sono causate più che altro dalle loro paure e insicurezze personali e dal loro passato. Il loro rapporto li costringe al confronto e li migliora entrambi come persone.
Lydia - Kelpie il loro è più simile ad un legame d'amicizia che a una storia d'amore, anche se non c'è dubbio che le intenzioni di Kelpie siano ferme almeno quanto quelle di Edgar. Kelpie alla fine è troppo leale, e finisce per assecondare sempre Lydia perdendo delle preziose occasioni... A differenza della coppia precedente, fra loro due c'è una grande fiducia sin dall'inizio.
Lydia - Raven non è una vera e propria coppia, ma a tratti sembra essere probabile grazie all'incredibile ascendente che Lydia riesce ad esercitare su di lui: sembra che sia l'unica con la quale Raven riesca ad aprirsi con facilità, probabilmente per il fatto che lei è molto sensibile e delicata con lui.
Lydia - Paul entrambi hanno un carattere simile, molto semplice; Edgar lo ritiene il suo principale rivale, ma ha torto perché tra loro, seppur ci siano stima e comprensione, manca del tutto la complicità.
Edgar - Ermine questo è un amore a senso unico: solo Ermine è innamorata di lui, nonostante Lydia sia convinta del contrario. In realtà Edgar tiene profondamente ad Ermine, ma non la ama

L'unica pecca di questo anime, a parte la sua brevità, è la trama non proprio chiara né particolarmente avvincente (c'è di meglio in giro...), ma il difetto è ampiamente riscattato dalla quantità di scene d'amore di cui parlavo all'inizio, ed anche i disegni sono carini,  nel loro stile mi ricordano certi anime shojo degli anni '90, tipo quelli delle CLAMP.
Questo è un anime solamente per ragazze.
Giudizio finale
Soggetto: 6 (salvato solo dalle scene romantiche)
Animazione: 7
Trama: 2
Caratterizzazione dei personaggi: 4 (l'unico caratterizzato veramente bene è Edgar)
Musiche: 2
Voto finale: 5


Così siam tutte: le fangirls...

Author: Grace / Etichette:

La prendo con molta ironia.
La verità alla fine è che siamo tutte (e tutti) un po' fangirls e fanboys, semplicemente perché tutti quanti siamo fan di qualche personaggio (fittizio o reale) o abbiamo un qualche tipo di passione che alimentiamo sfegatatamente e volte con un'euforia che dall'esterno sembra esagerata... Non c'è poi così tanta differenza tra la ragazza che si commuove vedendo Titanic e il metallaro che si strapperebbe i capelli ad un concerto della sua band di culto. Chi più, chi meno, siamo tutti uguali... c'è chi fa un po' più lo stupido, vero, ma quello vale in tutti i campi... 
E soprattutto siamo simili in una cosa: ci arrabbiamo se magari qualcuno offende i nostri idoli... è normale quando si tiene molto a qualcosa, così tanto da considerarla parte di sé (e ci sono passioni che a molti sono durate una vita, e che ad altri la hanno addirittura cambiata, non scherzo).

La sottoscritta, di 20 anni oltrepassati da poco, non si definirebbe una fangirl, ma vorrebbe spezzare una lancia a favore. Fino a poco tempo fa - me tapina - non sapevo neppure che questo termine esistesse: è diventato diffusissimo negli ultimi anni, e nella maggior parte dei casi fa riferimento a ragazze adolescenti innamoratissime di qualche personaggio di anime e manga (ma si può trattare anche di cantanti, attori, eccetera...). Da quel che mi è sembrato di capire, però, questa definizione non è per forza dispregiativa (così come "otaku"): dipende tutto dai punti di vista e... dai tipi di persone. Dopotutto, già nell '800 le giovani dame s'infiammavano per Mr. Darcy di Orgoglio e pregiudizio, che è un personaggio immaginario, e non mi sembra che a distanza di due secoli sia cambiato molto!!!
Però è vero, a noi ragazze il termine calza di più, perché noi siamo sempre state più romantiche dei maschietti... anzi, chissà che questa parola non l'abbia inventata proprio un maschio frustrato, è formulata da un punto di vista un po' maschile secondo me!
Io, ad esempio, più che fangirl di anime, forse sono, o sono stata, una fangirl di certi cantanti: se nella definizione è compreso avere i loro poster appesi alle pareti, sognare di incontrarli, sostenerli in maniera sfegatata ... allora si, sono una fangirl, ma voglio vedere chi non ha mai fatto cose del genere!

E così sorge il dubbio amletico: sono o non sono una fangirl? Beh, a giudicare dai personaggi degli anime presenti nella lista di Nonciclopedia (sempre simpatica e mai equa, però necessaria) direi di si. Ecco, tra quelli compresi nella lista, quelli che piacevano anche a me (li preferivo agli altri per le loro personalità, solo per uno o due di questi avevo una cotta):


  • Matt, Ken, Ryo o Kouji (Digimon) 

  • Sinceramente non me li ricordo tutti, ma vagamente credo di ricordarmi che mi piacevano Matt e Kouji

      • Kei o Rei (Beyblade) 

    • Tra questi due Kai (non Kei), e credo di non essere la sola

        • Shaoran (Cardcaptor Sakura e Tsubasa Reservoir Chronicle)
        • Sesshomaru (Inuyasha)
        • Sanzo Hoshi o Sha Gojyo (Gensomaden Saiyuki) 

      • Tra questi due Sanzo... e credo di non essere la sola!

          • Sasuke, Gaara o Kakashi (Naruto) 

        • Tra questi Gaara

            • Light ed L (Death Note) 

          • L tutta la vita!

          • Oltre a questi ovviamente ce ne sono degli altri. Riporto senza alcuna vergogna quelli che mi ricordo:
            • Killua, Kurapika e Hisoka di HunterxHunter
            • Nishi di Gantz
            • Ryoga di Ranma
            • Nike di Guru Guru
            • Impmon/Belzebumon e Angemon dei Digimon
            • Hazel di Saiyuki
            • Merlock Holmes di Flint
            • Andromeda, Crystal e Phoenix di I Cavalieri Dello Zodiaco
            • Piccolo di Dragon Ball
            • Jigen di Lupin
            • Xerxes Blake di Pandora Hearts
            • Sanji e Zoro di One Piece
            • Hiei di Yu Yu Hakusho
            A livello ancora crescente poi ci sono cantanti e musicisti, dei quali, mi preme sottolinearlo, apprezzo molto di più musica e aspetto umano più che l'aspetto fisico. Credetemi, nel caso dei seguenti nomi l'aggettivo "fangirl" decade completamente:
            • Martin Gore dei Depeche Mode
            • Tutti e quattro i Clash escluso Topper
            • Tré Cool e Billie Joe dei Green Day
            • Ville Valo degli HIM
            • Minami dei Fear, and Loathing In Las Vegas
            • Tuomas Holopainen dei Nightwish
            • Kamijo dei Versailles
            Ecco, mi pare di aver detto tutto o quasi, e non me ne faccio alcun problema. A queste liste poi si aggiungono gli attori, i poeti, gli scrittori (e i personaggi presenti nelle loro opere), i pittori, e tutti quegli artisti (donne comprese) che ammiro e seguo per i motivi che possono essere i più disparati... Per il resto, non mi sembra di corrispondere alle caratteristiche elencate da Nonciclopedia.
            A tutte coloro che se la prendono, dico di lasciar perdere i criticoni (soprattutto la categoria "criticoni a prescindere") e ai criticoni di essere consapevoli che anche loro hanno i propri scheletri nell'armadio. A tutti quelli che non hanno passioni che difenderebbero di fronte agli altri, dico che sono persone noiose.
            Insomma, a chi importa di quello che dicono gli altri quando ci piace qualcosa o qualcuno?

            Rozen Maiden

            Author: Grace / Etichette:

            Ultimamente non sto passando un bel periodo, sorry anche per la mia momentanea assenza dal blog… vabbé, mi consolerò scrivendo il post sulle Rozen Maiden:

            Le sette bambole denominate Rozen Maiden, 
            famose per la loro incredibile bellezza e perfezione con cui sono state realizzate,
             non sono semplici bambole, perché il loro creatore, l'evanescente Rozen, 
            ha dato loro un'anima, la Rosa Mystica, e personalità differenti. 
            Il destino delle bambole è di scontrarsi fra di loro 
            per impadronirsi della Rosa Mystica delle sorelle sino a quando, 
            colei che le avrà raccolte tutte, 
            potrà avere l'onore di incontrare il padre e di diventare
             la bambola pura e perfetta che egli ha sempre ambito a creare, Alice




            Le 7 Rozen Maiden (...in ordine di preferenza)

            SHINKU una dama orgogliosa, l'essenza dell'aristocratica. Ma anche un animo sensibile e nobile.
            Significato del nome: Rosso cremisi
            Numero: è la quinta bambola ad essere stata creata
            Arma: petali di rose rosse


            SUIGINTOU eternamente incompleta, questa bambola vive solo per il desiderio di essere amata
            Significato del nome: Lampada al mercurio
            Numero: uno
            Arma: piume nere


            SUISEI SEKI per lei vale il detto “chi disprezza compra”: è sempre lì a lagnarsi e a fare dispetti, ma alla fine è la più dolce di tutte
            Significato del nome: Pietra di giada
            Numero: tre
            Arma: annaffiatoio


            SOUSEI SEKI gemella di Suisei Seki, al suo contrario matura e silenziosa. Anche se ha abiti ed atteggiamenti mascolini, questa bambola è assolutamente femmina
            Significato del nome: Pietra di lapislazzuli
            Numero: quattro
            Arma: cesoie da giardiniere


            KANARIA deliziosa con il suo violino, il  monocolo e l'ombrellino... e il suo spirito artificiale: Pizzicato!
            Si definisce la più intelligente tra le sue sorelle
            Significato del nome: Canarino
            Numero: due
            Arma: violino


            HINA HICHIGO deliziosa come una torta di fragole con la panna; è innocente ed allegra
            Significato del nome: Piccola fragola
            Numero: sei
            Arma: piante di fragole


            KIRAKISHOU colei che non ha un corpo e vive solo come entità astrale, colei che ha una rosa al posto di un occhio
            Significato del nome: Splendido cristallo di fiocchi di neve
            Numero: sette
            Arma: spine di rose


            Considerazioni...
            Un'anime in cui le protagoniste fossero delle bambole: come mai nessuno ci aveva mai pensato prima?
            Dell'anime, che ha seguito un po' il fumetto nella travagliata storia, esistono tre serie, di cui le prime due sono separate per continuità e disegni dalla terza. Sono sufficientemente belle per almeno due ragioni:
            1)     il tema. Ovvero queste sette bambole vittoriane, ognuna diversa dall'altra e con proprie peculiarità e poteri, dei semplici giocattoli che vengono dotati di un'anima da un misterioso creatore, ma che possono agire solo grazie alla mediazione di un essere umano... E perché il creatore ha voluto che le bambole si eliminassero a vicenda attraverso il gioco di Alice? Il tema dei giocattoli che hanno un'anima trovo sia molto romantico. Nell' 800 queste bambole erano splendidi manufatti considerati oggi come dei veri e propri pezzi d'arte: spesso erano automi in grado di compiere svariate azioni (come scrivere, ballare, ecc... sotto vi posto alcuni esempi) e la loro costruzione era una piccola magia: i loro creatori le curavano in ogni dettaglio per farle sembrare degli esseri umani in miniatura
            2)     il problema del protagonista, Jun, che è un hikikomori, ovvero uno che vive recluso nella sua stanza. Grazie alle Rozen Maiden, gradualmente Jun riuscirà a recuperare. Mi è piaciuta molto la delicatezza con cui la serie tratta l'argomento. È uno shojo classico, adatto per le giovanissime, in alcune parti devo dire che la trama è lenta e un po' piatta (non succede granché), ma le bambole sono deliziose.

            Giudizio finale
            Ho aggiunto ancora nuove categorie: quella del soggetto premia la validità dell'idea iniziale (che in alcuni casi, pur essendo buona, può venire sviluppata male nel corso della storia), e poi le musiche, che in ogni anime che si rispetti creano atmosfera, e costituiscono un aspetto non da poco. I seguenti giudizi, sempre riferiti in una scala da 1 a 10, valgono per entrambi gli anime che sono stati prodotti:
            Soggetto: 7,5
            Animazione: 9
            Trama: 3
            Caratterizzazione dei personaggi: 4
            Musiche: 6
            Voto finale: 6