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I cappelli e le parrucche nel 1700

Author: Grace / Etichette:

Quello che non sapevo è che ad una parrucca fosse abbinato un cappello di una determinata foggia e viceversa... comunque, nel diciottesimo secolo le parrucche erano una prerogativa dei ricchi, dato che costavano parecchio, e non era raro che venissero rubate per strada (e neppure che cadessero: camminarci era abbastanza impegnativo). In molti casi le parrucche venivano incipriate; chi non poteva permettersi la cipria rimediava con la farina. I cappelli, invece, diventano sempre più "semplici" via via che ci avviciniamo alla fine del secolo; fatto sta che il '700 rimane l'epoca contraddistinta dall'eleganza, e credo che mai come allora i cappelli siano stati elaborati, stravaganti e anche funambolici (oltre a decorazioni di stoffa, fiori, gioielli, piume, nastri, non era raro che le dame ci incorporassero di tutto: dalle gabbiette per gli uccelli ad altri oggetti...).
Guardando queste illustrazioni, mi viene in mente che la gente dell'epoca avesse molta più fantasia di noi. E soprattutto poca fantasia hanno pure i costumisti cinematografici, i quali, a parte rare eccezioni, nei film ci ripropongono sempre i soliti due o tre tipi di cappelli, mentre come vedete ce ne sono moltissimi...
Mi spiace ma non sono riuscita a trovare i nomi dei singoli cappelli in italiano, ma se qualcuno vuole colmare la lacuna, ben venga.

Donne













Uomini (inclusi i copricapi militari)




Il tartan (parte 2)

Author: Grace / Etichette: , ,

IL KILT




"Un uomo in kilt vale un uomo e mezzo"


Nel ‘700 l’inglese Sir Thomas Rawlison, un imprenditore, apportò alcune modifiche al preesistente belted plaid, l’abito indossato centinaia di anni prima dai cosiddetti Highlanders, diretti discendenti dei celti.
Il belted plaid in null’altro consisteva se non in un lunghissimo pezzo di stoffa (lungo fino a 15 metri e largo più di 4), di lana grezza e a basso costo, con cui gli Highlanders si coprivano l’intero corpo: si avvolgeva attorno ad esso e si appoggiava su una spalla, poi veniva fermato in vita con una cinta di cuoio, creando così una gonna.
Per farvi un’idea del belted plaid potete pensare a Braveheart (anche se William Wallace, il condottiero interpretato da Mel Gibson, pare non indossasse veramente il plaid, ma una tunica color zafferano!)


Gli scozzesi, che in linea di massima erano molto poveri, adottavano questo modo di vestirsi per difendersi dalle rigide temperature delle Highlands, e lo utilizzavano anche come coperta (da notare che ancora oggi il plaid è una coperta).  Il belted plaid si indossava da sdraiati.
Rawlison, che si era trasferito nelle Highlands e ne aveva appreso la cultura, aveva osservato che i suoi operai usavano queste vesti e decise di renderle meno ingombranti: fu così che nacque il kilt, in pratica una versione “accorciata” del plaid.
Il kilt è una gonna a portafoglio, con la parte sovrapposta davanti, a volte plissettata, altre no; viene tenuto chiuso da lacci di pelle con fibbia in alto e da una grossa spilla di sicurezza (kilt pin) sul lembo sovrapposto nell'angolo libero della stoffa.
Dunque, al contrario di quanto si pensi, la paternità del kilt non è scozzese, bensì inglese, tuttavia ciò non sottrae neppure un grammo di fascino a questo capo, che di diritto appartiene alla Scozia…
Come già detto, i vari colori dei kilt caratterizzano i clan di appartenenza (vedi primo post).
A rendere il kilt definitivamente famoso fu Sir Walter Scott, con un’intelligente trovata: in occasione della visita di Re Grigio IV a Edimburgo nel 1822, portò in città i capi clan delle Highlands, ognuno col proprio kilt, e li fece sfilare nei cortei.
Infine, nel 1858, la regina Vittoria e il principe Alberto comprarono il castello di Balmoral, e lo arredarono usando il tartan Balmoral, creato appositamente da Alberto: ciò contribuì a renderlo ancora più famoso. Ancora oggi il Balmoral è il tartan distintivo della famiglia reale inglese (sicuramente vi sarà capitato di vedere Carlo in kilt), portato sia dalle donne che dagli uomini, e pare che per vestirlo occorra prima avere il permesso della regina:


Solitamente esistono vari tipi di kilt per due o tre occasioni: per il giorno, per la sera, per la campagna, ecc…
Alcuni colori erano e continuano  ad essere preferiti ad altri nell'ambito di particolari occasioni: i dress tartans facilmente riconoscibili per le righe bianche sopra il disegno originario sono indossati per i completi da sera, gli hunting tartans dai toni del verde e marrone, sono impiegati per la realizzazione del vestiario per la caccia, i  mourning tartans, prevalentemente bianchi e neri vengono usati in occasione di lutti, i muted tartans presentano sfumature che vanno dal verde all'amaranto e al giallo, mentre i famosi Chief's tartans sono rigorosamente riservati ai Capi Clan, indossati da loro e dai familiari più stretti.
Si parla inoltre di “modern kilt e di “ancient kilt”, laddove nel primo c’è una prevalenza di colori scuri e vengono impiegate tinture chimiche, mentre nel secondo colori più chiari e delicati che tendono ad avvicinarsi il più possibile a quelli dei kilt originali.
Ci sono alcuni accorgimenti da non tralasciare nel momento in cui si voglia acquistare un kilt: innanzitutto deve essere rigorosamente confezionato a mano,  avere le pieghe profonde due centimetri, dalla vita in giù, per una lunghezza di quindici centimetri, all'interno deve essere sostenuto da una consistente garza  che ferma le pieghe, non avere l'orlo ripiegato ma terminare con la cimosa della stoffa, particolare facilmente riconoscibile in quanto in questo modo si  distingue un autentico tessuto scozzese. Il tradizionale spillone che tiene chiuso il kilt sul davanti (nel passato si usava una scheggia di pietra) è generalmente di metallo, a volte può anche essere d'argento.
Tuttora il kilt  risulta essere, sebbene non più in battaglia, il capo ufficiale scozzese sia nelle parate che negli eventi ufficiali e formali di stato. E’ ancora il vestito che ogni buon scozzese indossa al matrimonio (proprio e di conoscenti, parenti e amici) e che si indossa per gli eventi e i festival quali ad esempio gli Highland Games e il Festival di Edimburgo.
Sulla ben nota usanza che vuole che sotto il kilt non si porti biancheria intima c’è una diatriba tuttora in corso: c'è chi dice che sia un'invenzione, chi invece sostiene sia davvero la tradizione (ed effettivamente, come detto prima, gli antichi scozzesi erano poveri...). Fatto sta che gli scozzesi, che sono gente abbastanza allegra e goliardica, amano vestire il kilt senza biancheria intima, e non ci pensano due volte ad alzarsi il gonnellino! Tant'è che qualche anno fa era stato anche proposto di rendere obbligatorio l'uso delle mutande per "questioni di decenza".
Ovviamente si sono opposti (per fortuna).



IL VESTITO UFFICIALE


Quando si parla di costume scozzese non si parla solo di kilt, perché esso è costituito da varie parti. 
Il vestimento è un'affascinante rituale (potete vedere il video sotto).
Tra gli accessori abbinati al kilt troviamo lo sporran una borsetta di cuoio utilizzata per trasportare denaro; va posizionata davanti e indossata cinque dita sotto la cinta
Ci sono poi le scarpe, dette brogues, e le calze bianche alte fin sotto il ginocchio (hose).
L’accessorio più curioso è sicuramente il sgian dubh (nome gaelico, a volte chiamato anche  coltellino nero), un piccolo coltellino che viene inserito per metà della calza, lasciandone intravedere il manico! Se vi state chiedendo quale fosse la sua funzione originaria, ebbene, pare proprio che gli uomini lo usassero come arma nascosta…
La parte superiore del costume è completata dalla giacca Prince Charlie, mentre il kilt è tenuto chiuso da pins di varie foggie.
Oltre a questi accessori, ce ne sono altri “opzionali”, come la cinta di pelle, o il berretto (ne esistono di tre tipi: Il Balmoral, il Glengarry e il Bonnet).


[FONTI]
fonte 2: wikipedia



Il tartan (parte 1)

Author: Grace / Etichette: , ,

IL TESSUTO


Definizione tecnica
Il tartan, che è detto anche stampa check e che in Italia chiamiamo semplicemente “scozzese”, è realizzato tramite l’alternarsi di fili colorati intrecciati, fili di ordito e trama, ad angolo retto tra loro. Si lavora come una tela: due sopra - due sotto l'ordito, avanzando un filo a ogni passaggio.
I blocchi di colore si ripetono verticalmente e orizzontalmente in un modello distintivo di quadrati e linee che, intrecciandosi, danno l'apparenza di nuovi colori miscelati da quelli originali

Etimologia
Sull’origine del termine “tartan” esistono ipotesi differenti: secondo la più accreditata fu tra le prime voci inglesi di moda accettate in Francia nel 1806, ma già dal Cinquecento, veniva utilizzato il termine tiretaine, dal verbo tirer che fa riferimento al tessuto a quadri ottenuto. Il modello degli Highlanders, scozzesi di lingua gaelica, fu chiamato breacan, cioè molti colori. Nel tempo i significati di tartan e breacan, sono stati combinati per descrivere un certo tipo di modello, su un certo tipo di tessuto.
Un'altra possibile origine del nome lo farebbe risalire al termine gaelico tarsainn che significa "attraverso"…


L’origine del tartan viene comunemente identificata nella cultura scozzese, eppure la prima vera prova su tessuto pare essere lontana dalle isole britanniche e risalirebbe alla cultura di Hallstatt in Europa Centrale,  datata tra il 100 a.c. e il 400 a.c. Il tartan che arriva a noi, comparve in Scozia per la prima volta all’inizio del XVIII secolo. Solitamente associato alle Highlands (ovvero le regioni montuose della Scozia), dopo la sconfitta degli scozzesi a Culloden, nel 1746, fu vietato indossarlo. Solo verso la fine del XVIII, il tartan divenne ufficialmente un modo per distinguere i diversi clan e le zone della Scozia (vedi seconda parte dedicata al kilt).
Il particolarismo dei clan si manifesta proprio nel tartan, i cui disegni e colori variavano da un clan all’altro. Clan deriva dal gaelico “Clann” che sta per “famiglia”, “discendenza”: ognuno possiede il suo tartan personale, ufficiale e registrato (si iniziò a registrarli dall’ 800).
In origine i tessuti presentavano un disegno molto semplice con due o tre colori, ottenuti con piante e radici o comunque da prodotti naturali; con l’elaborazione dei coloranti chimici, i motivi sono diventati più elaborati e vari.
Secondo alcune teorie, era proprio in base alle materie prime che certi disegni erano polari in alcune zone piuttosto che in altre: in pratica lì era possibile reperire i coloranti con la quale realizzare quella determinata stoffa. Ciò spiegherebbe perché molti tartan portano nomi di località geografiche scozzesi.
Sono solo 33 le fantasie originarie sopravvissute alle duemila di un tempo; ad ogni tartan era anche associato un motto. Una visita d'obbligo per gli amanti dello scozzese è il The Tartans Museum di Compie dove viene conservato il registro di tutti i diversi tessuti esistenti e dove se ne possono ammirare circa quattrocento. 

questi sono alcuni tra i tartan più famosi, ma i modelli esistenti sono migliaia
potete trovarli tutti, catalogati per ordine alfabetico, a questo sito

Ad oggi ormai il tartan non è più un’esclusiva della Scozia: esistono tartan registrati per famiglie, distretti, istituzioni e anche per commemorare particolari eventi (ad esempio ne è stato creato uno, bianco e grigio, in memoria di Lady Diana e uno appositamente, blu, nero e argento, per le ultime nozze reali, quelle tra il principe William e Kate Middleton)
Alcuni hanno assunto comunque ulteriori significati, e sono nati bizzarri tartan dedicati a qualsiasi cosa, tipo quello di  Robin Hood o quello di Rob Roy! Anche per l'ultimo film della Pixar Ribelle - The Brave, ambientato proprio in Scozia, è stato creato un modello apposito di tartan.
Ci sono tartan per le forze armate come il Royal Air Force ed il Royal Canadian Air Force, ma anche compagnie commerciali, speciali gruppi come Amnesty International, movimenti religiosi (anche Hare Krishna), città, club di football, società di danza, gruppi celtici non britannici, regioni del mondo con una grande presenza di scozzesi ecc…
Anche gruppi etnici non scozzesi che vivono in Scozia hanno disegnato propri tartan. In Canada tutte le province hanno il loro tartan, e persino negli Stati Uniti molti stati hanno un proprio tartan!

[FONTI]
fonte 2: wikipedia

Concludo con un gioco divertente: state forse pensando di essere gli unici a non avere un tartan personalizzato?
Sul web c'è il tartan maker, grazie al quale anche voi potrete crearvi il vostro tartan (dopo aver mosso le bande, cliccate sul modello originale per vedere le modifiche)






Da "Habiti Antichi et Moderni di tutto il mondo" (1590)

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Donzella di Norimberga
Cortigiana

Abito della confraternita deputata alla giustizia

Baronesse e gentildonne romane
Boema plebea
Bravo veneziano e d'Italia
Campagnola di parma
Cestaruolo
Doge di venezia
Donna milanese
Magistrato
Marinaio inglese
Matrona spagnola
Mercante veneziano
Nobildonna norvegese
Nobildonna francese
Donna padovana
Principe tedesco
Re di francia
Contadino
Rettore dell'Università di Padova