Visualizzazione post con etichetta anime e manga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta anime e manga. Mostra tutti i post

Kuroshitsuji Book of Circus: 10 episodi sono troppo pochi

Author: Grace / Etichette: ,


Inizio questo post scusandomi ancora per la mia scandalosa assenza dal blog. 
In questo periodo superimpegnato l'unica serie anime che sono riuscita a gustarmi è la terza di Kuroshitsuji... Black Butler è un anime che ti lascia il segno per vari motivi, ma dieci episodi sono veramente pochi dopo tutta questa "astinenza" (ma c'è un piccolo contentino: fra un po' arriva l'OAV Book of Murder), quindi non potevo esimermi da lasciare un breve parere.
Innanzitutto è doveroso dire che questa terza serie, a differenza della seconda (seppur confusionaria, abbastanza buona) è tratta dal manga. Ci ho ritrovato invariati i soliti difetti e i soliti pregi: trama non esaltante, ma retta tutta da Ciel e Sebastian (gli altri personaggi - ahimè - non sono mai degni di tale definizione). L'idea del circo è carina e ci sta tutta considerando l'atmosfera d'altri tempi - altro pregio di Kuro - ma quando l'anime si sforza di assumere toni "thriller" è lì' che proprio non funziona. Black Butler di certo non è neppure gotico: ne ha solo la patina, ho visto altre serie animate che avevano un retrogusto dark molto più forte, a dispetto dell'ambientazione. Forse sarò ripetitiva, però alla fine è palese che la storia, i personaggi di contorno... tutto quanto è solo una scusa per parlare del rapporto Ciel/Sebastain o se volete bene/male. In questo terzo atto è ancora più chiaro, dato il bellissimo epilogo dell'ultimo episodio che vi riporto integralmente alla fine del post.
Ormai Kuro è diventato un cult assoluto, non se ne può più fare a meno: si esige un quarto adattamento!
E tra l'altro Book of Circus, nelle battute finali, lascia intendere senza se e senza ma che i misteri da svelare sono appena all'inizio (mi riferisco alla scena con Undertaker e i suoi compari). Un'altra osservazione che mi viene da fare, è che andando avanti, oltre alla coppia inossidabile, ci sono altri personaggi che stanno diventando sempre più "forti": mi riferisco agli Shinigami (non solo a Grell, che qua fa una breve e fulminante apparizione).
Mi è piaciuta la scelta di dare un taglio più crudele e sanguinoso: è una svolta che ci voleva da tempo, dati gli argomenti che vengono trattati. Quanto all'anima del povero Ciel, che si addentra sempre più nell'oscuro baratro, attendiamo fiduciosi i promettenti sviluppi.

Ciel (ridendo):
Qui non c'era niente! Quello che volevano proteggere non c'era più da un pezzo! E non ne avevano la più pallida idea! 
Ed erano anche così disperati... E sono tutti morti!
Sogghignare al loro disperato desiderio e trattarli come insetti, così subdolo, così mostruoso!
Più demoniaco di un vero demone!
E io non sono diverso: sono pieno della loro stessa bruttezza.
Questo è l'essere umano!
Sono un essere umano, Sebastian!

Sebastian:
Si. Certamente.
Diversamente dai demoni, voi umani possedete un'aberrante, complessa malignità.
Siete dei bugiardi, lottate disperatamente,... e avanzate a spese degli altri.
Derubate e venite derubati, giustificandovi in continuazione.
Eppure puntate lontano, oltre le colline. Questo rende gli esseri umani così interessanti.


I Cieli di Escaflowne

Author: Grace / Etichette:

è stato un sogno, o forse un'illusione...


Non c'è modo di scampare alla nostalgia quando guardo le vecchie serie animate, perché le paragono inevitabilmente a quelle più recenti, e sarete d'accordo con me nel dire che nel 90% dei casi il confronto non regge... eppure ora di anime se ne producono in gran quantità (pure troppi) ed è scandaloso notare come molti non abbiano per nulla una trama (sul versante animazione di solito ce la caviamo).
Eccomi qua a parlare di un altro cult... sorpresa io stessa di non averlo scoperto prima!
Anche perché Tenku no Escaflowne - anche conosciuto come Vision of Escaflowne o da noi come I Cieli di Escaflowne - è simile, similissimo, ad un'altra opera di cui sono grandissima fan: Magic Knight Rayearth delle CLAMP. Ecco i punti che hanno in comune:
ñ     la protagonista (o le protagoniste) vengono improvvisamente trasportate dalla propria realtà in un'altra dimensione, dove diventano determinanti per la salvezza del regno in questione
ñ     fusione tra mecha e fantasy: le battaglie sono combattute con enormi robot, un elemento che potrebbe sembrare grottesco data l'ambientazione fantasy, ma in realtà si adatta benissimo
ñ     il ragazzo di cui si innamora la protagonista principale, ha per fratello il cattivo (Hitomi si innamora di Van che è fratello Folken, Hikaru ama Lantis che ha per fratello Zagato). Inoltre in entrambe le serie la protagonista è coinvolta in un triangolo (Lantis-Hikaru-Eagle e Van-Hitomi-Allen)


Contrariamente a quanto succede nella maggioranza dei casi, Escaflowne è stata concepita esclusivamente come serie animata (e che animazioni! Teniamo conto che siamo a metà anni '90!), dunque non è stata tratta da un anime, anche se in seguito ne sono stati tratti tre manga, nessuno dei quali notevoli quanto il cartone animato. Ne è stato invece tratto un bel film: Escaflowne The Movie, anche questo doppiato in italiano, che rimane fedele a storia e personaggi.
Note particolari: le colonne sonore sono di Yoko Kanno.
Sono dei capolavori. Punto.


Soppesando pregi e difetti, devo dire che questi ultimi in Escaflowne si possono contare sulle dita di una mano... Uno forse è l'insufficiente approfondimento dei personaggi; il più intrigante a mio parere è Folken.  Il legame tra i due fratelli Van e Folken (doppiato da un grande Sergio Di Stefano, la stessa voce del Dr.House) è il nodo insoluto che si trascina sino alla fine della storia, e a me ha ricordato un po' il rapporto fra Thor e Loki.
I due film su Thor non erano un granché, ma a sorpesa il personaggio di Loki ha riscosso grande popolarità, intrigando il pubblico e suscitando empatia, probabilmente perché Loki non è malvagio per scelta, o almeno non all'inizio, ma in qualche modo è vittima di meccanismi familiari.
Con Folken siamo sull'analogo: Folken è uno straordinario villain che misteriosamente lo spettatore non riesce ad odiare, perché “sente” che ha delle motivazioni, ha una situazione interiore che lo spinge a comportarsi così. E il fatto che sia truccato come un pierrot non è casuale: un altro celebre character truccato nella stessa maniera è Hisoka di HunterxHunter, infatti anche lui adotta lo stesso make up teatrale e tragicomico. Ma mentre Hisoka rappresenta il lato comico della follia, a Folken tocca decisamente la tragedia.


Essendo appassionata di tarocchi, mi è piaciuto il fatto che ogni puntata fosse introdotta da una carta che la rappresentasse, anche se le carte usate da Hitomi non sono i tarocchi tradizionali.
La protagonista è sia cartomante che sensitiva, e sono queste sue percezioni a fare la differenza nello svolgimento della vicenda: suo malgrado si trova a essere la chiave di volta degli eventi, ma in seguito comprende che sono solo le emozioni e i desideri a determinare il futuro.
Ecco la sequenza delle carte così come sono abbinate con gli episodi:

1. Una dichiarazione segnata dal destino - la torre
2. La ragazza della luna dell'illusione - il fuoco / la luce
3. Lo splendido spadaccino - la morte
4. Il ragazzo dalla bellezza diabolica - l'impiccato
5. Il sigillo dei fratelli - il giudizio / l'angelo
6. La città degli intrighi - la giustizia
7. Un addio inaspettato - la carrozza
8. Il giorno in cui un angelo danzò - la temperanza
9. Memorie delle piume - l'aria / la vita
10. Il principe dagli occhi azzurri - l'ambizione
11. Predizione di morte - il diavolo
12. La Porta Segreta - la papessa
13. Destino Rosso - l'imperatore
14. Cicatrici Pericolose - il bagatto / il veggente
15. Il paradiso perduto - le stelle
16. Colui che fu guidato - la ruota
17. La fine di questo mondo - l'imperatrice
18. Attrazione del destino - il mondo
19. Operazione: regola d'oro dell'amore - il pazzo
20. Una falsa promessa - la luna
21. Reazione alla Fortuna - il papa
22. L'angelo dalle ali nere - il sole
23. Presagio di tempesta - la terra / la legge
24. La scelta del destino - l'eremita
25. Il luogo della fortuna assoluta - la forza
26. Sentimento Eterno - l'amore

Caro fratello (Oniisama e...)

Author: Grace / Etichette:


Riyoko Ikeda, ovviamente, non è solo Le Rose Di Versailles. Dopo quel capolavoro che tutti conosciamo, nel 1975 uscì Oniisama e... , da noi conosciuto come Caro Fratello.
Stavolta la storia è ambientata ai giorni nostri, e la protagonista, Nanako Misonoo, è la ragazza della porta accanto che si prepara a frequentare le superiori nel prestigioso istituto femminile Seiran, dove impera un'associazione tutta al femminile denominata Sorority, composta dalle ragazze più ricche e altolocate.
La vita di Nanako verrà sconvolta dall'incontro con tre donne tanto belle quanto complesse: Saint.Just, Lady Miya e Kaoru, l'una diversa dall'altra ma legate tra loro.
Nanako confida tutto quel che le succede in una fitta corrispondenza con un “fratello” che in realtà non è tale, in quanto si tratta di un supplente che incontrò alle medie e con cui sentì subito un legame particolare.
Questo deliziosa manga, che si sviluppa in soli due volumetti (o quattro a seconda dell'edizione, in ogni caso è una spesa sostenibilissima), è stato adattato in un anime di 39 episodi doppiato anche in italiano.
Anime e manga sono interscambiabili, sono molto simili a parte alcune sottigliezze e il finale (la differenza maggiore).
Le differenze princupali sono:
ñ     il finale
ñ     la causa della morte di Saint-Just
ñ     l'approfondimento del personaggio di Lady Miya
ñ     l'approfondimento del rapporto tra Nanako e Tomoko
Oniisama e... affronta il delicato momento di passaggio all'età adulta con incredibile sensibilità, intelligenza e realisticità: ci si affeziona ai protagonisti perché i loro dolori sono veri, sono i dolori della vita, non si tratta di personaggi stereotipati. Il tutto è visto da una prospettiva palesemente femminile, che mi porta a consigliare quest'opera a ragazze di tutte le età. Io non la definirei né shojo né shojo ai, più che altro è simile a un romanzo di formazione.
Tutti i personaggi femminili hanno i loro lati affascinanti, ma inevitabilmente su tutte spiccano le tre che ho nominato prima, che rappresentano tre tipi diversi di donna.
Saint Just è romantica, decadente, sembra uscita dalle poesie di Verlaine che legge: è una donna devastata da una fragilità che la rende autodistruttiva e aliena rispetto al mondo che le gira intorno; la sua alienazione è aumentata dall'abuso di medicinali. In realtà l'unico mondo in cui Rei Asaka (il suo vero nome) vive è dentro se stessa, ed è questo a soffocarla. La sua stanza è desolante, tappezzata ovunque di specchi che riflettono la sua immagine. Sin dall'inizio la sua sorte ci appare segnata, in costante bilico tra la vita e la morte.
Sua sorella Fukiko (detta Lady Miya), con cui ha un tormentato rapporto, apparentemente è molto diversa: regale e orgogliosa, controlla tutto dal suo inarrivabile piedistallo. Ma in realtà anche lei nasconde una vulnerabilità terribile nell'animo, però a differenza di Rei non la esprime, anzi la esaspera sottopelle senza condividerla con nessuno, perché è talmente orgogliosa che per lei farlo costituirebbe un'onta.
Fukiko è il mio personaggio preferito (un po' le somiglio), mi è dispiaciuto che nel manga abbia meno spazio che nell'anime (dove però le fanno compiere cattiverie assurde e infantili, non solo verso la sorella ma pure nei confronti di Nanako). Lady Miya si contrappone a Rei, perché quest'ultima non è capace di nascondere il proprio dolore, si "offre” agli altri, invece sua sorella cerca il distacco  per non soffrire ed è come se recitasse una parte, distante dalla vera se stessa.
Infine c'è il principe Kaoru, tutto sommato la più normale, se non si trovasse a fare i conti con il problema peggiore. Kaoru è per lo più positiva e diretta, matura e piena di energia, tuttavia anche per lei non mancano i momenti di sconforto. Si contrappone a Rei per la grande forza interiore e la voglia di vivere.
La conclusione della vicenda non è “rose e fiori”, e questo mi è piaciuto perché effettivamente la vita non è così: i dolori non scompaiono per magia, e a volte si trascinano dietro per tutta la vita, ma l'autrice vuole spronarci ad accettarli e andare avanti come fa Nanako.
Oniisama e... è una piccola perla preziosa, e ovviamente i disegni della sensei sono bellissimi. Le vicende nel manga sono forse un po' troppo condensate, mentre nell'anime – sul quale non ho nulla da ridire perché è un adattamento degno di questo nome – si dipanano con più calma.
Riyoko Ikeda ha voluto rendere vera protagonista di quest'opera la vulnerabilità femminile, che è sì la nostra debolezza, ma anche la nostra forza e il nostro fascino.
Voto all'anime e al manga: 10



La moda delle protagoniste
Nel manga, particolare attenzione è dedicata agli abiti delle protagoniste (lo stesso non si può dire dell'anime, purtroppo). A me sono piaciuti molto e si vede che la sensei ha gusto nel disegnare bei vestiti per i suoi personaggi, perciò mi sembrava carino scrivere una piccola guida ai loro look:
Lo stile "nobile" di Saint Just: Rei ama indossare camice romantiche con jabot e rouches a profusione, che di solito abbina a giacche che le conferiscono un'aria mascolina. Non disdegna fiocchi e cravatte, e si veste esclusivamente di bianco e nero
Lo stile "principesco" di Lady Miya: impossibile vederla con i pantaloni (eccetto quando deve fare equitazione): Fukiko ama esprimere la propria femminilità portando gonne lunghe che abbina sempre con camice eleganti. Alle quali spesso abbina un cerchietto per capelli nello stesso motivo o colore.
Lo stile "mascolino" di Kaoru: il principe Kaoru rispetto alle altre ha un look più casual e sportivo (infatti è una grande appassionata di sport). Veste spesso camicie dal sapore un po' country e non porta quasi mai gonne. Le piacciono anche maglioncini dolcevita e impermeabili.
Lo stile "lolita" di Nanako: veste per lo più abitini bon ton che arrivano al ginocchio, con colletti graziosi o particolari, impreziositi da decorazioni come nastri e merletti. Spesso questi vestiti hanno le maniche a palloncino e sono segnati in vita da una cintura

Kuroshitsuji/Black Butler... il maggiordomo nero

Author: Grace / Etichette: , ,


Sarà che sto passando una fase un po' gothic, perciò Kuroshitsuji è capitato a proposito: un plauso per l'ambientazione, cioè l'Inghilterra Vittoriana, lo merita sicuramente.
Non c'è niente di più dark dell'Inghilterra Vittoriana: nell'immaginario collettivo - almeno il mio - nell'Ottocento era un paese fuligginoso, nero fumo.. dark appunto, in cui si muovevano personaggi come Jack Lo Squartatore e si leggeva di Dottor Jekyll e Mister Hyde (la vicenda di Jack The Ripper è uno dei tanti riferimenti storici presenti nell'anime: qua si rivelerà essere Madame Red, uno dei miei personaggi preferiti, molto drammaturgico); la capitale, Londra, è l'antitesi di Parigi, dove sta esplodendo la Belle Epoque.
Quale ambientazione migliore per un maggiodomo demoniaco e il suo padrone, un quattordicenne dall'aspetto delicato ma dalla personalità adamantina, che gli ha venduto l'anima in un patto faustiano, con l'intento di vendicare la strage dei suoi genitori!
Black Butler in effetti si regge più sull'ambiguità del rapporto tra Ciel e Sebastian che sulla trama. 
Dovete solo decidere chi dei due vi piace di più.
Io scelgo Ciel,  con quel suo aspetto ambiguo, quasi femminile, e la sua nobiltà, il suo esagerato orgoglio, e la sua forza di carattere (è il dolore che gliela dà). Ciel non fa una piega, nonostante gli sia accaduto il peggio, e forse ancora il peggio verrà: si comporta con una dignità ammirevole (in qualche modo mi ricorda i personaggi di Saiyuki),
Ciel si piega ma non si spezza, non per niente è il Cane da guardia di Sua Maestà.


Nascosto nella sua ombra c'è Sebastian che sorride sardonico, pronto ad eseguire qualsiasi suo ordine. Sebastian è parimenti impeccabile sia nel ruolo di demone che in quello di maggiordomo: prima serve la torta (durante il corso della serie ce n'è presentata una vasta gamma, che acquolina!) e dieci minuti dopo usa la stessa argenteria per stendere i nemici!
E tutto ciò senza sporcarsi la livrea: chi non vorrebbe un servitore così?
E soprattutto, chi tra noi non vorrebbe vivere nella magione di Ciel con tutto quel che ne deriva? 
In quest'anime ci si perde nelle rifiniture delle tazzine del servizio da tè, che cambiano ogni volta (il mio "plauso all'ambientazione" si riferiva anche alla cura dei dettagli), nella riproduzione degli oggetti d'epoca, nonché nei merletti a go-gò degli stilosissimi completi del Padroncino (bel character design, davvero).


Chi ha creato quest'opera conosce bene il periodo storico, ed è riuscito a riprodurlo con rispetto, non grossolanamente come si vede spesso in certi anime ambientati in dati periodi storici, dove l'unica cosa vagamente riferibile sono i costumi dei personaggi. 
So che prossimamente, oltre alla terza serie (Kuroshitsuji Book of Circus... yes!) arriverà un adattamento giapponese sul grande schermo. Se mai hollywood dovesse acquisire i diritti, come è accaduto per Death Note, vedrei Black Butler adattissimo per un film in costume, dato che è molto più "occidentale" della maggiorparte degli anime che ho guardato. 
Le due serie animate si accordano perfettamente con le atmosfere di certi film in costume di stampo gotico, specie quelli degli anni '90... in particolare vi consiglio Mary Reilly  con Julia Roberts e John  Malkovich, molto “kuroshitsuji atmosphere”, nonché uno degli adattamenti di Faust (non l'ultimo di Sokurov, per piacere, a meno che non vogliate vomitare).
L'ideale di vita mio e di chi ama Black Butler, sia maschi che femmine, sarebbe sposarsi Ciel e vivere con lui nella reggia, serviti e riveriti dal diavolo di maggiordomo.
In mancanza di ciò, consoliamoci pure leggendo il manga o guardando l'anime.
Anche solo per le tazzine.



VALUTAZIONE
Soggetto: 6 sufficiente: nonostante il tema del patto essere umano - demone sia ipersfruttato, conserva sempre il suo appeal
Animazione: 8 la seconda serie è disegnata un po' meno meglio rispetto alla prima
Trama: 5 sono molto buona, perché in realtà è inesistente. Devo anche dare credito che la maggiorparte delle volte quando gli anime hanno uno sviluppo diverso dall'originale viene fuori un pasticcio, ma questo non è il caso. Anche la seconda serie se la cava.
Caratterizzazione dei personaggi: 6 il migliore è Ciel. seguito da Seb e Alois; gli altri sono definiti meno bene ma comunque ci si affeziona a loro. Grell meriterebbe una serie a parte.
Colonna sonora: 8 nomi di rispetto come i Gazette e le gotiche (?) Kalafina. Anche l'OST è ottima.
Menzione speciale per la ricostruzione storica: 9, 5
Voto finale: 7,5


Trinity Blood, i disegni di Thores Shibamoto

Author: Grace / Etichette:

Il mio giudizio sulla storia non è esaltante, ma in Trinity Blood disegni e character design meritano ampiamente, perciò ecco che ve li presento. 
Anche l'anime è davvero curato sotto il punto di vista grafico, e valgono una menzione anche le bellissime ambientazioni tra cui rientrano soprattutto Italia e Vaticano.
I disegni sono molto barocchi, una festa per gli occhi... l'autrice è Thores Shibamoto: qua potete leggere l'unica intervista rilasciata. Sugli altri lavori da lei illustrati, come Opera o Tengai No Pashluna (di cui vi fornisco un assaggino a fine post), purtroppo ci sono pochissime informazioni sul web: un peccato!
A questo punto mi auguro veramente che ne traggano degli adattamenti, mi sembrano intriganti.
Non per niente, i cosplayers dimostrano di amare particolarmente questa disegnatrice, probabilmente perché i suoi personaggi sono appassionanti dal punto di vista del design.


Quando ho visto per la prima volta l'arma di Abel ho avuto una sorta di dèjà-vu: mi sembra di averla già vista da qualche parte, perciò invito chi ne sapesse qualcosa in più a lasciarmi un commento in merito.
In pratica è una specie di falce che crea col suo sangue solidificato, simile ad una spina dorsale, dotata di una tagliente frusta.
Anche la rivisitazione dei vestiti dei membri del vaticano come Abel mi è piaciuta, con la placca di metallo al posto del solito collarino, e lo stesso vale per il costume rosso cardinale di Caterina Sforza, la duchessa di Milano. Il design di Lilith è l'unico che si discosta nettamente da quello degli altri personaggi: il suo aspetto è decisamente indiano (notare anche la pelle scura), viene rappresentata come una dea.







I costumi di Esther nei panni di regina di Albion sono palesemente ispirati ai vestiti indossati dalla sovrana Elisabetta I d'Inghilterra, cosa che non vi sarà sfuggita se vi è capitato di guardare i film con Cate Blanchett (e guarda caso Blanchett è proprio il cognome di Esther!). Della grande regina ci sono pervenuti tutta una serie di eloquenti ritratti che attraversano le varie fasi della sua vita (in particolare, andando avanti col tempo, si nota come le vesti da lei indossate diventino sempre più sfarzose). Per esempio quello qui sopra richiama il The Ditchley Portrait, se escludiamo i simboli di potere che tiene in mano, il globo e lo scettro (molto simili anche quelli), che invece troviamo in un altro quadro, quello che rappresenta una giovanissima Elizabeth il giorno della sua incoronazione. Si riconoscono con facilità i tipici elementi di moda cinquecentesca come la forma conica del corsetto o l'enorme collare rigido che fu "lanciato" proprio da lei; poi, le collane di perle presenti praticamente in tutti i ritratti della sovrana (le amava molto).
Invece il vestito di Esther nella prima immagine di questa gallery potrebbe ispirarsi al ritratto Hardwick
Nei suoi vestiti da novizia, che sono sia bianchi sia blu, Esther indossa il copricapo ispirato a quello indossato dalle suore che lavoravano negli ospedali.
Ultima curiosità: sul rosario di Esther è inciso lo stemma del casato dei Windsor, la famiglia reale inglese.



Mary Spencer: mentre i costumi degli altri personaggi sono per lo più inquadrabili in un'epoca tipicamente medievale, la sua ricca uniforme da ammiraglio è piuttosto settecentesca-ottocentesca. Da notare il cappello a bicorno, molto usato a quell'epoca in ambito militare.
Il costume di Seth è il mio preferito tra tutti quelli di Trinity Blood, sinceramente a me ricorda un po' quello di Shaolan in Card Captor Sakura (derivante dagli abiti tradizionali cinesi); anche le CLAMP non scherzano nell'ambito del design dei personaggi, e secondo me la Shibamoto deve averle prese in considerazione.









::: ALTRE OPERE :::





50 anime ispirati all'occidente

Author: Grace / Etichette:

(fonte: Wired)

Premetto che questa lista non può che essere parziale, soprattutto considerando che parecchi dei titoli presenti contengono riferimenti poco importanti, e che in fin dei conti è quasi impossibile non trovare un qualche riferimento alla cultura occidentale in un qualsiasi anime! Mi sembra una lista abbastanza improntata sui nomi più famosi... comunque non precisissima, lo ripeto. Ma almeno, mi è servita per scoprire anime che non conoscevo e di cui mai mi sarei immaginata l'esistenza (tipo quello su Napoleone della Ikeda!), alcuni di questi forse me li andrò a pescare...
Tra gli anime che io ho guardato, mi vengono in mente: "Carletto il Principe dei Mostri", dato che qui hanno incluso perfino Hellsing (e tra l'altro non si contano gli anime sui vampiri!), e in quel cartone c'era addirittura tutto il campionario dei mostri!; "Pandora Hearts" che si ispira vagamente ad Alice nel paese delle Meraviglie e "Trinity Blood" che contiene riferimenti a bizzeffe sulla storia italiana e sulla Chiesa, per non parlare delle ambientazioni (in arrivo un post a breve)


1
Lady Oscar / Le Rose di Versailles (1972/1982)
Il capolavoro di Riyoko Ikeda, che nel 2008 le è valsa addirittura la Legion d’onore del governo francese, diventa finalmente un anime dieci anni dopo l’uscita del manga. 


Un meritatissimo primo posto, non solo considerando il cult, ma proprio l'accuratezza con cui ripercorre quel periodo storico.
E - per inciso - ha ispirato anche uno dei miei gruppi giapponesi preferiti: i Versailles :P


2
I Cavalieri dello Zodiaco / Saint Seiya (1985)
Ispirato alla mitologia greca, l’epico Saint Seiya – tratto dal manga di Masami Kurumada – è una delle opere giapponesi più famose in occidente. I fan di tutto il mondo, nonostante i trucidi spin-off, continuano ad amarlo


3
Lupin III (1967)
Il Lupin III di Monkey Punch si ispira all’Arsène Lupin dei romanzi di Maurice Leblanc


4
Heidi / Heidi, la ragazza delle Alpi (1974)
Heidi, al quale lavorò anche un giovane Miyazaki, è tratto dall’omonimo romanzo di Johanna Spyri


5
Il mistero della Pietra Azzurra / Nadia dei mari delle meraviglie (1990)
Ispirato ai romanzi di Jules Verne, soprattutto Ventimila leghe sotto i mari, l’anime venne commissionato al neonato Studio Gainax apposta per sfruttare il successo di Laputa: il castello nel cielo, di Miyazaki


6
Candy Candy (1975)
La vita dell’orfanella inglese Candy, infermiera durante la Grande Guerra, e la sua storia d’amore tormentata con l’attore Terence, generarono un culto sensazionale in tutto il mondo, compresa l’Italia, che ne riscrisse il finale


7
C’era una volta Pollon / Pollon dell’Olimpo (1977)
Delirante e divertente, Pollon è un’esplosione pop anni 70 tra la mitologia greca e la cultura giapponese. 


8
La Divina Commedia (1993)
A proposito della passione di Go Nagai per La Divina Commedia: il maestro l’ha omaggiata con una rilettura che, pur concedendosi qualche licenza, ne restituisce tutto il peso drammatico.


9
Eroica – La gloria di Napoleone (1986)
Riyoko Ikeda torna al progetto di un manga sulla vita di Napoleone Bonaparte. L’aveva lasciato in sospeso dopo la conclusione de Le Rose di Versailles, del quale si propone come un seguito, tant’è che ne recupera alcuni personaggi


10
L’opera omnia di Osamu Tezuka (1946)
«Sono convinto che i fumetti non debbano solo far ridere». A questa intuizione di Tezuka, “il dio dei manga”, dobbiamo l’intera tradizione del fumetto giapponese. Gli iconici “occhioni” gli furono ispirati dal Topolino di Walt Disney.


11
Ken il guerriero / Hokuto no Ken (1983)
L’opera di Buroson e Hara ha tra le sue fonti d’ispirazione la trilogia di Mad Max e gli spaghetti western. Django di Sergio Corbucci, ad esempio, è esplicitamente citato in un episodio.


12
Gunslinger Girl (2002)
Ambientato in Italia, il manga ha per protagoniste le “marionette”, ragazzine trasformate in cyborg dallo Stato perché contrastino il Movimento delle Cinque Repubbliche. Numerosi i riferimenti alla politica italiana. Inquietante


13
Porco Rosso (1992)
«Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale». Giunto in Italia solo nel 2010, il capolavoro di Miyazaki racconta di Marco Pagot, aviatore ricercato dal regime e trasformatosi, a causa di un incidente, in un maiale


14
Cesare, il creatore che ha distrutto (2007)
Ambiziosa opera di Fuyumi Souryo, ancora in corso di pubblicazione in patria, racconta la vita di Cesare Borgia. La vita all’Università di Pisa è accuratamente riprodotta, e Firenze è protagonista di splendide tavole


15
Il castello errante di Howl (2004)
Incluso dall’Empire nella lista dei 500 migliori film di tutti i tempi, Il castello errante di Howl è l’interpretazione pacifista e immaginifica che il maestro Miyazaki dà al romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones


16
Devilman (1972)
Cupa e sconvolgente, l’opera di Go Nagari è una pietra angolare del manga, che ancora oggi ispira centinaia di autori. A ispirare lui, invece, furono le rappresentazioni della Divina Commedia di Gustave Doré


17
Berserk (1989)
Il capolavoro iperviolento di Kentaro Miura è ambientato nel medioevo di un’Europa fittizia, in piena Inquisizione. Tra le sue fonti d’ispirazione l’autore ha citato Hellriser di Clive Baker e il pittore Hieronymus Bosh


18
Cowboy Bebop (1998)
Considerato (a ragione) uno degli anime più belli di sempre, Cowboy Bebop si ispira alle tradizioni western e sci-fi, con omaggi continui alla musica e al cinema occidentale. Indimenticabile la colonna sonora jazz, opera di Yoko Kanno


19
All’Arrembaggio! / One Piece (1997)
Le avventure per i sette mari di Rufy e della sua ciurma attingono a piene mani dalla tradizione occidentale dei racconti sui pirati


20
Neon Genesis Evangelion (1995)
L’opera di Hideaki Anno, colonna portante della moderna animazione giapponese, contiene infiniti rimandi alla tradizione ebraica, spiegati con queste parole dagli stessi autori: «Ci sembrava figo»


21
Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo / Slayers (1995)
Serie di culto degli anni 90, che in Italia aveva un titolo ridicolo, Slayers racconta i turbolenti viaggi della maga Rina Inverse e dello spadaccino Gourry Gabriev, nati come parodia dei giochi di ruolo alla Dungeons & Dragons


Se è per questo, c'è un 'altra serie che ne fa una parodia ancor più filologica: Guru Guru Il Girotondo della Magia


22
Holly e Benji / Capitan Tsubasa: World Youth (1994)
Seguito di uno degli spokon (serie sportive) più famosi, Capitan Tsubasa: World Youth ci mostra, tra gli altri, Tsubasa Ozora (“Holly”) al San Paolo, in Brasile, mentre un nuovo personaggio, Shingo Aoi, gioca nell’Inter


23
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010)
Il film è ispirato alla saga inglese degli Sgraffignoli, di Mary Norton, che Miyazaki ha trasportato nella periferia di Tokyo dei giorni nostri


24
Georgie / Lady Georgie (1983)
Ambientato nell’Australia del XIX secolo, Lady Georgie era un manga dai contenuti piuttosto forti. L’anime, alleggerito già in patria, andò in onda in Italia dal 1984, ma subì pesanti censure solo negli anni 90


25
Trigun (1995)
Vash the Stampede, “il tifone umano”, è un pistolero misterioso e solitario, che semina la distruzione ovunque vada. Non per sua volontà, però: lui cerca sempre di non sparare. La serie è un grande omaggio al genere western


Hakushaku To Yousei: for fangirls only

Author: Grace / Etichette:


... ma guarda, mi ritrovo a fare quest post proprio dopo quello sulle fangirls!
Già, perché i protagonisti di quest'anime rappresentano in modo quasi didascalico i classici personaggi amati dalle fangirls: in questo caso l'intento è proprio evidente, quindi consiglio questa mini-serie a tutte coloro che sono delle inguaribili romantiche, perché vi troveranno pane per i loro denti (le puntate sono solo dodici, ma in ognuna di esse c'è sempre una scena da doki doki - batticuore!).
Hakushaku To Yousei, Il Conte e La Fata, è un anime breve tratto da una light novel (dalla quale comunque è stato tratto anche un manga, inedito qui in Italia).
La storia è ambientata nell'Inghilterra vittoriana, ed i protagonisti principali sono Lydia Carlton, un "dottore delle fate", ovvero un'esperta del mondo delle fate che riesce anche a vederle e a comunicare con loro, e il misterioso Edgar, una specie di gigolò impenitente che chiede il suo aiuto per reclamare il titolo di Conte Cavaliere Blu, ovvero colui che regna sul mondo fatato.
Quindi i loro destini si intrecceranno, e nel dipanarsi della vicenda ci sarà anche una crescita del loro rapporto, romantico ma complicato: all'inizio infatti sembra che Edgar voglia soltanto usare Lydia, ma col tempo finisce per innamorarsi di lei, seppure lei non sia convinta della sua buona fede, e tutto ciò che succederà metterà a dura prova il loro rapporto... Edgar e Lydia sono opposti: lei è trasparente ed onesta, lui abbastanza criptico, non mostra mai le sue vere emozioni. Insomma, Edgar è il classico "bel tenebroso".
Al suo fianco, un carnet di personaggi maschili tutti belli e affascinanti: il fedele servitore Raven che farebbe qualsiasi cosa per Edgar ed è un letale assassino posseduto da uno spirito (Raven tra tutti è il personaggio che mi convince di meno, perché ha una personalità quasi inesistente); Kelpie il Cavallo d'Acqua, un appartenente alla corte maligna del mondo fatato, irruente e innamorato di Lydia; l'educato e timido pittore Paul Foreman...
I possibili accoppiamenti in breve sono questi:

Lydia - Edgar la coppia più quotata e ricca di sviluppi e colpi di scena, ovviamente. Entrambi non hanno una personalità affatto semplice a mio parere, ed è questo che li ostacola. Il modo in cui si comportano e le loro incomprensioni sono causate più che altro dalle loro paure e insicurezze personali e dal loro passato. Il loro rapporto li costringe al confronto e li migliora entrambi come persone.
Lydia - Kelpie il loro è più simile ad un legame d'amicizia che a una storia d'amore, anche se non c'è dubbio che le intenzioni di Kelpie siano ferme almeno quanto quelle di Edgar. Kelpie alla fine è troppo leale, e finisce per assecondare sempre Lydia perdendo delle preziose occasioni... A differenza della coppia precedente, fra loro due c'è una grande fiducia sin dall'inizio.
Lydia - Raven non è una vera e propria coppia, ma a tratti sembra essere probabile grazie all'incredibile ascendente che Lydia riesce ad esercitare su di lui: sembra che sia l'unica con la quale Raven riesca ad aprirsi con facilità, probabilmente per il fatto che lei è molto sensibile e delicata con lui.
Lydia - Paul entrambi hanno un carattere simile, molto semplice; Edgar lo ritiene il suo principale rivale, ma ha torto perché tra loro, seppur ci siano stima e comprensione, manca del tutto la complicità.
Edgar - Ermine questo è un amore a senso unico: solo Ermine è innamorata di lui, nonostante Lydia sia convinta del contrario. In realtà Edgar tiene profondamente ad Ermine, ma non la ama

L'unica pecca di questo anime, a parte la sua brevità, è la trama non proprio chiara né particolarmente avvincente (c'è di meglio in giro...), ma il difetto è ampiamente riscattato dalla quantità di scene d'amore di cui parlavo all'inizio, ed anche i disegni sono carini,  nel loro stile mi ricordano certi anime shojo degli anni '90, tipo quelli delle CLAMP.
Questo è un anime solamente per ragazze.
Giudizio finale
Soggetto: 6 (salvato solo dalle scene romantiche)
Animazione: 7
Trama: 2
Caratterizzazione dei personaggi: 4 (l'unico caratterizzato veramente bene è Edgar)
Musiche: 2
Voto finale: 5


Rozen Maiden

Author: Grace / Etichette:

Ultimamente non sto passando un bel periodo, sorry anche per la mia momentanea assenza dal blog… vabbé, mi consolerò scrivendo il post sulle Rozen Maiden:

Le sette bambole denominate Rozen Maiden, 
famose per la loro incredibile bellezza e perfezione con cui sono state realizzate,
 non sono semplici bambole, perché il loro creatore, l'evanescente Rozen, 
ha dato loro un'anima, la Rosa Mystica, e personalità differenti. 
Il destino delle bambole è di scontrarsi fra di loro 
per impadronirsi della Rosa Mystica delle sorelle sino a quando, 
colei che le avrà raccolte tutte, 
potrà avere l'onore di incontrare il padre e di diventare
 la bambola pura e perfetta che egli ha sempre ambito a creare, Alice




Le 7 Rozen Maiden (...in ordine di preferenza)

SHINKU una dama orgogliosa, l'essenza dell'aristocratica. Ma anche un animo sensibile e nobile.
Significato del nome: Rosso cremisi
Numero: è la quinta bambola ad essere stata creata
Arma: petali di rose rosse


SUIGINTOU eternamente incompleta, questa bambola vive solo per il desiderio di essere amata
Significato del nome: Lampada al mercurio
Numero: uno
Arma: piume nere


SUISEI SEKI per lei vale il detto “chi disprezza compra”: è sempre lì a lagnarsi e a fare dispetti, ma alla fine è la più dolce di tutte
Significato del nome: Pietra di giada
Numero: tre
Arma: annaffiatoio


SOUSEI SEKI gemella di Suisei Seki, al suo contrario matura e silenziosa. Anche se ha abiti ed atteggiamenti mascolini, questa bambola è assolutamente femmina
Significato del nome: Pietra di lapislazzuli
Numero: quattro
Arma: cesoie da giardiniere


KANARIA deliziosa con il suo violino, il  monocolo e l'ombrellino... e il suo spirito artificiale: Pizzicato!
Si definisce la più intelligente tra le sue sorelle
Significato del nome: Canarino
Numero: due
Arma: violino


HINA HICHIGO deliziosa come una torta di fragole con la panna; è innocente ed allegra
Significato del nome: Piccola fragola
Numero: sei
Arma: piante di fragole


KIRAKISHOU colei che non ha un corpo e vive solo come entità astrale, colei che ha una rosa al posto di un occhio
Significato del nome: Splendido cristallo di fiocchi di neve
Numero: sette
Arma: spine di rose


Considerazioni...
Un'anime in cui le protagoniste fossero delle bambole: come mai nessuno ci aveva mai pensato prima?
Dell'anime, che ha seguito un po' il fumetto nella travagliata storia, esistono tre serie, di cui le prime due sono separate per continuità e disegni dalla terza. Sono sufficientemente belle per almeno due ragioni:
1)     il tema. Ovvero queste sette bambole vittoriane, ognuna diversa dall'altra e con proprie peculiarità e poteri, dei semplici giocattoli che vengono dotati di un'anima da un misterioso creatore, ma che possono agire solo grazie alla mediazione di un essere umano... E perché il creatore ha voluto che le bambole si eliminassero a vicenda attraverso il gioco di Alice? Il tema dei giocattoli che hanno un'anima trovo sia molto romantico. Nell' 800 queste bambole erano splendidi manufatti considerati oggi come dei veri e propri pezzi d'arte: spesso erano automi in grado di compiere svariate azioni (come scrivere, ballare, ecc... sotto vi posto alcuni esempi) e la loro costruzione era una piccola magia: i loro creatori le curavano in ogni dettaglio per farle sembrare degli esseri umani in miniatura
2)     il problema del protagonista, Jun, che è un hikikomori, ovvero uno che vive recluso nella sua stanza. Grazie alle Rozen Maiden, gradualmente Jun riuscirà a recuperare. Mi è piaciuta molto la delicatezza con cui la serie tratta l'argomento. È uno shojo classico, adatto per le giovanissime, in alcune parti devo dire che la trama è lenta e un po' piatta (non succede granché), ma le bambole sono deliziose.

Giudizio finale
Ho aggiunto ancora nuove categorie: quella del soggetto premia la validità dell'idea iniziale (che in alcuni casi, pur essendo buona, può venire sviluppata male nel corso della storia), e poi le musiche, che in ogni anime che si rispetti creano atmosfera, e costituiscono un aspetto non da poco. I seguenti giudizi, sempre riferiti in una scala da 1 a 10, valgono per entrambi gli anime che sono stati prodotti:
Soggetto: 7,5
Animazione: 9
Trama: 3
Caratterizzazione dei personaggi: 4
Musiche: 6
Voto finale: 6