Visualizzazione post con etichetta le copertine dei dischi e la loro storia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta le copertine dei dischi e la loro storia. Mostra tutti i post

"A Broken Frame" dei depeche mode: la coverart

Author: Grace / Etichette: , ,


1982: Vince Clarke è uscito dal gruppo e la band, al secondo album, vuole dimostrare di non essere solo un fuoco di paglia.
Avevano un'immagine da imbranati col sintetizzatore, racconta Martyn Atkins, designer della cover, e cercarono di crearsi una credibilità da band underground attraverso un'iconografia di stampo russo.
L'autore della fotografia è Brian Griffin, il quale aveva già lavorato per la cover di "Speak And Spell" (una sorta di cigno "impacchettato" su un nido fasullo, con dietro una  luce rosso fuoco, eccola) ma i Depeche non erano stati affatto contenti del risultato, addirittura lo odiavano, decidettero però di dargli una seconda possibilità con "A Broken Frame", ed ebbero ragione: nel 1989 la cover entrò nella lista dei migliori scatti del decennio secondo la rivista Life.
A quell'epoca Griffin nutriva una grande passione per l'arte tedesca e quella russa, in particolar modo per il  realismo socialista dell'epoca di Stalin. In particolare andava pazzo per le rappresentazioni di contadini durante il raccolto e il lavoro nelle fattorie.
Per illuminare la figura ed il campo, Griffin utilizzò tre luci: una di fronte, una di lato ed una dall'alto, così che la contadina e il grano sembravano sfidare la cupezza del cielo. La pioggia era caduta per tutta la giornata, rendendo quasi impossibile scattare la foto, ma nel momento in cui venne montato il set il cielo si aprì, regalando uno scenario fantastico. Griffin chiese poi alla modella di indossare in testa un fazzoletto rosso, per creare un ulteriore contrasto cromatico.
Il costume della contadina venne disegnato dallo stilista Jaqui Frye, che racconta: volevamo che assomigliasse a una russa che raccoglie il grano. In realtà è una metafora della vita e della morte: te la trovi davanti agli occhi ed è inevitabile.
La copertina è magnifica e l'atmosfera cupa e minacciosa del cielo riflette la svolta nella musica del disco, tuttavia personalmente ritengo sia improbabile che autore e designer non si siano accorti dell'evidente somiglianza col quadro di Vincent Van Gogh "Il Seminatore", che tra l'altro esprime proprio lo stesso concetto di vita e di morte.
Lungi da me volerli mettere a confronto, quello di Van Gogh è un capolavoro, io l'ho visto dal vivo e posso assicurarvi che la potenza del sole raggiante è incredibile: la luce emanata dal sole è così "assoluta" che sembra uscire dalla tela, ed illuminare tutto lo spazio circostante.
Vabbè, diciamo che l'hanno "citato"... Comunque, più che di Van Gogh, il fotografo Brian Griffin era un estimatore di un altro pittore, ovvero Caspar David Friedrich (pittore romantico tedesco di inizio ottocento, maestro del paesaggio e della luce) ed in particolare del suo modo di rappresentare la morte.
Il campo in cui è stata scattata la foto si trova a Cambridge: la fotografia venne scattata alla fine della stagione del raccolto, perciò Atkins dovette cercare per giorni un campo ancora intatto.

Green Day: la storia dietro le copertine dei loro album

Author: Grace / Etichette: , ,

Una nota: Kerplunk non è incluso nella lista che segue (sulla copertina è ritratta la "Laurie L" della storia contenuta nel libretto, vd il post). Mi spiace per la carenza di informazioni su Nimrod e Warning, ed esorto chiunque ne abbia ad integrare il post, lasciandomi un commento....

DOOKIE


L'autore della celeberrima illustrazione è Richie Bucher, un illustratore della Bay Area. L'immagine è ricchissima di elementi, in sintesi rappresenta un aeroplano pilotato da un cane che sgancia alcune bombe col nome del disco, e un'esplosione (nulla di più appropriato per quell'album, mi verrebbe da dire) che genera una nube con al di sopra il nome della band. Billie Joe ha spiegato l'artwork dicendo che desiderava che la copertina dell'album fosse molto originale, e che rappresentasse il posto da dove venivano: la East Bay. La band parlò con Bucher, il quale aveva realizzato la cover per il disco dei Raooul, che era molto piaciuta a Billie e soci, ed aveva anche suonato in alcune band di quella zona per anni. La spiegazione di alcuni elementi che vi sono rappresentati: il ragazzo con la videocamera era un tizio che ogni weekend filmava le band al Gilman (lo storico club nel quale i GD prima si sono fatti le ossa esibendosi e poi sono stati cacciati a calci in culo con l'accusa di essere dei venduti); sul balcone a destra c'è Angus Young, chitarrista degli AC/DC; sotto, i graffiti con la scritta "Twisted Dog Sisters" si riferiscono a due ragazze di Berkley; il personaggio che sembra la Mona Lisa è la donna sulla cover del primo album dei Black Sabbath; al di sotto dell'esplosione, vicino a Elvis e al cavernicolo, c'è la scritta "The fritter, fat boy" riferita ad un poliziotto locale; la firma dell'autore si trova in basso a destra.
Invece sul retro si vede spuntare il peluche di Ernie da "Sesame Street", che poi fu tolto.
Insomma, per loro si tratta di una cover art molto significativa e secondo me è la più bella dopo quella di American Idiot.


INSOMNIAC



L'artwork di questo lavoro è "biblico" come quello di Dookie, ma più sofisticato, ed anche l'artista è più famoso. Si tratta di Winston Smith, il quale è abbastanza conosciuto ed ha realizzato oltre 85 copertine di dischi.
Winston Smith crebbe in Italia negli anni '60-70, e quando ritornò nella sua terra natia, l'America, rimase colpito dalla trasformazione che aveva subito ed iniziò a realizzare collage. Nelle sue opere utilizza immagini del passato, in particolare del periodo del dopoguerra (il mondo plastificato della pubblicità degli anni '50), simboli del consumismo, che capovolge per dimostrare quanto fossero vuote le promesse di quell'epoca. Si ispira al surrealismo, a Leonardo, Botticelli, Dalì e Magritte.
Il titolo originale dell'opera, che è un collage, è "God Told Me To Skin You Alive" ("Dio mi ha detto di spellarti vivo"), e la si può ammirare integralmente aprendo tutto il libretto. Il titolo si richiama alla canzone dei Dead Kennedys "I KIll Children", e tra l'altro anche il dentista contenuto nell'immagine è utilizzato all'interno di un collage nell'album della stessa band chiamato "Plastic Surgery Disasters".
Tra i vari elementi troviamo tre teschi, uno per ogni membro dei GD, il terzo è visibile solamente guardando tra le fiamme è tenendo l'immagine da un angolo (a destra vicino il cilindro): una tecnica rinascimentale usata nel quadro "The Ambassadors" di Hans Holbein, del 1533.
Oltre al teschio ci sono altre immagini nascoste: una donna nuda, tre fate e varie facce di fantasmi tra le fiamme. C'è una differenza con la versione originale dell'opera, della quale vi ho postato la foto: in quella la donna regge una chitarra acustica, mentre in Insomniac la Stratocaster blu di Billie Joe (dovrebbe essere quella famosa regalatagli dal padre). Nel complesso in tutta l'immagine tira un'aria minacciosa, quasi dark, in netto contrasto con quella adolescenziale ed allegramente casinara di Dookie,
Pare che Winston abbia impiegato ben due settimane per ricercare tutte le immagini che gli servivano, adatte a creare un bizzarro miscuglio di archetipi invertiti, tipico del suo stile, e 38 ore per metterle tutte assieme.
Pare anche che Billie Joe gli abbia chiesto come abbia fatto ad impiegare quel tempo e che lui abbia risposto "facile, io soffro di insonnia",  e quindi il titolo deriverebbe anche da questo.
Winston Smith e Trè Cool si incontrarono alla Lookout! Records, e l'artista gli disse che se avessero avuto bisogno di lui per la copertina del cd, avrebbero potuto contattarlo.
I fan del gruppo sapranno che la grafica di Insomniac fu utilizzata anche nel video di "Stuck With Me".
Nonostante sia un po' bistrattato rispetto agli altri album dei GD, io amo la musica di Insomniac e probabilmente è il mio preferito.


NIMROD



Questo è un album musicalmente molto vario, crocevia fondamentale nella carriera della band. Molte delle canzoni che vi sono contenute sono stilisticamente molto lontane dal punk degli esordi, e vennero scritte dai Green Day come risposta alla reazione della scena del Gilman che li aveva tagliati fuori.
L'impostazione grafica è in netto contrasto coi predecessori: molto più pop e pulita, ma allo stesso tempo d'impatto.
In qualche modo con i suoi due colori predominanti, il giallo e il nero, mi ricorda un po' American Idiot.
I due rappresentati sulla cover, con le facce coperte dal bollino nimrod sono due presidenti americani: Dwight D. Eisenhower e Harry S. Truman.
Nella stessa veste grafica, sul retro, ritroviamo altri otto personaggi tra i quali, però, si nascondono anche i membri della band, disposti in un ordine non casuale: Billie Joe per primo (è il frontman), Trè Cool come terzo (il suo vero nome è Frank Edwin Wright III) e Mike per ultimo (comunque in una posizione di risalto).
Gli autori delle foto sono gli Snorri Brothers, fotografi per tante band , tra cui i REM, Korn, No Doubt e... Spice Girls, e tra l'altro autori pure di alcuni photoshoots ufficiali dei GD.


WARNING
&
INTERNATIONAL SUPERHITS!



Non credo che dai Green Day ci si sarebbe mai aspettati di vedere le loro facce in copertina, eppure l'hanno fatto con Warning nel 2000.
La foto, in bianco e nero, riprende i tre che camminano nella Chinatown di San Francisco, all'altezza del 133 Waverly PI. Non so dirvi se il posto abbia un qualche significato particolare o meno.
Nessuno dei tre guarda in avanti e la faccia di Cool è persino sfocata; anche stavolta camminano in "ordine d'importanza", col leader davanti. Nell'essenzialità di questa cover campeggiano il nome della band in verde in alto, e quello del disco in arancione in basso. Purtroppo non so darvi altre informazioni.
Invece vorrei scrivere un appuntino sul greatest hits, che uscì di lì a poco: sulla copertina stavolta non campeggiano le loro facce, ma solo le loro sagome vuote, contornate da una grafica da album disco. Un tocco d'ironia che segue la scelta del titolo, anche quello beffardo. Le foto dei membri della band sono però presenti all'interno del libretto.


AMERICAN IDIOT


Un masterpiece, per essere tale, ha anche bisogno di una copertina iconica, e credo che nessuno si scorderà più di quella di American Idiot, con la mano che stringe una granata a forma di cuore, fino a farla sanguinare.
Concluso il lavoro sulle canzoni, il gruppo desiderava un artwork che rispecchiasse le tematiche del disco e che avesse in qualche modo i toni della propaganda politica: i Green Day rimasero ispirati dall'arte della propaganda comunista cinese che videro alle gallerie di Melrose Avenue, e richiamarono ancora una volta il loro fido collaboratore Chris Billheimer, che aveva coordinato anche il design degli album precedenti. La band gli chiese un artwork uniforme e lineare, ma allo stesso tempo potente. Dopo aver ascoltato i pezzi sul proprio pc, Billheimer appuntò la frase di "She's a Rebel" che dice "And she's holding on my heart like a hand granate" e in base a quella ideò l'artwork. Venne influenzato dal poster del film del 1955 "The Man With The Golden Arm,", realizzato da Saul Bass, che potete vedere qui.
Inizialmente non voleva usare il colore rosso nell'immagine, perché riteneva fosse colore troppo abusato nell'arte grafica, ma poi si convinse a farlo, anche per il richiamo al sangue e per il significato legato alla vita e alla morte che questo colore possiede dall'antichità.
Ma a mio parere la questione non si estingue qui, perché il rosso, il bianco e il nero in quel periodo diventarono la vera e propria cifra stilistica della band: se ci fate caso si vestivano solo con questi tre colori, e lo facevano apposta perché rosso bianco e nero sono i "tre colori del rock".
Il nero è la voce, con la sua intimità e profondità; il rosso è il suono della chitarra, passionale e viscerale, mentre il bianco rappresenta il ritmo, l'assenza di melodia, la batteria.
Tra l'altro, la cosa dette fastidio ai White Stripes, i quali utilizzavano gli stessi colori, e musicalmente non stimavano affatto i Green Day.
Non rimane da dire, riguardo a questo geniale artwork, che è stato incluso tra le copertine di dischi più controverse della storia della musica, grazie al suo effetto dirompente. In un'intervista del periodo, lessi una bellissima definizione di Tré Cool: "la nostra musica è come l'abbiamo rappresentata sulla copertina del disco: un cuore che ci scoppia in mano".


21ST CENTURY BREAKDOWN



Una volta ancora, con Chris Billheimer al timone, il gruppo cerca di creare un'altra copertina iconica per un album non completamente riuscito e quasi pretenzioso, a mio parere. Il risultato è un po' troppo simile ad AI, ma non ha la stessa forza, anche se ovviamente è attinente ai due personaggi protagonisti delle canzoni.
La cifra stilistica scelta è quella dei graffiti, e Chris si ispira alle opere dell'artista Sixten. Anche all'interno del booklet è mantenuta la stessa impostazione grafica, pure per i volti dei tre membri della band.
I due immortalati sulla cover sono amici di un suo amico che si sono baciati ad un party in Svezia, e Chris pensò subito di crearne uno stencil, per via dell'amore espresso dall'immagine.
Secondo alcuni l'impostazione grafica sarebbe troppo simile a quella di Think Tank dei Blur (2003).
Sull'artwork di 21st Century... è stato pubblicato anche un libro, "The Art of Rock" (vd sopra), acquistabile sul sito della Adeline, nel quale 19 diversi artisti, selezionati dalla band, hanno rappresentato visivamente ogni brano del cd. Il risultato venne esposto in una mostra a Londra nel novembre 2009.


jUNO! jDOS! jTRE!


Ed ecco... l'artwork self-made! Inizialmente Billie Joe aveva scattato foto di loro tre col suo iPhone, e poi ci ha disegnato sopra delle grosse X sugli occhi, simile a quelle del coniglio su Awesome as Fuck. A Chris Billheimer è piaciuta l'idea e ha pensato di prenderle come punto di partenza per sviluppare una veste grafica coloratissima, quasi fluorescente, che rispecchiasse la musica dei tre album, divertente e veloce, in contrasto con gli artwork precedenti, nei quali era presente sempre il colore nero. Non si trattava di una rock-opera, perciò desideravano fare qualcosa attinente allo spirito del DIY (do-it-yourself).
Così Billie, Mike e Tré, hanno scattato ognuno delle foto a se stessi, che hanno pi sottoposto a Chris ed infine è stato ricavato l'artwork.
Il risultato è piacevole, fresco ed allegro: a vederli non sembrano gli album di una rockband planetaria, ma i dischi di un gruppo di adolescenti che fanno musica alternativa.
Insomma, l'obiettivo è stato centrato.



fonti: articoli di giornale, vari siti sui GD, Wikipedia

La copertina di "Hat Full of Stars"

Author: Grace / Etichette: , ,




Per caso ho scovato un'immagine che ritrae l'attrice di film muti Mary Pickford e mi sono resa conto che ricalcava esattamente la copertina del bellissimo cd di Cyndi Lauper Hat Full of Stars.
Oltre alla somiglianza per la posa e lo sguardo, guardando le stelle del fondale sono praticamente identiche!
Possibile che fosse voluto?


Grazie alla segnalazione di una gentile lettrice, posso aggiungere un'altra somiglianza: l'album Stars dei Simply Red!
Non escludo che possano esserci altri casi, perciò se ne sapete qualcosa lasciate un commento.

John Lennon e Yoko Ono: "Two Virgins"

Author: Grace / Etichette: , ,


1968: immaginatevi quale potrebbe essere stata la reazione alla cover di quest album...

Nonostante siamo nell'anno delle rivolte studentesche e sociali non si esitò a censurarlo, sebbene la foto di copertina (e il relativo retro) non siano affatto volgari nè pornografiche, tutt'altro: proprio come nelle intenzioni dei due artisti quei corpi nudi e semplici mostrano con innocenza la verità dell'amore...

La storia di "Two Virgins"
Il primo lp di John Lennon solista (e il primo assieme a Yoko Ono) fu il frutto di una session notturna, tenutasi nell'appartamento londinese affittato da Ringo Starr, la foto venne realizzata lì grazie all'autoscatto ritardato.
I due hanno l'aria un pò timida, soprattutto lei che inizialmente era abbastanza contraria all'idea...
In realtà John conosce Yoko, come lui in piena fioritura artistica e importante esponente del movimento avanguardistico degli anni '60, già da due anni ma solo adesso ha avuto il coraggio di invitarla a casa sua.
Sarà l'inizio della loro famosa relazione che porterà come risultato i capolavori musicali che ben conosciamo ma si esprimerà pure sul piano degli ideali ergendo la coppia a simbolo pacifista delle lotte di quel tempo, sino ad essere interrotta bruscamente dall'assassinio di John.
La stessa casa discografica, ritenendo l'artwork inaccettabile, ritirò ben 30.000 copie dal mercato segnando così in partenza il destino del disco che raccolse scarso successo.
In realtà la musica non era nulla di eccezionale se non un mix di suoni e di astrusi vocalizzi della Ono (che astrusa lo è sempre stata): semplicemente si tratta del primo fondamentale passo, ma il disco rimane per la copertina che è entrata a far parte della storia del rock.
Da notare: prima ancora della casa discografica furono gli stessi Beatles a rimanere indispettiti da quest'uscita, ma oramai con un John sempre più in rotta con la band, soprattutto con Paul McCartney, era questione di tempo che spiccasse il volo ed uscisse dal gruppo.
Del resto la Ono diventò presto invisa agli altri componenti e ad una parte di miopi fan che ancora continuano ad accusarla e alcuni persino ad odiarla, ritenendola la causa dello scioglimento dei Beatles...



Vintage Christmas Cards with cats (prima parte)

Author: Grace / Etichette: , , ,







" We are  islands,  but  never too far…"