Pensieri su Syd Barrett

Author: Grace / Etichette: ,

Non scriverò un post sulla sua vita. Se la volete, andatevela a leggere su Wikipedia, dove è piena di inutili aneddoti non verificabili, la maggior parte dei quali probabilmente inventati....
Il diamante pazzo e il recluso. Syd e Roger. La leggenda e l'uomo (un suo terzo). I due poli in cui si è divisa la sua esistenza.
Hanno versato un fiume d'inchiostro su di lui, io posso solo aggiungere il mio punto di vista.
Syd era di una bellezza rara: aveva un talento puro, infantile, per certi versi misterioso. Se non lo si conosce, basta ascoltare una sua canzone e vedere il suo sguardo in una foto: lui è tutto lì.
La sua musica è come il canto di un bambino in un cimitero, giocosa e con un'involontaria vena dark.
Per capire ciò che ha prodotto basta fare riferimento alle sue passioni: la pittura e la letteratura per l'infanzia, specie quella di Edward Lear.
L'arte è stata il suo primo vero amore, da lì era partito e lì è ritornato: non ha mai venduto i suoi dipinti, la maggior parte sono rimasti ad amici e familiari. Di sicuro vendendoli avrebbe potuto guadagnare fior di soldi solo per il suo nome... ed è proprio per quello che forse non l'ha fatto.
Lear, i limerick e il nonsense per me sono stati un po' una sorpresa (anche perché io sono una grande amante di Carroll e delle filastrocche) e questa sua passione è indice di un'indole ingenua, bambinesca. La prima canzone, che ha scritto a 16 anni - l'ultima a chiusura della sua carriera - è una filastrocca musicata: Effervescing Elephant.
I testi strampalati, il sound innovativo, il suo senso del ritmo (gli stessi Floyd dicono fosse un vero fenomeno in merito), quel modo particolare di scandire le parole, la sua verve innocua e fantasiosa... sono una visione di Syd da vicino e da lontano allo stesso tempo, una prerogativa solo degli artisti più grandi.
Syd era un poeta a modo suo, ma non come Bob Dylan (che prese bonariamente in giro in Bob Dylan Blues), sono all'opposto, perché Syd non si è mai messo là, sul pulpito a scrivere una canzone su ciò che è giusto o sbagliato o a fare l'artista..
Sicuramente non ha mai pensato neppure lontanamente di essere un poeta, né tantomeno si considerava un genio... era un uomo senza pretese, rovinato da chi ne aveva troppe su di lui. Sarebbe bastato lasciarlo libero e in pace, e forse ce l'avrebbe fatta.
Non si sa con certezza se fosse malato o no, né di cosa: di ricoveri psichiatrici ce ne sono stati, ma c'è anche chi sostiene che la sua malattia mentale non fosse grave. La famiglia ha creato attorno a lui una cortina di fumo che lo ha isolato per trent'anni (sua madre che si è presa cura di lui sino alla fine, allo stesso tempo ha costituito forse uno dei motivi della sua malattia), ma la scelta è partita soprattutto da lui: ha voluto prendere le distanze da ciò che lo aveva consumato.
Quel mondo in cui i suoi ex compagni di band sono andati avanti, raccogliendo ori e onori, mentre Roger - o quello che rimaneva di lui - se ne stava là a lasciarsi scorrere la vita addosso... si è scelto un'esistenza "tranquilla" (non felice di certo) nella sua Cambridge.
Non ha mai voluto rimetter piede in uno studio di registrazione, nonostante gli abbiano offerto cifre stellari, e i più grandi della musica fossero disposti a lavorare con e per lui in qualsiasi condizione.
I Pink Floyd non li ascoltavo già prima, e me ne frega ancor meno adesso. Paragonare i loro album ai due dischi da solista di Barrett non ha senso, perché i Floyd per me sono il talento addomesticato, mentre la musica di Syd è genio che scorre sregolatamente e senza ragion d'essere, come sangue da una vena tagliata. La sua statura artistica è abbagliante, quella della sua ex-band altrettanto enorme e luminosa, certo, ma non "naturalmente abbagliante": il vero diamante che rifletteva tutti i colori era lui, e loro ne sono sempre stati consapevoli...
Probabilmente la sua più grande sfortuna è stata non morire all'improvviso, come è accaduto alle altre grandi icone del rock.
Syd non se l'ha mangiato l'acido, ma la sua fragilità. Non può che rimanermi l'amaro in bocca per la sua vicenda; ora spero stia bene, ovunque egli sia.
A Roger non importava un ficco secco dei suoi fans e di tutti quelli che lo ammiravano.
Noi che di lui alla fine non sappiamo un bel niente e che facciamo parte dell'ingranaggio che all'epoca lo schiacciò. Doveva apparire ironicamente triste, dal suo punto di vista.
Ma io lo amo, dopotutto, è lui continuerà a sopravvivere in quel modo. Ed è giusto così.
Non lasciate soli quelli come Syd.


Ti prego, ti prego solleva una mano
sono solo una persona
i cui cerotti pulsano sui polsi, stretti
Non ti mancherei?
Non ti mancherei per niente?



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