Un'intervista dallo scantinato

Author: Grace / Etichette:

Qui l'ultima intervista rilasciata, nel 1971. È datata dicembre, e dunque è questa l'ultima che abbia fatto (lasciamo stare quelle parole rubate del 1982... ) non quella famosa del Melody Maker che si può leggere qua, sempre dello stesso periodo, ma di marzo.
La conclusione dell'intervista del Rolling Stone è la frase che dà il titolo al libro di Chapman.
Con quelle parole è come se Syd volesse annullare tutto ciò che aveva detto sino a quel momento, una negazione totale, come se fosse fermamente convinto che nessuno potesse capirlo.
Da lì a poco avrebbe chiuso completamente i battenti del suo mondo.
Viene da pensare – di certo è così – che la sua sia stata una scelta compiuta in perfetta consapevolezza, eppure questo non è sufficiente per togliere il sapore amaro a tutta la sua vicenda... mi auguro almeno che in quel completo rifiuto di tutto abbia trovato un po' di serenità.
Spiazzante leggere nelle sue parole come fosse perfettamente consapevole di quel che gli stava accadendo, dello scollamento tra lui e tutto il resto, in queste interviste fa quasi un autoanalisi, è molto lucido (questo, come tutto il resto, dimostra che non era affatto pazzo)
Ho voluto riportare il testo di Dominoes perché mi sembrava andasse di pari passo a queste interviste. La canzone parla della ripetitività, del tempo che scorre uguale a se stesso; il domino è così, un gioco di una semplicità assoluta dove volendo si può andare avanti all'infinito e che consiste nell'attaccare pezzi uguali tra loro... o attaccare giorni tutti uguali uno dopo l'altro.
Alcuni ritengono che questo sia il brano più famoso di Syd, forse per l'orecchiabilità...
Lungi dal considerarlo il migliore dei suoi (assolutamente no), ciò mi lascia sorpresa perché secondo me è il più deprimente tra quelli che lui abbia fatto. In realtà la tristezza che esprime il testo è abbastanza esplicita, e non appena accennata come in altri episodi.
Il verso "vita che arriva senza danno", e proprio l'intero testo, non è che lascino molte supposizioni riguardo allo stato dell'umore in cui l'autore versava quando l'ha scritto, e all'idea del ritiro che probabilmente già gli balenava in testa...
Se devo menzionare la cosa che mi piace di più di Dominoes, dico sicuramente la sua interpretazione: qui la voce di Syd è quasi sussurrata, come ho detto è un episodio a sé nel suo repertorio.



È un'idea, un giorno o l'altro
Nelle mie lacrime, i miei sogni
Non vuoi vedere la sua prova?
Vita che arriva senza danno
Tu ed io, tu ed io e il domino, il giorno passa…
Tu ed io in posizione
Sprecando il tempo sul domino
Un giorno così scuro, così caldo
Vita che arriva senza danno
Tu ed io, tu ed io e il domino,il tempo passa…
Fuochi artificiali e caldo, un giorno o l’altro
Tenere una conchiglia,un bastone o giocare
Udire per caso un allodola oggi
Perdendo quando la mia mente è fuori strada
Non vuoi sapere coi tuoi bei capelli
Stendi la tua mano, tasta contenta
In un’eco per il tuo modo.
È un’idea, un giorno o l’altro…
È un’idea, un giorno o l’altro
Nelle mie lacrime,i miei sogni
Non vuoi vedere la sua prova?
Vita che arriva senza danno
Tu ed io, tu ed io e il domino, il giorno passa…

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